taxi
3:20 pm, 2 Agosto 23 calendario

I taxi bocciano la licenza gemella: “Così raddoppiano e perdono di valore”. Il confronto con Parigi e Londra

Di: Redazione Metronews
condividi

I taxi bocciano senza mezzi termini la proposta della licenza gemella.

La licenza gemella per i taxi

“Così come formulata dal ministro Urso non funziona. E’ una liberalizzazione del mercato mascherata. Solo a Roma si passerebbe dalle circa 7.800 licenze a 16 mila. Sono troppe. Meglio allora sburocratizzare la cosiddetta seconda guida e le licenze stagionali per eventi straordinari”. Lo sottolinea , Alessandro Genovese, di Ugl Taxi.

“Siamo usciti dall’incontro con il governo senza niente e senza nessuna proposta vera. Avevamo davanti il vicepremier Salvini e ministro delle Imprese Urso, con posizioni non condivise. E’ stato un incontro imbarazzante. Il governo si è presentato senza una proposta concreta, mentre la proposta di Urso della cosiddetta licenza gemella non era condivisa da Salvini”. Lo spiega , Nicola Di Giacobbe, di Unica Taxi Cgil, il giorno dopo il tavolo del governo sui taxi. “Con la licenza gemella in Italia si raddoppierebbe il numero dei taxi  – spiega Di Giacobbe – anche in Comuni dove non serve. Questo è un palese tentativo di aprire il settore alle multinazionali, con un dimezzamento del valore delle licenze. Già oggi le multinazionali hanno in mano circa il 40% del mercato e muovono le loro auto con un algoritmo solo sulle corse redditizie, non fanno un servizio pubblico e non raggiungono le periferie”.

“No interventi strutturali”

“No a interventi strutturali prima che sia concluso l’iter dei decreti attuativi”. Lo sottolinea l’Usb Taxi, all’indomani dell’incontro del 1 agosto con il ministro Adolfo Urso, titolare del dicastero, e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, insieme al viceministro Edoardo Rixi. ”Diciamo che l’incontro è stato soprattutto verbale, in quanto non ci è stato consegnato nessun testo, elemento obbligatorio per un approfondimento su questi temi”, spiega l’Usb Taxi. “Mercoledì le stesse delegazioni ministeriali incontreranno le rappresentanze dei Comuni (Anci). Le ipotesi delineate erano divise su due piani, una strutturale e una più immediata. Come Usb Taxi abbiamo rigettato qualsiasi intervento strutturale se prima non sarà concluso l’iter dei decreti attuativi. Tra l’altro si è ipotizzato in maniera a dir poco approssimativa di gemellare le licenze. In una modalità a nostro avviso inaccettabile, sia per il rischio di inflazionare il numero dei taxi, sia per la perdita totale di valore degli investimenti fatti dai tassisti. È per noi evidente che non si può ragionare ancora una volta su incrementare, in alcuna misura, Taxi o Ncc se prima non sarà concluso iter attraverso i decreti (piattaforme tecnologiche – Ren – Foglio di Servizio)”. “La fotografia della distribuzione del servizio nei territori (specie per i Ncc) e l’interdizione di tutti i comportamenti irregolari, sono una precondizione prima di ogni altra valutazione”, continua Usb.

Gli Ncc

«Spiace che il Governo abbia deciso di concentrare la risposta alla grande emergenza del trasporto pubblico non di linea con l’annuncio di incentivi green e di licenze aggiuntive provvisorie solo per i taxi; unitamente alla conferma dei decreti attuativi di una normativa del 2019 già in larga parte cassata dalla Corte Costituzionale e disallineata rispetto alla recentissima pronuncia dalla Corte di Giustizia Europea, si tradisce un approccio sterile e inefficace sulla problematica». Così in una nota le tre sigle maggiormente rappresentative del noleggio con conducente Anitrav-Comitato AIR-Sistema Trasporti, rappresentata dal presidente Francesco Artusa.

«Il sistema va riformato con interventi più organici e più prospettici. Abbiamo fatto delle proposte, avanzato soluzioni, sottoposto dati, ne abbiamo parlato con Regioni, Comuni e Parlamentari: l’auspicio è che al prossimo consiglio dei ministri si possa portare un primo provvedimento utile all’intera filiera, pro-mercato, a favore dell’utenza e dei consumatori, che ancora oggi fanno ore di fila negli aeroporti e nelle stazioni in attesa di un’auto che non arriva mai». «Gli Ncc sono parte della soluzione a un problema atavico e possono contribuire alla risposta di mobilità cittadina, grandi eventi, trasporto sussidiario. Ci consentano di operare e di competere – aggiungono – Facciamo appello al ministro Salvini perchè non si sprechi questa occasione per convocare subito il tavolo permanente con la categoria degli Ncc come promesso e convenuto nella riunione del 20 luglio scorso. L’impegno a rimettere mano a una normativa vecchia di 30 anni, che sta producendo solo distorsioni e disservizi, non può essere disatteso».

Le licenze ferme: nel 2022 erano solo 30 in più rispetto al 2016

Secondo i dati Istat nel 2021 erano in circolazione 22.723 taxi nei comuni capoluogo di provincia, con una variazione di appena 30 vetture in più rispetto alla rilevazione analoga del 2016. I dati dell’Autorità di Regolamentazione dei trasporti censiscono attorno alle 7.700 licenze attive a Roma, circa 4.800 a Milano, quasi 2.400 a Napoli, 1.500 a Torino, poco più di 700 ciascuna a Firenze e Bologna, circa 320 a Palermo. Tabelle alla mano: a Roma ci sono 27,4 licenze ogni 10mila abitanti, a Milano 35,6, a Torino 17,5.

Sono numeri non al passo con quanto accade nelle principali città europee, dove in alcuni casi il servizio è stato maggiormente liberalizzato. A Londra, censisce il sito del governo, ci sono 14.600 licenze per gli iconici cab neri e poi 80mila guidatori di noleggio privato. A Parigi uno studio del 2018 del ministero della Transizione Ecologica francese riporta 17.500 licenze attive.

La legge quadro del 1992 in tema di autoservizi pubblici non di linea individua in capo ai Comuni la determinazione del numero di veicoli da adibire al servizio taxi attraverso bandi pubblici.

Scioperi, manifestazioni e raduni di auto bianche

Negli ultimi anni diversi esecutivi nazionali e alcune amministrazioni locali hanno tentato di approcciarsi al dossier. C’è stato chi ha proposto un aumento delle licenze, chi la possibilità di una doppia guida sulla stessa vettura. La categoria però ha risposto con scioperi, manifestazioni e raduni di auto bianche, ribadendo con diverse sfaccettature tra le numerose sigle sindacali la contrarietà a un aumento del numero licenze, che comporterebbe un aumento della concorrenza e una riduzione del loro valore. I tassisti da anni chiedono anche una regolamentazione più stringente per servizi di noleggio con conducente o di quelli offerti dalle piattaforme digitali di guida con autista come Uber. Ieri intanto Palazzo Chigi ha fatto sapere che il governo nei prossimi giorni affronterà il problema del servizio taxi con «una soluzione improntata all’efficienza e trasparenza nei confronti del cittadino, all’equità per i tassisti e al rispetto delle regole del mercato».

2 Agosto 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo