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10:24 pm, 27 Marzo 23 calendario
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Addio Gianni Minà: dai pugni di Alì a Fidel Castro, una vita non solo di sport

Di: Redazione Metronews
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Il giornalista e conduttore televisivo Gianni Minà è morto all’età di 84 anni.

Giani Minà

L’annuncio della scomparsa è stato dato sulla sua pagina ufficiale di Facebook (vedi foto in alto). «Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità».

Gianni Minà, giornalismo e tv

Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 a “Tuttosport” (di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998). Nel 1960 debutta in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. Approdato a “Sprint”, rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson, a partire dal 1965 si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui “Tv7”, “AZ, un fatto come e perché”, “Dribbling”, “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo” e “Gulliver”.

Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson fonda “L’altra domenica”. Nel 1976 viene assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vince il “Premio Saint Vincent” in qualità di miglior giornalista televisivo dell’anno. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a “Mixer”, debutta come conduttore di “Blitz”, programma di Raidue di cui è anche autore, che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali.

L’intervista a Fidel Castro di 16 ore

Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell’epoca di Muhammad Ali. Nel 1987 Minà diventa famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore con Fidel Castro, il presidente cubano, per un documentario da cui viene tratto un libro: il reportage intitolato “Fidel racconta il Che”.

In un’intervista Minà spiegava così l’affetto di personaggi intervistati e che erano entrati nella sua vita: “Credo sia una questione di intimità. Io ho i modi che soddisfano le relazioni umane. E quando mi dicevano no, non insistevo”. Il giornalista che ha intervistato quasi tutti, dai Beatles al Subcomandante Marcos, aveva spiegato al quotidiano che il suo rimpianto era non aver intervistato Nelson Mandela: “Mi è sfuggito Nelson Mandela. Ci eravamo messi d’accordo e mi aveva invitato in Sudafrica. Poi dovetti rinviare per tre quattro giorni e non siamo più riusciti a vederci”.

La foto al ristorante con Alì, De Niro, Leone e Marquez

Una foto sta spopolando sui siti in queste ore e che racconta di un episodio più volte citato dallo stesso Gianni Minà nel corso della sua vita. La foto che ritrae il giornalista con Muhammad Alì, Robert De Niro, ai tempi di «C’era una volta in America», Sergio Leone e Marquez.

Raccontava Minà che quando decise di andare a cena, Sergio Leone lo seppe e gli disse: «Cosa? Cioè tu e Robert andate a cena con Muhammad Ali e non mi avete detto nulla?». Poi si aggiunse anche Gabriel Garcia Marquez, tutti insieme da Checco er Carettiere a Trastevere.

All’inizio dunque dovevano esserci solo Muhammad Alì e Minà. Poi si aggiunse Robert De Niro, poi Sergio Leone e infine il grande scrittore. Il gruppo, in pochi minuti, fu definito dallo stesso Minà «un bene per l’umanità». Tutto nacque dall’esigenza di intervistare il pugile per una puntata di Mixer, poi De Niro si aggiunse per conoscere la star del ring e lo stesso fece Leone visto che c’era De Niro. La foto è del 1984, quando appunto Leone e De Niro erano a Roma per presentare «C’era una volta in America».

27 Marzo 2023 ( modificato il 28 Marzo 2023 | 0:27 )
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