Brasile
11:00 am, 9 Gennaio 23 calendario

Centinaia di arresti, rimosso il governatore di Brasilia. Paese nel caos

Di: Redazione Metronews
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Il Brasile è nel caos. Una crisi annunciata da due mesi ma che ieri è esplosa con migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro che hanno assaltato i palazzi del potere. Immagini, dalla capitale Brasilia, impressionanti, troppo simili a quelle di due anni fa dell’assalto al Campidoglio negli Stati Uniti. Almeno 46 persone, di cui sei in condizioni gravi, sono rimaste ferite nei disordini.

LA CONDANNA DI GUTERRES. “Condanno l’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. La volontà del popolo brasiliano e le istituzioni del Paese devono essere rispettate. Sono fiducioso che sarà così. Il Brasile è un grande paese democratico”. Così, su Twitter, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato la violazione, da parte dei sostenitori di Bolsonaro, della Corte suprema, del Congresso e del palazzo presidenziale del Brasile.

ALMENO 1200 ARRESTI. Almeno 1200 persone sono state arrestate dopo che i sostenitori pro-Bolsonaro hanno preso d’assalto importanti edifici governativi nella capitale del Brasile, ha dichiarato Ibaneis Rocha, governatore del Distretto Federale del Paese di cui fa parte Brasilia. “Pagheranno per i crimini commessi”, ha twittato Rocha. “Continuiamo a lavorare per identificare tutti gli altri che hanno partecipato a questi atti terroristici nel Distretto Federale. Continuiamo a lavorare per ristabilire l’ordine”. La Corte Suprema del Brasile ha ordinato oggi all’esercito di smantellare tutti i “campi bolsonaristi” che esistono sul territorio nazionale entro 24 ore.

RIMOSSO IL GOVERNATORE DI BRASILIA. Il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha destituito per 90 giorni il governatore di Brasilia, Ianeis Rocha, per essere stato presumibilmente a conoscenza dell’assalto alle istituzioni da parte di sostenitori di Bolsonaro. Moraes ha preso questa decisione a seguito della richiesta di un senatore, Randolfe Rodrigues, e dell’ufficio del procuratore generale, considerando che i manifestanti avevano l’approvazione del governo di Brasilia per compiere l’assalto.

ASSALTO AI TRE POTERI La folla è riuscita a irrompere nel Parlamento sfondando i cordoni di sicurezza e devastando gli arredi. I rivoltosi hanno assaltato anche il palazzo presidenziale Planalto e la sede del Tribunale Supremo Federale che si trovano a due passi, appunto nella Praca dos Tres Poderes. Numerosi video girati dagli stessi manifestanti, pubblicati sui sociali e ripresi dai media, hanno mostrato persone in un’aula del Senato vandalizzata. All’esterno una marea umana con la maglietta della nazionale di calcio o una bandiera nazionale sulle spalle. Con un raid la polizia ha ripreso, poche ore dopo, il controllo della situazione, eseguendo circa 400 arresti, ma sono state ore di follia.  (AGI) – Roma, 9 gen. –

L’EX PRESIDENTE ‘RIFUGIATO’ IN FLORIDA Bolsonaro è attualmente in Florida dal 30 dicembre scorso, poco prima dell’insediamento di Luiz Inacio Lula da Silva, tenutasi il 1 gennaio. Gli ultimi eventi rischiano di allargare la tensione anche negli Usa che hanno accolto l’ex presidente, sul quale pendono anche inchieste giudiziarie per corruzione. Nella sua casa di Orlando, inaccessibile ai media, non si è visto, Bolsonaro ha preso in affitto un appartamento da un amico, un professionista di arti marziali. L’obiettivo dell’ex presidente è quello di restare in Florida almeno tre mesi. Da quando è arrivato a fine anno, l’ex leader sconfitto alle elezioni è apparso poche volte in pubblico. Tra le sue visite, una nel resort di Mar-a-Lago dal suo amico e sostenitore Donald Trump. E nelle ultime ore dai democratici sono partite richieste di espellere Bolsonaro, e non riconoscergli lo status di rifugiato.

I BOLSONARISTI NON ACCETTANO LA VITTORIA DI LULA. I sostenitori di Bolsonaro non accettano la vittoria di Lula alle ultime presidenziali e già il giorno dopo le elezioni del 30 ottobre si erano accampati davanti al quartier generale dell’esercito. Bolsonaro, che non si è mai congratulato con Lula per la sua vittoria, non ha ancora commentato i fatti. Ha lasciato il Brasile il 30 dicembre scorso per recarsi in Florida disertando la cerimonia del passaggio di consegne con Lula. A novembre suo figlio Eduardo aveva tuttavia pubblicato un video messaggio in cui Steve Bannon, storico consigliere di Donald Trump, esponente dell’ultra destra americana, sosteneva che le elezioni in Brasile erano state rubate e invitava la gente a scendere in piazza. «Sarà molto interessante – aveva detto – vedere come si sviluppa».

LA CONDANNA DI TUTTO IL MONDO Da Giorgia Meloni a Emmanuel Macron, dalle istituzioni Ue a Joe Biden: un coro di condanne si è alzato contro le violenze in Brasile. «Un attacco alla democrazia» per tutti, «Terribile» ha detto Biden. «La volontà del popolo brasiliano e le istituzioni devono essere rispettate», ha fatto eco il presidente francese. Tra i commenti fa eccezione quello del proprietario di Twitter, Elon Musk: «Spero – ha scritto – che il popolo in Brasile sia in grado di risolvere le questioni pacificamente», una posizione contestata dai suoi follower.

 

9 Gennaio 2023
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