la juve nella bufera
1:04 pm, 1 Dicembre 22 calendario

Juventus, chiesto processo per Agnelli e 12 indagati

Di: Redazione Metronews
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La Procura di Torino ha inviato al gip la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex presidente della Juventus Andrea Agnellie altri 12 indagati nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nei bilanci del club bianconero e sulla plusvalenze considerate «artificiali» dai magistrati torinesi.

L’inchiesta, avviata nel novembre di un anno fa, riguarda i bilanci di tre annualità, 2019, 2020, 2021, per i quali l’accusa ipotizza plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid. Lo scorso 24 ottobre era stata notificata agli indagati la chiusura indagini.

Bilanci Juventus
Andrea Agnelli

Il caso Juventus, chiesto rinvio a giudizio per Agnelli

Oltre all’ex presidente, i pm hanno chiesto il processo per Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Cesare Gabasio, Maurizio Arrivabene, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Stefania Boschetti e Roberto Grossi. Tra i reati contestati dalla Procura figurano il falso in bilancio, l’aggiotaggio, l’ostacolo alla vigilanza Consob e le false fatturazioni.

Nell’elenco delle richieste di rinvio a giudizio non figurano, invece, gli ex componenti del collegio sindacale: Silvia Lirici, Nicoletta Paracchini e Paolo Piccatti.

L’indagine

La richiesta di rinvio a giudizio formulata oggi dalla Procura di Torino per l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli e altri dodici dirigenti del club arriva a un anno dal primo passo delle indagini, che risale al novembre 2021, quando la Guardia di finanza perquisisce le sedi di Torino e Milano del club, per reperire documentazione e altri elementi utili relativi ai bilanci societari, approvati negli anni dal 2019 al 2021, con riferimento sia alle compravendite di calciatori, sia alla regolare formazione dei bilanci. Le attività sono volte all’accertamento di ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nei confronti dei vertici del club e dei direttori delle aree business, financial e gestione sportiva. Al vaglio, diverse operazioni di trasferimento di giocatori e le prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle relative intermediazioni. Inoltre, si ipotizza a carico della società il profilo di responsabilità amministrativa da reato, previsto nel caso in cui una persona giuridica abbia tratto vantaggio dalla commissione di specifici illeciti. L’attività viene comunicata alla Consob e alla Procura federale della Figc, con l’inchiesta denominata «Prisma», avviata nel maggio 2021 e affidata ai magistrati torinesi Ciro Santoriello, Mario Bendoni e al procuratore aggiunto Marco Gianoglio. Tra gli indagati, il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il
suo vice Pavel Nedved e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici.

Nel decreto di perquisizione si legge che Cr7 è stato ceduto al club inglese al prezzo di 15 milioni di euro – con la possibilità che il valore possa incrementarsi al massimo di altri 8 milioni, al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi – ma la società avrebbe omesso di esporre gli effetti di una scrittura privata che Cesare Gabasio definisce in una conversazione telefonica con Federico Cherubini, responsabile dell’area sportiva del club, una «carta famosa che non deve teoricamente esistere».
A marzo la Procura dispone altre perquisizioni in tutta Italia. A finire sotto la lente dei magistrati stavolta è la gestione degli stipendi ai calciatori durante la prima fase della pandemia.

La Juventus sostiene che i giocatori avrebbero rinunciato ad alcune mensilità, mentre per la Procura il credito sarebbe stato solo differito e, di conseguenza, il debito andava iscritto a bilancio.

Il 24 ottobre, dopo una fitta serie di audizioni, la Procura notifica ai componenti del Cda, ai dirigenti, ai componenti del Collegio sindacale e al revisore lagale della Juventus Fc Spa, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. I reati contestati sono, fra gli altri, falso nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato, essendo la società bianconera quotata in Borsa. Secondo i magistrati, questi comportamenti avrebbero determinato, per l’esercizio 2018, una perdita pari a 39 milioni 896 mila euro, anzichè di 84 milioni 506 mila euro, mentre nel 2019 la perdita dichiarata è stata di 89 milioni 682 mila euro anzichè di 236 milioni 732b mila euro e nel 2020 di 209 milioni 514 mila euro anzichè di 222 milioni 477 mila euro.

1 Dicembre 2022 ( modificato il 3 Dicembre 2022 | 13:19 )
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