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12:52 pm, 2 Ottobre 23 calendario

Eugenio Barba presenta il suo nuovo progetto, LAFLIS

Di: Patrizia Pertuso
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MOSTRE Eugenio Barba presenta il suo nuovo progetto, LAFLISLiving Archive Floating Islands (Archivio Vivente Isole Galleggianti) dal 4 al 6 ottobre nelle sedi del Polo Biblio-museale di Lecce (Biblioteca Bernardini e Museo Castromediano) e nei Cantieri Teatrali Koreja.

Ora è tempo: Barba torna in Puglia e inaugura l’archivio vivente

Un’occasione unica per rivivere la storia del teatro del regista che, partito dal Salento, dopo aver girato tutto il mondo con gli spettacoli dell’Odin Teatret con sede a Holstebro in Danimarca, e aver animato con i suoi “baratti” gli angoli più sperduti dell’universo, torna in Puglia perché “Ora è tempo”: questo, infatti, il titolo dei tre giorni di celebrazioni dedicate all’esperienza dello storico gruppo teatrale, tra performance e antropologia teatrale.

Dal baratto all’ISTA e al Theatrum Mundi

Sono passati quasi sessant’anni da quel 1974 quando un gruppo di attori guidati da Eugenio Barba sbarcarono in Salento per dar vita al “baratto”: performance che si svolgono rigorosamente fuori dai confini teatrali per scendere nelle strade e nelle piazze in forma di spettacoli, sfilate o parate in cui, al posto del biglietto. viene richiesto agli spettatori di “ripagare” il lavoro degli attori mostrando azioni popolari tipiche della loro cultura.

Poi arrivò l’ISTA, International School of Theatre Anthropology, le cui sessioni terminano con una performance di Theatrum Mundi: «Pratichiamo intrecci – spiega Eugenio Barba -; ciò che gli attori creano appartiene alla loro cultura. Portano in scena i frammenti più disparati che poi il regista cuce insieme».

Nascono così centinaia di spettacoli in cui Oriente e Occidente si abbracciano in un gesto comune, in una identica tensione muscolare o, ancora, in un respiro dei corpi.

Barba ha donato alla Regione Puglia l’archivio dell’Odin Teatret

Eugenio Barba ha deciso di donare alla Regione Puglia una copia dello sterminato archivio dell’Odin Teatret oltre a quello personale formato da tutti quei testi che l’hanno indirizzato ad essere quel che è: una colonna portante del Terzo Teatro e il fondatore di quella disciplina, l’antropologia teatrale, il cui obiettivo è rintracciare nell’uso del corpo e dei movimenti compiuti una linea comune a culture diverse.

Tre giorni per il progetto LAFLIS

Dal 4 al 6 ottobre, in occasione della presentazione al pubblico del LAFLIS, si terranno tre giornate di restituzione e di studio sull’esperienza vissuta dall’Odin Teatret con un fitto programma di mostre, installazioni, libri, film e performance.

Giornata clou quella del 5 ottobre: si inizia alle 10 al Museo Castromediano con la presentazione del libro Le mie vite nel Terzo Teatro. Differenza, mestiere, rivolta di Eugenio Barba che ne parlerà con Franco Perrelli. Alle 11.30 Julia Varley, storica “compagna teatrale” di Barba, e Mattea Fo daranno vita all’incontro Donne – Teatro – Memorie.

Si proseguirà alle 16 con la proiezione del film L’arte dell’impossibile (2016) presentato dalla regista Elsa Kvamme; alle 17.30 toccherà al TTB – Teatro Tascabile di Bergamo occupare la scena della Biblioteca Bernardini presentando alcune scene tratte dallo spettacolo Valse; alle 18, invece, il “rituale d’apertura” sarà con Libri che volano con l’Odin e il TTB.

A seguire sarà inaugurata la mostra del designer danese Peter Bysted La mia vita con l’Odin mentre alle 20.30 appuntamento con i Libri di Fuoco, l’installazione digitale di Stefano Di Buduo e del Teatro Potlach.

Barba riunisce le “isole galleggianti” in un archivio vivente

Dalle immagini che la Fondazione Barba Varley ha postato sui social si intuisce subito l’importanza del progetto LAFLIS: collegare tra loro in un archivio vivente – ossimoro per eccezione – quelle “isole galleggianti” che rappresentano le diverse realtà teatrali e che il regista, da anni, “cuce” l’una all’altra grazie alla sua arte e ai suoi studi. Quelle isole, un tempo disperse nel mare magnum del concetto di teatralità hanno, con il tempo, assunto una personale dignità e si sono poste come fondamentali per quello che era ed è tuttora il Terzo Teatro: non un’avanguardia, né un teatro di parola tradizionale ma una forma che parte e torna sul corpo dell’attore e del suo rapporto con il pubblico. Una rivoluzione che nel 1976, quando Barba firmò il Manifesto del Terzo Teatro, squassò l’universo teatrale.

A Lecce saranno esposti i materiali usati per le performance, le maschere create per i diversi personaggi – uno su tutti, Mr. Peanut, con al posto della faccia un teschio, che ha partecipato a diversi spettacoli dell’Odin e ha sfilato per le strade del mondo testimoniando che gli opposti, alle volte, si confondono: un personaggio che rappresenta la Morte non potrà morire mai.

La poesia, l’arte, lo studio e i lavori di Eugenio Barba troveranno finalmente una “casa” a Lecce dove saranno ospitati e messi in mostra per ogni tipo di pubblico: studiosi, teatranti, testimoni a vari titolo della loro storia. Perché come ripete lo stesso regista «Il teatro è politica con altri mezzi». E un archivio vivente lo è più che mai.

PATRIZIA PERTUSO

 

2 Ottobre 2023
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