Giornata mondiale della libertà di stampa
6:58 pm, 2 Maggio 23 calendario

Libertà di stampa minacciata anche da intelligenza artificiale

Di: Redazione Metronews
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Tra i motivi che vengono additati quali minaccia alla libertà di stampa, nel giorno in cui si celebra la 30esima Giornata mondiale, il 3 maggio, ci sono anche gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale, ora utilizzati per riempire le cosiddette «content farm», cioè siti web di bassa qualità diffusi in tutto il mondo che sfornano grandi quantità di articoli «clickbait» per massimizzare le proprie entrate pubblicitarie, come denuncia NewsGuard, l’osservatorio internazionale sulla disinformazione dei media.

Libertà di stampa e intelligenza artificiale

Tant’è che nell’aprile 2023 NewsGuard ha identificato ben 49 siti in sette lingue (ceco, cinese, francese, inglese, portoghese, tagalog e thailandese) che in apparenza avevano l’aspetto di tipici siti di notizie ma che invece «sembrerebbero essere stati interamente o in gran parte generati da modelli di linguaggio basati sull’intelligenza artificiale progettati per imitare la comunicazione umana».

E così l’Osservatorio ha contattato via email 29 di questi siti che fornivano informazioni di contatto, due dei quali «hanno confermato di aver utilizzato l’intelligenza artificiale per produrre contenuti» mentre dei restanti 27, due siti «hanno risposto all’email ma non alle domande specifiche» poste da NewsGuard mentre 8 tra questi risultavano avere «indirizzi email non validi», infine 17 non hanno risposto per nulla, nè alle email nè alle domande.

Secondo l’Osservatorio NewsGuard, tuttavia, i 49 siti realizzati dall’intelligenza artificiale identificati da NewsGuard «hanno nomi in apparenza innocui e generici, che potrebbero fare pensare che tali siti siano gestiti da editori affermati, come Biz Breaking News, News Live 79, Daily Business Post e Market News Reports» ma invece «gli articoli generati dall’intelligenza artificiale spesso riassumono o riscrivono contenuti prodotti da altre fonti» come riscrivere o riassumere articoli originali della Cnn.

Osserva infine NewsGuard: «Il lettore comune probabilmente non si accorgerebbe del fatto che gli articoli prodotti da molte di queste content farm basate sull’intelligenza artificiale non sono stati scritti da esseri umani, se non fosse per un indizio lampante: tutti i 49 siti identificati da NewsGuard hanno pubblicato almeno un articolo contenente messaggi di errore piuttosto comuni nei testi generati dall’IA: tra questi, ‘la mia data limite nel settembre 2021’, ‘come modello di linguaggio IA’ e ‘Non posso completare questa richiesta».

Certi articoli, poi, promuovono per lo più narrazioni false come la supposta morte del presidente Usa Joe Biden, per esempio: «Il paragrafo iniziale dell’articolo affermava: «Ultim’ora: La Casa Bianca ha riferito che Joe Biden è morto pacificamente nel sonno…» e utilizzando frasi banali e assai ripetitive, segni evidenti di un prodotto artefatto o artificioso.

Giornalisti uccisi

Nel 30esimo anniversario della Giornata mondiale della libertà di stampa, il giornalismo si presenta come un mestiere difficile e poco protetto, sia in pace che in guerra. E’ infatti del 26 aprile l’ultimo episodio che ha visto l’inviato di Repubblica in Ucraina, Corrado Zunino, rimanere ferito a Kherson colpito dai cecchini russi nonostante la scritta «Press» ben in vista sul suo giubbotto antiproiettile, mentre il suo accompagnatore e interprete Bogdan Bitik è rimasto ucciso.

Stando ai dati diffusi dall’Osservatorio sui giornalisti uccisi, riportati dal sito dell’Unesco, sono 1.592 i giornalisti caduti dal 1993 a oggi e gli ultimi 12 sono rimasti uccisi nel corso di questi pochi mesi del 2023 in diverse zone di conflitto. Un lavoro molto rischioso anche perchè «molti di loro lo fanno senza le adeguate garanzie e protezioni, perchè non sono pagati abbastanza, perchè non possono permettersi i dispositivi di sicurezza (caschi, giubbotti antiproiettile, auto blindate) o perchè non hanno un’assicurazione per le zone di guerra», sottolinea Ossigeno, che ricorda come spesso molti di loro siano fotoreporter o giornalisti freelance, blogger o vide-operatori non alle dipendenze dirette di specifiche testate giornalistiche.

Stando al Rapporto annuale 2023 delle organizzazioni partner della piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, intitolato «la guerra in Europa e la lotta per il diritto di cronaca», diffuso a Strasburgo lo scorso 7 marzo, ad esempio «la guerra in Ucraina si è verificata in un contesto di continuo degrado della libertà di stampa in tutta Europa, con un aumento significativo del numero di giornalisti detenuti».

Nel corso del 2022, la piattaforma ha pubblicato 289 segnalazioni di gravi minacce o attacchi alla libertà dei media in 37 Stati, dove risultavano giornalisti «uccisi, imprigionati, aggrediti, perseguitati legalmente e sottoposti a campagne diffamatorie». Così alla data del 31 dicembre 2022, la piattaforma riportava 95 giornalisti in stato di detenzione, di cui 52 in Turchia, 22 in Russia, 14 nei territori occupati dalla Russia in Ucraina, 4 in Azerbaigian, uno nel Regno Unito, uno in Georgia e uno in Polonia, ciò che alla fine «rappresenta un aumento del 60% rispetto al 2021» riferisce il rapporto del Consiglio d’Europa. Nella vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa del 3 maggio 2023 a New York, al Palazzo di Vetro, sede della Nazioni Unite, l’Unesco promuove un incontro ad hoc intorno a questo tema: «Plasmare un futuro di diritti: libertà di espressione, la pietra angolare dei diritti umani». E l’organizzazione invita tutti a postare sui social questo solo messaggio: «Va tutto bene», in quanto «se va tutto bene nelle notizie – si spiega – significa che c’è qualcosa che non va nel giornalismo». Ovvero, «senza libertà di espressione i, quando il giornalismo è compromesso, diritti umani sono minacciati».

2 Maggio 2023
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