Ira Meloni contro la Francia: «Ingerenze inaccettabili»
Giorgia Meloni tuona: «Ingerenze inaccettabili». «Leggo su Repubblica – spiega la leader di Fratelli d’Italia – che la ministra francese per gli Affari europei, Laurence Boone, avrebbe detto: “Vogliamo lavorare con Roma, ma vigileremo su rispetto diritti e libertà” e “saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”. Replicando lo scivolone già fatto qualche giorno fa dal primo ministro francese Elisabeth Borne. Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri – prosegue Meloni – e confido che il Governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa».
«Ingerenze inaccettabili»
«Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà», aveva affermato in un’intervista a Repubblica la ministra francese per gli Affari europei, Laurence Boone. «È importante che il governo Meloni resti nel fronte europeo contro Mosca e in favore delle sanzioni – aveva aggiunto – rispetteremo la scelta democratica degli italiani. L’Europa deve rimanere unita, in particolare nell’affrontare la guerra che la Russia ha aperto in Ucraina, con le sanzioni che abbiamo adottato. Su questo punto, Meloni ha espresso chiaramente il suo sostegno a ciò che l’Europa sta facendo. Dopodiché è chiaro che abbiamo delle divergenze – aveva aggiunto Boone – saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto. L’Ue ha già dimostrato di essere vigile nei confronti di altri Paesi come l’Ungheria e la Polonia. Non c’è ancora un nuovo governo in Italia, giudicheremo dai fatti. Le norme sullo Stato di diritto si applicano a tutti i 27 membri Ue», aveva precisato infine in merito al rischio di una deriva simile a quella registrata in Ungheria e Polonia.
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