museo nazionale romano
2:48 pm, 14 Maggio 23 calendario

L’arte rivela quell’istante di eternità che ci lega agli antichi

Di: Lorenzo Grassi
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L’arte rivela un legame sotteso e inaspettato che percorre l’intera storia dell’umanità. A cercare di farlo trasparire – attraverso circa 300 pezzi eccezionali tra opere greche, romane, etrusche e italiche, medievali, moderne e contemporanee – è ora la mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”, allestita in alcune delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano a Roma che per l’occasione sono state riaperte eccezionalmente al pubblico dopo decenni. La mostra, visitabile sino al 30 luglio 2023, è promossa dal ministero della Cultura italiano e dal ministero della Cultura e dello Sport della Grecia, a testimonianza della solida collaborazione esistente tra i due Stati. L’evento espositivo, organizzato dalla Direzione generale Musei e dal Museo Nazionale Romano in collaborazione con Electa, è ideato e curato da Massimo Osanna, Stéphane Verger, Maria Luisa Catoni e Demetrios Athanasoulis, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale.

L’arte rivela i legami invisibili

L’obiettivo dell’esposizione è quello di esplorare il duplice rapporto che viene intessuto con gli antichi: da una parte il lungo e discontinuo processo storico di trasmissione intellettuale e artistica che ha plasmato la nostra cultura; dall’altra il rapporto di immedesimazione nelle vicende della vita, gioiose e drammatiche, vissute in un lontano passato e giunte fino a noi attraverso le opere d’arte. «Per questo – fanno notare i curatori della mostra – gli antichi ci sembrano allo stesso tempo lontani e vicini». In questo percorso di scoperta e confronto, il visitatore è accompagnato da alcune opere straordinarie provenienti dai principali musei italiani e da importantissimi istituti della Grecia. Molte delle opere in mostra sono presentate al pubblico per la
prima volta
: nuove scoperte, come il carro da parata di Civita Giuliana e la statua di Ercole del Parco Archeologico dell’Appia Antica; nuove acquisizioni, come la Tabula Chigi del Museo Nazionale Romano, e soprattutto tanti capolavori solitamente conservati nei depositi, come la statua di Santorini. In questo senso la mostra rappresenta un’altra tappa del progetto Depositi (Ri)scoperti, ideato e promosso dal Museo Nazionale Romano, permettendo non solo di proseguire l’iniziativa, ma anche di incrementarla con la realizzazione di nuove tappe espositive negli istituti della Direzione Regionale Musei Lazio a Nemi e a Sperlonga.

 

Un viaggio tra divinità e cosmo

Il percorso è suddiviso in due parti e cinque tematiche. Si parte da “L’eternità di un istante” con il famoso e tragico calco di due vittime anonime dell’eruzione del Vesuvio che l’archeologia ci ha restituito come eternamente immobilizzate nell’istante della morte. Si prosegue con “La fama eterna degli eroi” con l’ostentazione del potere, da Cesare a Cosimo da Medici e il richiamo ai grandi cicli mitici, come quelli omerici dell’Iliade e dell’Odissea. Si passa a “L’ordine del cosmos“, con le rappresentazioni antiche dello spazio e del tempo, che prendono la forma di divinità, personificazioni ed entità astratte. Nella seconda parte del percorso viene approfondito il tema del rapporto intimo di immedesimazione che ci rende gli antichi vicinissimi. Partendo da “Le opere e i giorni” dove si ricostruiscono importanti momenti della vita sociale, proseguendo con “Umani divini” e l’inesauribile varietà di modi di rappresentare l’individuo, dalle potenti statue-stele neolitiche alle raffinate composizioni classiche ed ellenistiche, per culminare in “Umani divini” dove spicca la monumentale statua femminile di Santorini, una della più antiche di tutta la scultura greca, esposta per la prima volta in assoluto al grande pubblico. La mostra si chiude con la strada che porta nell’aldilà, tra raffigurazioni del rituale funerario e credenze nell’oltretomba tramandate dall’antichità.

14 Maggio 2023
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