il caso leonardo la russa
2:55 pm, 14 Luglio 23 calendario

Leonardo La Russa, la Procura valuta autorizzazione a sequestro del cellulare. Ascoltata la madre della ragazza

Di: Redazione Metronews
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Tra i testimoni sentiti nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano c’è anche la madre della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa. Stando al racconto, la 22enne si sarebbe rivolta alla madre dopo la presunta violenza, alla quale riferì «i fatti in modo scosso e generale, senza scendere nei particolari, chiedendo che venisse a casa».

La donna poi l’accompagnò alla Clinica Mangiagalli dove, dopo la visita, fu certificata «la presenza di ecchimosi e di un graffio alla coscia».

Per una teste ascoltata la ragazza non sembrava alterata

Una conoscente della presunta vittima invece non avrebbe notato nulla che faccia pensare che la ragazza fosse stata drogata, la sera tra il 18 e il 19 maggio all’interno dell’Apophis Club. E’ quanto ha riferito agli investigatori della mobile, alla pm Stagnaro e alla procuratrice aggiunta Mannella nel corso dell’audizione negli uffici della Questura mercoledì.

Agli inquirenti ha spiegato di non aver visto l’ex compagna di liceo di La Russa jr. in condizioni di particolare alterazione. Una versione che sarebbe diversa da quella dell’amica con cui la 22enne era andata insieme nella discoteca. E’ stata lei a definirla «strana, strana» dopo aver bevuto un cocktail ricevuto da Leonardo Apache.

Il cellulare di Leonardo

Intanto la Procura di Milano sta valutando di inoltrare una richiesta alla Giunta delle elezioni e delle immunità di Palazzo Madama per avere l’autorizzazione a sequestrare il cellulare di Leonardo Apache La Russa. Un passaggio indispensabile, perchè la scheda del telefono sarebbe riconducibile alla società a cui fa capo lo studio legale del padre.  C’è anche la possibilità che il giovane, indagato per violenza sessuale dopo la denuncia di una ex compagna di scuola, decida di consegnare autonomamente il telefono.

«Una questione giuridica inedita, di cui non si hanno precedenti», così in ambienti giudiziari viene definita la questione del telefono e della sim utilizzati da Leonardo La Russa. In queste ore i magistrati che si occupano dell’indagine  stanno cercando di capire se il sequestro del telefono possa rientrare in un ambito di pertinenza parlamentare e quindi essere eseguibile solo tramite richiesta di autorizzazione a procedere alla giunta del Senato. «Stiamo studiando la questione», è quanto trapela dal quarto piano del Palazzo di Giustizia.

Ignazio La Russa: “Sono sereno, se ne occupa l’avvocato”

“Sono sereno, se ne occupa l’avvocato Adriano Bazzoni”. Ignazio La Russa, presidente del Senato, replica così a chi gli chiede un commento sulla vicenda che vede indagato per violenza sessuale il figlio Leonardo Apache. La Russa, seduto a un tavolino di un bar a pochi passi dal suo studio legale, sorride, ma preferisce non aggiungere altro: “Mi va dato atto che su questa vicenda non ho più detto una parola”.

Ignazio La Russa, presidente del Senato

Lo staff del senatore: “Dal punto di vista mediatico passato il segno”

«Il presidente La Russa, dopo la nomina dell’avv. Bazzoni da parte del figlio Leonardo, si è astenuto e si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano». Arriva dallo staff del senatore e avvocato Ignazio La Russa la presa di posizione con cui si osserva anche che «da un punto di vista mediatico, risulta, però, ormai passato il segno».
«Più volte – si spiega – sono state pubblicate su quotidiani, giornali on line e sui social, le foto di un altro figlio del presidente, col nome del fratello, nonchè ricostruzioni artefatte a fini suggestivi della vita giovanile dei fratelli La Russa e dello stesso Leonardo, definito trapper per avere messo in rete solo nell’anno 2019, due canzoni col testo non suo, mentre è ormai al terzo anno di università. Non sono financo mancati talk-show televisivi con esponenti privi di ogni conoscenza dei fatti ma forti delle loro convinzioni ideologiche, nonchè offese ai La Russa che, di converso, si sono da sempre distinti per riconosciuta onorabilità, onestà e dirittura morale non solo con Ignazio, ma nei 50 anni continuativi di presenza dei La Russa in Parlamento». «Non risulta più tollerabile la condotta di chi si sostituisce ai Pm con pretese di indagine e richieste istruttorie» si afferma, mentre «travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori. Per tacere dei social».

«Per queste ragioni, si rinnova l’invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda. Tuttavia, in ragione di quanto è sino ad oggi accaduto, la famiglia La Russa – informano sempre lo staff di La Russa – si è vista costretta ad incaricare l’avv. Vinicio Nardo del Foro di Milano per tutelare, nelle competenti sedi giudiziarie, l’onorabilità del presidente e degli altri componenti della famiglia. L’avv. Vinicio Nardo, che non si occuperà della vicenda di Leonardo, per il quale Leonardo ha incaricato l’avv. Bazzoni, sta raccogliendo tutti gli elementi che da giorni esulano dal normale esercizio del diritto di cronaca e di critica con riguardo alla famiglia La Russa».

Bonelli: “Ignazio La Russa collabori con l’autorità giudiziaria consegnando il telefono”

Mi rivolgo direttamente al presidente del Senato, Ignazio La Russa, affinché si apra alla collaborazione con gli inquirenti e provveda a consegnare nelle prossime ore il telefono del figlio, la cui sim non può essere sequestrata dai magistrati perché a suo nome. È di fondamentale importanza che vengano raccolti ulteriori elementi per accertare la verità e stabilire responsabilità riguardo alla grave accusa di stupro”. Così in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra. “La Russa collabori con l’autorità giudiziaria, consegnando il telefono. Se ciò non accadesse sarebbe un pessimo segnale per l’istituzione che rappresenta. Rivolgo pertanto un appello al presidente La Russa, affinché si ponga in un atteggiamento collaborativo e consenta l’analisi del telefono del figlio. È un dovere delle istituzioni collaborare pienamente con i magistrati per garantire l’accertamento della verità”, conclude Bonelli.

14 Luglio 2023
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