E’ prevista la firma di quattro o cinque accordi di cooperazione tra Italia e Libia in occasione della visita a Roma del primo ministro del Governo di unità nazionale (Gun), Abulhamid Dabaiba, domani e giovedì 8 giugno. Un protocollo d’intesa riguarderà la sicurezza e la lotta alle migrazioni irregolari non solo via mare, ma anche via terra nel deserto del Sahara. Un tema, quello della controllo dei confini meridionali, a cui sta lavorando anche l’Unione Europea, tramite il Coordinamento regionale dell’Ue per il Sahel (Racc) e la missione Ue di assistenza alle frontiere in Libia (Eubam), con la “One Desert Initiative”, il progetto regionale per coordinare gli sforzi di cooperazione transfrontaliera nella delicata area del Sahel e che coinvolge in prima linea Burkina Faso, Ciad, Libia, Mali, Mauritania e Niger. Un altro accordo dovrebbe riguardare la riduzione delle emissioni di CO2, un settore dove la Libia – Paese membro del cartello petrolifero Opec – è ancora piuttosto indietro e che potrebbe vedere passi in avanti grazie alla cooperazione tra la National Oil Corporation (Noc, l’ente petrolifero statale libico) e l’Eni.
Meloni in Tunisia punta su investimenti e controllo dei migranti
Al centro i flussi migratori
La presidente del Consiglio ha chiesto riforme istituzionali e controllo delle migrazioni in cambio di appoggio con il FMI, aiuti allo sviluppo, quote di ingressi legali, investimenti energetici. I temi al centro della visita, delicatissimi e interconnessi, hanno riguardato il controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e la grave emergenza economica e sociale della Tunisia.
La stabilizzazione della Tunisia, ha detto in più occasioni Meloni, è necessaria per contenere i flussi di migranti. Il presidente Saied ha accentrato su di sé la gran parte dei poteri in una svolta autoritaria. Alle ultime elezioni l’affluenza è stata attorno all’11%, perché l’opposizione ha boicottato il voto. L’inflazione è a due cifre, la disoccupazione oltre il 16%, il debito pubblico è esploso e l’economia stagna: la Banca Mondiale colloca la Tunisia in una situazione simile a quella del Libano, non lontana dalla bancarotta. Il Fondo Monetario Internazionale si dice pronto a stanziare aiuti per 1,9 miliardi di dollari, una somma già probabilmente insufficiente a sedare la crisi. Meloni ha confermato a Saied lo sforzo dell’Italia nel sostenere un accordo con l’FMI e ha parlato oggi di un “sostegno a 360 per il bilancio e lo sviluppo”. La presidente del Consiglio ha anche ipotizzato una conferenza internazionale a Roma per discutere di progetti di sviluppo.
«Noi abbiamo portato avanti un’azione di sostegno alla Tunisia nei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale, sia a livello di Unione europea sia diG7, con un approccio pragmatico, perché pragmatico deve essere l’approccio, chiaramente tenendo in considerazione le regole di funzionamento del Fondo».«Anche a livello di Ue l’Italia si è fatta portavoce di un approccio concreto per aumentare il sostegno alla Tunisia sia nel contrasto alla tratta di esseri umani e all’immigrazione illegale, ma anche per un pacchetto di sostegno integrato, di finanziamenti e di opportunità importanti a cui sta lavorando Bruxelles. Sono molto grata alla Commissione europea – ribadito Meloni – Per accelerare l’attuazione di questo pacchetto dell’Ue ho dato al presidente Saied la mia disponibilità a tornare presto qui in Tunisia anche insieme alla presidente Ursula von der Leyen».
In calo sbarchi dalla Tunisia
Nelle ultime settimane è calato il numero di migranti arrivati in Italia dalla Tunisia. I nuovi dati del Viminale, come riferisce Agenzianova, evidenziano un rallentamento degli arrivi dei migranti in Italia via mare a maggio e il sorpasso della Libia sulla Tunisia come primo Paese di partenza dei natanti. Nell’arco dei primi cinque mesi del 2023, la prima nazione di partenza risulta essere la Tunisia, mentre la Libia ha accelerato solo nelle ultime quattro settimane, dopo essere finita in cima alla classifica degli sbarchi in Italia nel 2022. Se si prendono in considerazione i primi cinque mesi del 2023, almeno 50.405 persone sono arrivate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno al primo giugno, in aumento del +155,97 per cento rispetto ai 19.692 arrivi dello stesso periodo del 2022: una media di ben 334 migranti sbarcati al giorno. Infatti, almeno 25.937 persone sono arrivate sulle coste italiane dalle spiagge tunisine fino al primo giugno, circa 172 sbarcati al giorno, un incremento del 580 per cento rispetto ai 3.818 arrivi dello stesso periodo dello scorso anno: siamo ben oltre la metà dei 32.101 sbarchi complessivi dalla rotta tunisina dell’intero 2022. Nel mese di maggio sono arrivate almeno 1.554 persone dalla Tunisia e 5.825 dalla Libia.
Domani incontro con premier libico
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