Caporalato tra i rider: l’indagine dei Carabinieri
Tecnicamente si chiama sfruttamento tramite “cessione delle credenziali di accesso alle piattaforme di food delivery per l’esercizio dell’attività di ciclo fattorino“. In pratica si traduce così: caporalato tra i rider. Questo il risultato di un’indagine svolta in tutta Italia dai Carabinieri del Nucleo di Tutela del Lavoro. Si tratta dell’evoluzione delle verifiche avviate a cura del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano assieme alla Polizia Locale del capoluogo lombardo nel settembre del 2019, verifiche scattatate dopo gravi incidenti stradali e sul lavoro e svolte in coordinamento con la Procura della Repubblica di Milano.
Il caporalato tra i rider e la cessione di account
Già nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022 era emersa l’esistenza di nuove forme di “caporalato digitale” attraverso l’illecita cessione di account. Fino alla metà del 2019 la cessione di account era un fenomeno “fisiologico”, spiegano gli stessi Carabinieri, dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider che, non volendo essere sloggato o penalizzato nel ranking, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi (a causa di infortuni, malattia, rientro in patria per gli stranieri ecc..) “prestava” volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la piattaforma.
Le indagini del 2019 e il “boom” durante il lockdown
Poi, durante i lockdown, il fenomeno dei rider e della cessione di account è cresciuta esponenzialmente. Il risultato? Spiegano i Carabinieri: «In questo nuovo ed atipico scenario lavorativo, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano accertava l’esistenza e lo sviluppo di numerosi episodi di cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera. Gli account sarebbero registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi e, successivamente ad avvenuto accreditamento, ceduti al rider che materialmente effettua la prestazione previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero da parte del caporale. In sintesi, si verifica che gli account registrati e accreditati sulle piattaforme delle citate società di Food Delivery, verosimilmente gestiti dal c.d. caporale, vengano ceduti ad altra persona (rider) che materialmente eseguirà la prestazione lavorativa della consegna previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero operata dallo stesso titolare dell’account, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo.
Segnalati alle procure 92 casi di cessione abusiva di account
Il risultato dell’indagine, appena estesa a livello nazionale, ha portato i militari ad accertare che su 823 lavoratori stranieri controllati, 92 di questi sono risultati in cessione di account per una percentuale pari all’11,2%. Di conseguenza, saranno interessate le 36 Procure della Repubblica competenti per l’ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (Caporalato). Le società di food delivery interessate hanno prestato collaborazione, e così gli account in cessione o a qualsiasi titolo utilizzati fraudolentemente «sono stati di fatto eliminati al fine di impedire la prosecuzione delle condotte illecite. Inoltre, le stesse società hanno recentemente implementato i controlli interrompendo il rapporto lavorativo nel caso emergano situazioni di irregolarità».
Le congratulazioni della ministra del Lavoro ai Carabinieri
«Mi complimento con il Comando dei Carabinieri per la tutela del Lavoro per l’operazione che rientra nella più ampia attività di controllo e di repressione delle condotte illecite nel mondo del lavoro, soprattutto quelle che ledono la dignità delle persone perchè legate a fenomeni di sfruttamento, caporalato e tratta». Lo afferma la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, commentando l’operazione dei Carabinieri contro il caporalato digitale.
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