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7:54 pm, 8 Gennaio 23 calendario

Sostenitori di Bolsonaro assaltano Parlamento e Palazzo presidenziale

Di: Redazione Metronews
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Centinaia di sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno assaltato con violenza il Parlamento a Brasilia riuscendo a entrare nello spazio esterno che circonda il Palazzo. Assaltati anche il Palazzo presidenziale e la Corte Suprema.

Il caos nel paese deriva dal mancato riconoscimento della vittoria di Lula alle elezioni presidenziali.

Bolsonaro

L’assalto ricorda quello subito dal congresso Usa dopo la vittoria di Biden su Trump, del quale è caduto il secondo anniversario appena due giorni fa.

Lula non è a Brasilia, riunione di emergenza con i ministri

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, non si trova in questo momento a Brasilia. Lula si è infatti recato nella città di Araraquara, nello stato di San Paolo, devastata da un’alluvione, dove si era recato per controllare i danni.

Lula sta tenendo una riunione di urgenza con i ministri da Araraquara, dove si era recato per controllare i danni delle alluvioni nell’entroterra di San Paolo.

Lula, vincente contro Bolsonaro

Bolsonaro, i sostenitori devastano le istituzioni

Non mancano episodi di devastazione all’interno del congresso e alcuni dei manifestanti hanno occupato l’aula dell’assemblea, salendo sugli scranni e sul banco della presidenza. I sostenitori di Bolsonaro hanno portato bastoni e pietre. Non è servito l’uso di spray al peperoncino e di bombe stordenti per disperdere la folla, che ha forzato il cordone di polizia e si è riversata nel palazzo del Congresso. Le finestre della sede istituzionale sono state rotte e gli aggressori hanno occupato alcune sale, tra cui quella dell’assemblea plenaria.

L’assalto dei sostenitori di Bolsonaro

L’emittente Cnn Brasil mostra persone all’interno di un edificio dove sono stati compiuti atti vandalici. In una immagine si vede un’aula del Senato occupata e vandalizzata. Un video girato da un manifestante mostra il posto del senatore Jader Barbalho. All’esterno, una marea umana con la maglietta della nazionale di calcio. Le stesse immagini stanno circolando sui social media.

La polizia è entrata in azione sparando gas lacrimogeni. La zona era presidiata dalle forze dell’ordine ma i bolsonaristi, molti dei quali con la bandiera carioca sulle spalle, sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza e diverse decine di loro sono riuscite a salire su una rampa dell’edificio per occupare il tetto. I sostenitori di Bolsonaro non accettano la vittoria di Lula alle ultime presidenziali e centinaia di loro si sono accampati davanti al quartier generale dell’esercito, a Brasilia, già il giorno dopo le elezioni del 30 ottobre. I manifestanti hanno prima forzato il cordone di polizia e poi sono riusciti a irrompere nel palazzo.

La polizia militare brasiliana ha iniziato un blitz per disperdere i manifestanti che hanno assaltato le sedi delle istituzioni. Lo riferisce O’Globo. I militari sparano proiettili di gomma e granate stordenti dagli elicotteri per impedire ad altre persone di tentare di avvicinarsi ai palazzi del potere.
Tutte le finestre del primo piano del Senato sono già state distrutte dai manifestanti entrati all’interno, aggiunge O Globo. Alcuni dei manifestanti sono già arrivati al secondo piano. La polizia militare sta usando granate stordenti anche nella zona del palazzo presidenziale. Le sbarre protettive del Tribunale Supremo Federale sono state abbattute dai manifestanti.

Il ministro: “La forza non prevarrà, arrivano rinforzi”

«Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia». Così il ministro della Giustizia brasiliano, Flavio Dino, commenta sul suo profilo Twitter l’assalto alle sedi istituzionali a Brasilia.

“Il disordine è inconcepibile e la mancanza di rispetto per le istituzioni è inaccettabile. Ho stabilito che tutti i membri della Polizia Militare e della Polizia Civile agiscano con fermezza affinché l’ordine venga ripristinato con la massima urgenza. Il vandalismo e la depredazione saranno combattuti con il rigore della legge”. Lo scrive su twitter Anderson Torres, segretario di sicurezza pubblica del distretto federale, ex ministro della giustizia e delle pubblica sicurezza del governo Bolsonaro.

Bolsonaro in Florida

L’ex presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che non si è mai congratulato con Lula per la sua vittoria alle elezioni presidenziali, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre scorso per recarsi in Florida e ha disertato la cerimonia del passaggio di consegne con Lula. Non si hanno notizie di un suo rientro in patria o della sua partenza dagli Stati Uniti.

Ue, Gentiloni: “Democrazia è più forte”

“Perdono le elezioni e assaltano il Parlamento. Ma la democrazia è più forte”. Lo scrive in un tweet Paolo Gentiloni, commissario Ue.

“La mia assoluta condanna dell’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, eletto democraticamente da milioni di brasiliani attraverso elezioni libere e corrette”. Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

«Inorridito dagli atti di violenza e dall’occupazione illegale del quartiere governativo di Brasilia da parte di estremisti violenti oggi. Pieno sostegno al presidente Lula e al suo governo, al Congresso e al Tribunale federale. La democrazia brasiliana prevarrà sulla violenza e sull’estremismo». Lo scrive in un tweet l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Giorgia Meloni, è passata un’ora dall’assalto dei seguaci di Bolsonaro al Parlamento brasiliano. Lei è la presidente del Consiglio dell’Italia. Cosa aspetta ad esprimere la condanna dell’assalto e la solidarietà dell’Italia al presidente Lula?“. Lo scrive su Twitter Gianni Cuperlo, del Pd.

«Una scena già vista, due anni dopo l’assalto a Capitol Hill. I sovranisti quando perdono reagiscono con disprezzo per la democrazia. Al fianco di Lula e delle istituzioni brasiliane. Il Governo condanni senza esitazione». Così su Twitter il capogruppo democratico in commissione Esteri alla Camera Enzo Amendola.

Gli Usa condannano “fortemente”

Gli Usa condannano “fortemente” l’attacco alle istituzioni in Brasile da parte dei supporter dellì’ex presidente Jair Bolsonaro. “La violenza non ha posto in una democrazia. Condanniamo fermamente gli attacchi alle istituzioni dell’esecutivo, del legislativo e del potere giudiziario a Brasilia, che sono un attacco alla democrazia. Non c’è alcuna giustificazione per questi atti!”, ha detto l’ambasciatore americano a Brasília, Douglas Koneff.

Lula all’estero a fine gennaio

Il presidente brasiliano Luiz Inàcio Lula da Silva farà il suo primo viaggio ufficiale in Argentina alla fine di gennaio, per poi visitare Stati Uniti, Portogallo e Cina. Lula, 77 anni, parteciperà al vertice della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac), che si svolgerà il 23 e 24 gennaio a Buenos Aires. Poi, il leader di sinistra, che domenica scorsa ha assunto per la terza volta la presidenza del Paese sudamericano, deve incontrare il suo omologo americano, Joe Biden, a Washington, in una data non ancora fissata. Il viaggio in Cina, primo partner commerciale del Brasile, sarà «dopo marzo», mentre sarà in Portogallo dal 22 al 25 aprile. Lula, che ha già governato per due volte, dal 2003 al 2010, il Paese di dimensioni continentali e maggiore economia dell’America Latina, sta dando i primi segnali di voler rompere l’”isolamento internazionale» del Brasile durante i quattro anni del suo predecessore di estrema destra, Jair Bolsonaro.

Nel suo discorso di insediamento al Congresso, il Presidente ha annunciato un nuovo ruolo del Brasile nel mondo, riprendendo «l’integrazione sudamericana» e la ricostruzione del «dialogo alto e attivo con Stati Uniti, Comunità europea e Cina».
Il nuovo ministro degli Esteri, Mauro Vieira, in occasione della cerimonia di inaugurazione ha detto che il Brasile avrà «un enorme lavoro di ricostruzione» dopo una «battuta d’arresto senza precedenti».

8 Gennaio 2023
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