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3:36 pm, 31 Maggio 23 calendario

Con l’abolizione della parola “razza” è rischio caos sugli animali

Di: Redazione Metronews
parola "razza"
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«Eliminando la parola “razza” da tutti i documenti della Pubblica amministrazione si rischia il caos. Bisognava precisare che lo stop all’utilizzo di questo termine vale solo per gli esseri umani e non per gli animali». A lanciare l’allarme sono alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia, dopo che dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera è arrivato il via libera all’unanimità all’emendamento – presentato da Arturo Scotto del Pd – al decreto Pa che stabilisce che negli atti pubblici la parola “razza” venga sostituita da “nazionalità”. La proposta, che ha ricevuto il parere favorevole del governo, è stata firmata da tutti i gruppi. Ma restano le perplessità all’interno del partito leader della maggioranza, i cui esponenti ora chiedono di correre ai ripari. 

La parola “razza” e le specie animali

«Quando è stato proposto l’emendamento del Pd a firma Scotto non si è considerato, in maniera anche un po’ leggera se non irresponsabile, il fatto che il termine viene utilizzato per le razze animali: non c’è stata questa distinzione. È un termine che vale per i cani, per i bovini, i pesci», osserva il deputato di Fdi Andrea Mascaretti, membro della commissione Lavoro di Montecitorio, che si è fatto portavoce dei dubbi di alcuni suoi colleghi: «Penso ai mercati ittici, che sono spesso regolati dalle amministrazioni pubbliche. Nei documenti ci sono dei riferimenti alla “razza”, intesa anche come singola specie ittica. In tutti questi casi, in tutti quei documenti delle Pubbliche amministrazioni mi chiedo cosa avverrà d’ora in poi. Lo stesso vale per i libri di veterinaria che riportano la parola “razza”: con l’abolizione di questo termine non ci sarebbe più corrispondenza tra gli atti della Pa e le definizioni utilizzate nel campo veterinario».

La replica: «Riferimento chiaro, nessun problema»

Mascaretti spiega di aver già sollevato queste perplessità nel corso dei lavori: «Abbiamo fatto presente questo problema in commissione, ma eravamo impegnati anche su altre cose molto importanti. Questo tema andava precisato e chiarito. Se il nodo non verrà sciolto, dal mio punto di vista si creerà sicuramente un grande caos, con costi ingiustificati nel mondo della veterinaria. Bisognerà intervenire per sistemare questa faccenda. Non ha senso sostituire nel mondo animale il termine “razza” con “nazionalità”». L’esponente di Fdi auspica che la norma «venga modificata anche su richiesta dello stesso firmatario dell’emendamento, per evitare che ci siano equivoci. Bisognerebbe sentire cosa ne pensano i veterinari, o chi insegna».Da parte sua Scotto, liquida l’allarme di Fdi come «una questione di lana caprina»: «In primo luogo – spiega Scotto – è estremamente positivo il fatto che col concorso di tutti i gruppi si sia superato un concetto antistorico e privo di fondamento scientifico, eliminando la parola “razza” dai documenti della Pa. È del tutto evidente che quel divieto è inteso per i gruppi umani, non per gli animali». L’emendamento, sottolinea Scotto, è stato pensato per esempio per casi come quello del «questionario famoso “di che razza sei?” o del decreto regio del 1944 dove si restituiscono i diritti politici a cittadini “di razza ebraica”. Il resto è tutto risolvibile. Non si può ritoccare l’emendamento, perché è stato approvato. Ma si troverà un modo».

31 Maggio 2023 ( modificato il 5 Giugno 2023 | 23:08 )
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