Giorgia Meloni
4:27 pm, 29 Dicembre 22 calendario

Meloni: mia eredità sarà il presidenzialismo. «Celebrerò il 25 aprile»

Di: Redazione Metronews
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Dal Covid al lavoro, dai temi economici a quelli internazionali: la premier Giorgia Meloni ha tenuto la sua prima conferenza stampa di fine anno rispondendo alle varie domande dei giornalisti presenti. Più di tre ore in cui ha parlato di tutto e su tutto.  Dalla manovra, che naturalmente ha difeso respingendo tutte le critiche, alle questioni identitarie. Dal dialogo con l’Europa alla guerra, al rifiuto del Mes all’Iran.

Meloni e il 25 aprile 

Rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni del presidente del Senato La Russa e della sottosegretaria Rauti che hanno celebrato la fondazione dell’Msi, dichiarazioni contestate dalla comunità ebraica, Meloni ha detto di essere d’accordo con i due esponenti di FdI: «L’Msi ha avuto ruolo importante in Italia: ha fatto il suo percorso ed è stato chiaro sull’antisemitismo».  A domanda se parteciperà alle celebrazioni  per il 25 aprile ha risposto «sì».

Il presidenzialismo

«Confermo che il presidenzialismo è una mia priorità, punto a farlo entro questa legislatura. Può solo fare bene all’Italia, consente stabilità e governi frutto di indicazioni popolari chiare. Sono sempre partita dal sistema francese non perchè sia il mio preferito ma quello più condiviso, penso a una riforma condivisa. Sullo strumento, bene Bicamerale se utile, altrimenti è dilatorio. Entro gennaio ci saranno colloqui tra Casellati e opposizione: quindi decideremo. Non escludo iniziativa del governo, ma se è più coinvolgente nessun problema a partire dal parlamento. Vorrei fosse mia eredità».

 

 Manovra e riforma fiscale


Meloni ha difeso la manovra, sottolineando i tempi stretti e il fatto che sia stata varata con un giorno di anticipo sulla scadenza per poi aggiungere che «sulla riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria con le poste in bilancio» a cominciare da taglio del cuneo fiscale con l’obiettivo di arrivare a  5 punti di taglio. Il secondo obiettivo , ha continuato, è la «tassazione che tenga conto della composizione del nucleo famigliare. Consideriamo il tema del sostegno alla genitoralità una priorità ed anche la tassazione deve tenerne conto» . Il terzo obiettivo, infine, è quello di promuovere una  «tassazione che incentivi di più chi si mette in gioco e crea ricchezza: il tema – ha concluso – è più assumi e meno paghi».

Condoni e salva calcio

La premier si innervosisce visibilmente quando, tra le domande, qualcuno chiede dei condoni fatti dal suo governo sin da inizio corsa. «Non ci sono – afferma -: abbiamo fatto una norma che chiede a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateazione». «Le uniche cartelle stralciate – puntualizza – sono quelle vecchie più di 7 anni e inferiori a 1.000 euro, banalmente perché conviene allo Stato di più la loro distruzione. Vogliamo sì immaginare un nuovo tipo di dialogo con i contribuenti, ma senza favorire assolutamente l’evasione fiscale».
E anche con il cosiddetto salva-calcio «non si regala qualcosa, tutti pagano quello che devono pagare. L’errore, semmai  c’è stato, è a monte, non si doveva votare la sospensione del pagamento di queste società, una situazione che noi abbiamo ereditato».

Il pnrr e il Mes da trasformare per Meloni

«Sono contenta che il governo italiano sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera all’Ue e richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati, dei 55 obiettivi erano stati conseguiti 25. Abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. La staffetta  con Draghi ha funzionato». Quanto al Mes il cosiddetto fondo salva stati Meloni ha ribadito la sua contrarietà. «Il tema è che, atteso che l’Italia non accederà mai al Mes sinchè io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno. Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno. Che la riforma vada in porto o meno credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti, è un creditore priovilegiato, produce problemi significativi di spendibilità dei tuoi titoli di stato, ti si alzano i tassi di interesse. Noi siamo nella posizione di tenere bloccati di decine di miliardi quando servono soldi? No. Ma vorrei capire se esistono i margini che piuttosto che ratificare una riforma, lavorare a qualcosa di diverso, con condizionalità diverse e magari con obbietivi più centrati. A questo dedicherò il mio lavoro nelle prossime ore».

Guerra in Ucraina e Iran 

A una domanda della corrispondente della Tass a Roma sulla possibile ripresa del dialogo tra Roma e Mosca alla luce dei rapporti storici tra i due paesi Meloni ha tenuto la posizione sulla guerra: «Confermo che storicamente i rapporti culturali con la Russia sono antichi e solidi, infatti ho difeso la scelta della Scala di dedicare la sua ‘prima’ a un’ opera russa. Le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo e sui suoi cittadini, voglio distinguere le due cose ma quelle scelte ci sono, sono di violazione del diritto internazionale che se fossero accettare farebbero crollare la costruzione della legalità internazionale. Temo che il principio di chi con l’uso della forza possa invadere il vicino sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile: a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri. Spero che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo».

Sull’Iran Meloni si è detta colpita dalla storia della campionessa di scacchi Sara Khadim che ha deciso di partecipare al mondiale di scacchi togliendosi il velo al cospetto del mondo e ha aggiunto: «Ciò che accade in Iran «per noi è inaccettabile e non intendiamo tollerarlo oltre, abbiamo sempre avuto un approccio dialogante ma, se queste repressioni non dovessero cessare e non si dovese tornare indietro, l’atteggiamento dell’Italia dovrà cambiare, con quale provvedimento dovrà essere oggetto di una interlocuzione a livello ineternazionale».

No allo stop delle auto termiche nel 2035

Realizzabili e credibili i tempi per l’addio ai motori a combustione nel 2035? «Non lo considero ragionevole, lo considero profondamente lesivo per il nostro sistema produttivo. Mi pare ci sia una convergenza abbastanza trasversale su questo a livello italiano e intendo utilizzare quella convergenza per porre la questione con forza» ha ribadito Meloni che ha anche rilanciato il suo piano Mattei per l’Africa, nell’ottica di una diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Sul tema non ha nascosto le difficoltà dovute alla congiuntura geopolitica: «Continueremo a lavorare sulla base di quello che accade, ma siamo in una situazione di grande emergenza: i provvedimenti energetici costano mediamente 5 miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, e se dovesse confermarsi cambiato una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti».

Frecciate di Meloni sul Qatargate

Sullo scandalo del Qatargate «una cosa mi ha molto innervosito: molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione italian job, come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job».

Donne e politica: no a regali

«Io delle volte – ha sottolineato Meloni- ho avuto l’impressione che noi donne fossimo le prime vittime dei tabù che ci erano stati imposti. L’ho detto tante volte: la competizione è competizione se competo a 360 gradi ma questo non significa che mi devo aspettare che gli altri mi regalino qualcosa. Nella competizione vera nessuno ti regala niente. Se vuoi essere un leader ci devi diventare lavorando dal basso, non dall’alto. Non ci si può accontentare delle quote», ha osservato.

 

29 Dicembre 2022 ( modificato il 31 Dicembre 2022 | 12:01 )
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