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4:52 pm, 7 Dicembre 22 calendario

Meloni: “Sul tetto al contante e Pos nessun ripensamento”

Di: Redazione Metronews
Sul tetto al contante
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«Sul tetto al contante non si torna indietro e le polemiche sul Pos sono strumentali: è possibile rivedere qualcosa, ma senza cambiare l’impianto del provvedimento». Fonti parlamentari presenti all’incontro di maggioranza a Palazzo Chigi riferiscono che sia la premier Meloni che il ministro dell’Economia Giorgetti hanno difeso a spada tratta la legge di bilancio. Con il titolare di via XX settembre che ha contestato, secondo quanto si apprende, soprattutto le critiche arrivate sul fatto che la legge di bilancio sia a vantaggio dei ricchi e non dei poveri. Durante l’incontro, sempre secondo quanto si apprende, il governo ha sottolineato che anche sul Reddito di cittadinanza e sul Superbonus non si torna indietro. Ascolto alle richieste di modifica delle forze che sostengono l’esecutivo, si valuta di aprire ad un innalzamento delle pensioni minime per alcune categorie over 75, ma i margini di manovra restano stretti. Nel vertice Giorgia Meloni ha ribadito l’importanza di rispettare i tempi e la necessità di organizzare bene i lavori d’Aula. Il ministro Giorgetti si è poi soffermato sulle richieste legate alla rateizzazione dei debiti delle società di calcio. Il discorso potrà riguardare tutte le aziende ma non sarà possibile alcuna norma ad hoc per il calcio, avrebbe argomentato.

Sul tetto del contante il Governo insiste

Nella manovra «non c’è alcun segnale di lassismo sull’evasione fiscale». È quanto avrebbe detto la presidente del Consiglio durante il successivo incontro con i sindacati. Per Meloni, le misure legate al Pos e al tetto al contante non c’entrano nulla con l’evasione fiscale. «Spetta al governo la responsabilità di fare delle scelte, se mettessimo in fila tutte le richieste non ci sarebbero le risorse per fare tutto – avrebbe aggiunto la premier – la flat tax non introduce alcun discrimine, non penalizza i lavoratori dipendenti e i voucher non devono diventare uno strumento per sottopagare i lavoratori». Quanto al taglio del cuneo fiscale «abbiamo voluto dare un segnale ma vogliamo fare di più – avrebbe proseguito Giorgia Meloni, secondo quanto viene riferito – sull’indicizzazione delle pensioni ci riserviamo un’ulteriore valutazione sulle soglie. Difendiamo le scelte fatte perchè abbiamo deciso di aiutare chi non ce la faceva» ma, alla luce dei margini di spesa ristretti, «abbiamo dovuto operare delle scelte». Il governo starebbe «valutando delle proposte di modifica» su Opzione donna.

Una valanga di emendamenti

Intanto sarebbero tra i 500 e i 600 gli emendamenti che il centrodestra starebbe per presentare alla manovra economica e l’obiettivo della maggioranza è stato quello di avere almeno 400 proposte di modifica segnalate. L’accordo raggiunto la settimana scorsa, però, prevede, a quanto risulta ancora oggi, che siano 200 gli emendamenti prioritari per le forze che sostengono il governo di Giorgia Meloni e 250 per le opposizioni. La discussione sarebbe ancora aperta, ma per le forze di governo i temi centrali della manovra, oltre alla mitigazione del costo dell’energia, sarebbero – si apprende ancora – la decontribuzione per il primo impiego, portandola da 6 ad 8 mila euro, le pensioni minime da far arrivare a 600 euro, il tema della famiglia, cavallo di battaglia dei centristi. Nel dibattito spicca anche la retribuzione dell’aspettativa obbligatoria all’80% dello stipendio non solo per le madri lavoratrici potenzialmente a beneficio di entrambi i genitori, senza tralasciare le monofamiglie. Tra i temi caldi si punterebbe anche a prolungare il congedo parentale a 3 mesi. Sul tavolo ci sarebbe anche la questione della possibile riduzione dell’Iva sui pellet e, non ultimo, il taglio del cuneo fiscale, su cui Confindustria ha chiesto al governo uno sforzo maggiore, che alcune forze politiche vorrebbero alzare di un punto dal 2% al 3%.

7 Dicembre 2022
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