Caso Soumahoro
12:33 pm, 30 Ottobre 23 calendario
6 minuti di lettura lettura

Caso Soumahoro, ai domiciliari moglie e suocera. Sequestrati 2 milioni di euro. Soldi finiti all’estero e in ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica

Di: Redazione Metronews
condividi

Sono scattati gli arresti domiciliari per Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente la suocera e la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e membri del cda della cooperativa Karibu.

La Guardia di finanza di Latina ha eseguito l’ordinanza emessa dal gip del tribunale nell’ambito delle indagini pe la gestione delle cooperative che si occupano della gestione di richiedenti asilo e ninori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina.  L’ordinanza prevede, inoltre, l’obbligo di dimora nel comune di residenza per il figlio della fondatrice di Karibu, Richard Mutangana. La misura prevede inoltre il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di quanto gli indagati hanno incassato, del “profitto del reato – scrive la procura di Latina – nei confronti degli stessi e di un altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, ma attualmente all’estero”.

Inchiesta Karibu, tra le accuse frode e bancarotta

Frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio: sono queste le accuse mosse nei confronti dei vertici della cooperativa Karibu, nell’ambito delle indagini per la gestione delle cooperative che si occupano della gestione di richiedenti asilo e minori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina. Le cooperative Karibu e Consorzio agenzia per l’inclusione e i diritti Italia e la Jambo Africa – per il tramite di Karibu – “hanno percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (prefettura, regione, enti locali) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo un servizio inadeguato o comunque difforme rispetto a quello pattuito“.

Inchiesta Karibu, migranti in condizioni lesive dignità umana

Condizioni “offensive dei diritti e della dignità di uomini e donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale”: è quanto scrive la procura di Latina nel provvedimento con il quale sono finite ai domiciliari Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente la suocera e la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e membri del cda della cooperativa Karibu.

Inchiesta Karibu, alloggi fatiscenti e senza acqua calda

Sovrannumero di ospiti in alloggi fatiscenti in condizioni igieniche “carenti” con presenza di umidità e muffa, riscaldamento assente o non adeguato, carenza di acqua calda, nella conservazione delle carni, scarsa qualità del cibo. È la ‘lista’ delle criticità messe nero su bianco dalla procura di Latina, nell’ambito dell’inchiesta Karibu per la gestione delle cooperative che si occupano della gestione di richiedenti asilo e minori non accompagnati. Nel provvedimento, la procura di Latina evidenzia anche la carenza del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici e una “insufficiente” consegna.

“Al riguardo sono esemplificative le vicende dei Cas di Aprilia (Via Lipari), di Latina (Hotel de la Ville Central) e di Maenza (Casal dei Lupi) gestiti dalla Karibu, nonché quelle dei CAS di Latina (Via Romagnoli e Via del Pioppeto) gestiti da CONSORZIO AID. di vestiario e prodotti per l’igiene”, scrive la Procura.

Inchiesta Karibu, soldi trasferiti all’estero e utilizzati per spese di lusso

I soldi destinati all’accoglienza erano in realtà “utilizzati per spese varie” quali alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori e gioelli. È quanto hanno ricostruito gli inquirenti.

I militari della guardia di Finanza, su disposizione del gip di Latina, hanno sequestrato circa 2 milioni di euro (1.942.684,18) nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta. Parte del denaro ottenuto dalle coop è stato trasferito all’estero. Una cifra che si avvicina al mezzo milione di euro (472.909) tra il 2017 e il 2022.

Nelle carte dell’indagine, firmate dal gip di Latina, si afferma che l’utilizzo di carte di credito e prepagate, intestate alla Karibu venivano «adoperate per finalità private (ristoranti, gioiellerie, centri estetici, abbigliamento, negozi di cosmetica) per importi come 93.976 euro nel 2017, 208.394 nel 2018, 49.946 euro nel 2019; 13.803 euro nel 2020; 2.177 nel 2021».

“L’inosservanza delle condisioni pattutite” hanno portato inoltre a “investimenti del tutto estranei alle finalità” delle cooperative e “non inerenti” con la natura di enti no profit. Le somme destinate alla gestione delle strutture per i migranti erano “reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo”, si scrive inoltre da parte della Procura. La “distrazione” dei fondi è stata oggetto di investigazioni da parte degli inquirenti che hanno ipotizzato – nei confronti degli indagati – i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell’accertamento giudiziario dello stato d’insolvenza della cooperativa Karibu e di autoriciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all’estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo”.

30 Ottobre 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo