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1:44 pm, 21 Dicembre 23 calendario
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Clima, ondata di caldo record per il Mediterraneo negli ultimi 40 anni

Di: Redazione Metronews
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Ondata di caldo record per il Mediterraneo come mai registrata negli ultimi 40 anni.

È il bilancio del progetto CAREHeat – finanziato dall’Agenzia spaziale europea (Esa) – al quale partecipa l’Enea e il Cnr (che riveste il ruolo di coordinatore).

I risultati – pubblicati sulla rivista ‘Environmental research letters‘ – parlando di un “nuovo allarme” legato ai “cambiamenti climatici: da maggio 2022 a maggio 2023 il Mediterraneo ha subito l’ondata di calore più lunga mai registrata negli ultimi 40 anni, con un aumento delle temperature del mare fino a 4 gradi centigradi“; e “picchi superiori ai 23 gradi” per la temperatura dell’acqua. Secondo lo studio – che è partito dall’analisi dei dati satellitari per poi esser integrati con le osservazioni messe a punto dalla stazione climatica di Lampedusa – “la parte più colpita è stata quella del bacino occidentale”.

I forzanti atmosferici

In particolare – in base all’analisi cui hanno partecipato l’Enea e il Cnr – dalle indagini dettagliate sul ruolo dei cosiddetti ‘forzanti atmosferici’- come per esempio il vento nel condizionare l’oceano – è emerso che “le anomalie della temperatura superficiale del mare sono strettamente correlate alla prevalenza delle condizioni anticicloniche nell’atmosfera; condizioni che nello stesso periodo hanno causato anche gravi siccità nella regione mediterranea”. Si è riuscito così a capire che “il rimescolamento verticale del mare causato dal vento è il principale responsabile del trasporto di calore all’interno delle acque marine e che queste anomalie sotto la superficie sono durate diversi mesi”.

Inoltre attraverso la comparazione tra l’evoluzione dell’evento del 2022-2023 con il precedente evento del 2003 sono “emersi alcuni aspetti legati al cambiamento climatico della regione: tra questi le temperature ben al di sopra della media stagionale dagli inizi di maggio nell’area mediterranea e anche nella prima metà di giugno che è stata caratterizzata da situazioni meteorologiche tipiche di fasi più avanzate della stagione estiva”. Il progetto CAREHeat – viene spiegato – punta “a sviluppare nuove metodologie per prevedere e identificare le ondate di calore, comprenderne la propagazione e gli impatti su ambiente, biodiversità e attività economiche, come pesca e acquacoltura”. Oltre all’Enea e al Cnr, partecipano al progetto finanziato da Esa, gli istituti di ricerca francesi Cls (Collect locatisation satellites) e Ifremer (Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer), le non-profit Mercator ocean international (Francia) e +Atlantic CoLab (Portogallo).

21 Dicembre 2023
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