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8:58 pm, 9 Maggio 23 calendario
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Mensa dei Poveri, Tatarella «pagato sistematicamente»

Di: Redazione Metronews
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Biglietti per i Coldplay (902 euro), viaggi gratis, tagliandi per la finale di Champions League Juve-Real Madrid del 2017 a Cardiff. Sono alcune delle “regalie” che per i pm avrebbe intascato l’ex vicecoordinatore lombardo di Fi, Pietro Tatarella, dall’imprenditore Daniele D’Alfonso in cambio di favori per ottenere «un salto nel mondo imprenditoriale». Anzi, Tatarella da D’Alfonso «era pagato sistematicamente».

È uno dei passaggi della parte della requisitoria tenuta oggi in aula dal pm  Silvia Bonardi, tra i titolari dell’inchiesta «Mensa dei Poveri» e per la quale sono a processo una settantina di persone.

Il burattinaio era Nino Caianiello

La vicenda ha al centro un presunto «sistema» di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, di cui il burattinaio sarebbe stato Nino Caianiello, ex coordinatore varesino azzurro e molto influente od ogni livello e che assieme ad altri indagati ha patteggiato tempo fa.

Alla sbarra big di Forza Italia: Tatarella, Altitonante, Lara Comi, Sozzani

Tra chi ha scelto il rito ordinario oltre a D’Alfonso e Tatarella, ci sono tra gli altri, il consigliere lombardo e collega di partito del secondo Fabio Altitonante, eletto sindaco di un comune in Abruzzo, e l’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi e l’allora deputato sempre di Fi Diego Sozzani. Il pm Bonardi ha riscostruito le vicende che riguardano l’associazione per delinquere milanese.

Il pm ha precisato che «le fonti di prova di questo procedimento sono le intercettazioni telefoniche e ambientali, sono il nucleo. E Caianiello, quando ha reso i suoi numerosi interrogatori, non ha raccontato nulla di nuovo rispetto a quello che si sapeva di già. Ha spiegato le intercettazioni». Molte sono, infatti, quelle che il pubblico ministero ha citato in aula, come i 10 mila euro versati da D’Alfonso con la sua Ecol Service «per finanziare la campagna elettorale» di Sozzani (le accuse di corruzione “sono provate” anche dalle dichiarazioni dell’allora suo braccio destro).

I 10 mila euro per la squadra di calcio

Oppure la «pseudo sponsorizzazione», tramite una presunta fattura falsa da 10 mila euro, alla società dilettantistica di calcio Busto 81 della quale era direttore sportivo Carmine Gorrasi, all’epoca consigliere comunale nella cittadina del Varesotto. «In piena stagione calcistica – ha sottolineato – compare uno sponsor che poi non ha alcun ritorno pubblicitario», nemmeno una scritta su una maglietta. Per il pubblico ministero quel denaro sarebbe servito, invece, a finanziare la campagna elettorale di Angelo Palumbo, il candidato forte di Caianiello alle elezioni lombarde.

D’Alfonso e la ‘ndrangheta

Quanto a Tatarella, non solo ha affermato che il suo vero impegno era dedicato alla campagna elettorale di Altitonante, ma ha aggiunto che era un «partecipe di primo piano» dell’associazione per “delinquere milanese” (l’altra è “gallaratese”, ossia con base a Gallarate) di cui D’Alfonso era il promotore. L’imprenditore, che risponde dell’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta, «non avrebbe mai potuto raggiungere certi risultati senza l’aiuto di Tatarella che era diventato il vice coordinatore regionale di Forza Italia e che era molto influente. Senza di lui non poteva muoversi su certi canali politici altrimenti irraggiungibili».

9 Maggio 2023
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