Ambiente
4:43 pm, 7 Marzo 23 calendario
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Neve artificiale insostenibile. L’allarme di Legambiente

Di: Redazione Metronews
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Neve sempre più rara e sempre più costosa, secondo il dossier Nevediversa 2023 di Legambiente presentato oggi a Torino. La neve infatti è sempre più scarsa su Alpi e Appennini, con la conseguenza per l’Italia di aumentare l’innevamento artificiale per frenare gli impatti negativi sul turismo invernale. Una pratica «non sostenibile e alquanto cara, sperperando anche soldi pubblici», evidenzia Legambiente, che si riferisce come l’Italia sia «tra i Paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia ( 39%)».

Quasi 150 invasi artificiali per l’acqua

Preoccupante – prosegue il rapporto – il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale: sono ben 142 quelli mappati nella Penisola per la prima volta da Legambiente attraverso l’utilizzo di immagini satellitari per una superficie totale pari a circa 1.037.377 metri quadrati. Il Trentino Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 e dal Piemonte con 16 bacini. Nel Centro Italia, l’Abruzzo è quello che ne conta di più, ben 4.

Già dismessi 249 impianti

In parallelo, nella Penisola nel 2023 aumentano sia gli «impianti dismessi», toccando quota 249, sia quelli «temporaneamente chiusi» – sono 138 – sia quelli sottoposti a «accanimento terapeutico», ossia quelli che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico, e che nel 2023 arrivano a quota 181».

La Val di Fiemme senza Neve a gennaio scorso

Consumati 97 milioni di metri cubi d’acqua all’anno

Per Legambiente il sistema di innevamento artificiale non è una pratica sostenibile e di adattamento, «dato che comporta consistenti consumi di acqua, energia e suolo in territori di grande pregio». In particolare, l’associazione ha fatto la seguente stima: considerando che in Italia il 90% delle piste è dotato di impianti di innevamento artificiale il consumo annuo di acqua già ora potrebbe raggiungere 96.840.000 metri cubi, che corrispondono al consumo idrico annuo di circa una città da un milione di abitanti.

Quanto costa la neve artificiale?

L’innevamento artificiale inoltre, «richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione. Senza contare che il costo della produzione di neve artificiale sta anche lievitando, passando dai 2 euro circa a metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro al metro cubo nella stagione 2022-2023».

Per questi motivi Legambiente torna a ribadire «l’urgenza di ripensare a un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività. Ce lo impone la crisi climatica che avanza e che sta avendo anche pesanti impatti sull’ambiente montano. Difronte a ciò l’Italia non può più restare miope, ne può pensare di poter inseguire la neve».

 

In Lombardia sono 24 gli impianti di risalita sciistici dismessi per assenza cronica di neve, fallimenti, crisi economica, fine ‘vita tecnica’ delle strutture poi non rinnovate e altri cinque sono temporaneamente chiusi, ma dal futuro incerto. Queste installazioni spesso lasciano sul territorio ruderi delle stazioni di partenza e arrivo, piloni in cemento armato abbandonati, cavi in ​​acciaio non rimossi, come nel caso per esempio dello skilift sul Monte Poieto, nel Comune di Selvino – Aviatico (Bergamo), dismesso addirittura negli anni ’60, la seggiovia sul Monte Arera nel Comune di Oltre Il Colle – Zambia Alta (Bergamo) chiuso dal 2003, lo skilift sul Monte San Primo nel Comune di Bellagio (Como) fermo dal 2013 o l’ex Albergo degli sciatori a Moggio (Lecco) un eco-mostro costruito nel 1975 e dal 2019 in vendita.

7 Marzo 2023
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