Pescara
5:29 pm, 24 Ottobre 22 calendario
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Pedopornografia tra minorenni, denunciati in sette

Di: Redazione Metronews
Pedopornografia tra minorenni
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Pedopornografia in rete tra minorenni, la procura di Pescara e la Polizia Postale hanno denunciato sette giovanissimi. Scambiavano tra loro filmati e immagini di violenze sessuali che avevano come protagonisti bambini. Ma i file finiti nelle chat comprendevano anche torture e mutilazioni reali o scene di zoofilia. Una mole di immagini che chi indaga ha definito «raccapriccianti».

Pedopornografia tra minorenni, denunciati in sette

Sette minori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, tra cui una ragazza diciottenne, sono stati denunciati poichè ritenuti responsabili di aver ricevuto e inviato, su diversi gruppi social, immagini di bambini, anche di tre o quattro anni, vittime di abusi sessuali. L’operazione, denominata Poison, è stata condotta dalla Polizia Postale di Pescara assieme e coordinata dalla procura dei minorenni dell’Aquila. L’accusa è di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

L’indagine, scaturita su impulso del Cncpo (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, trae origine da una segnalazione del Servizio Emergenza Infanzia 114, relativa alla condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di stickers-meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, nonchè di violenza estrema, apologia del nazismo-fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali.

Immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti. Gli investigatori della Polizia Postale, con un lavoro certosino, hanno analizzato oltre 85.000 messaggi in cinque diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori. L’operazione ha coinvolto, nella fase esecutiva, anche i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Puglia, Lazio, Lombardia e Campania.

Coinvolti anche altri 22 minorenni

Oltre alla posizione dei 7 minori di età tra i 13 e i 15 anni, denunciati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico, sono al vaglio le posizioni anche dei familiari di altri 22 minori che si sono limitati all’invio dei ‘memè di stampo pedopornografico e non solo, scoperti nel corso dell’operazione.

Ivano Gabrielli, Polizia Postale: «I genitori hanno il compito di controllare cosa fanno i figli sul web»

«Assenza di consapevolezza». Così il direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Ivano Gabrielli, spiega quanto emerso dall’operazione Poison. Secondo Gabrielli, si tratta di una specie di «escalation. Oltre a condividere materiale, di cui già la detenzione determina illegalità, si crea una spirale negativa che porta a materiale sempre più raccapricciante. È importante che i genitori abbiano il controllo sui ragazzi così piccoli visto che ci sono anche conseguenze sulla responsabilità penale».

Le indagini cercheranno di capire se «vi siano mani esterne che etero-dirigano queste chat». Il lavoro investigativo è partito anche grazie alle segnalazioni di certi genitori sconvolti. Ma per la stragrande maggioranza i genitori erano totalmente inconsapevoli di ciò che veniva custodito nei device di questi ragazzi», aggiunge Gabrielli.

Il rischio di adescamento

«Stiamo facendo uno sforzo per cercare di aggredire fenomeni legati alla diffusione di materiale pedopornografico. Oltre ad essere frutto di un mercato illegale contro il quale c’è l’impegno costante e fortissimo della Postale, è dannosissimo per la formazione psicologica di ragazzi e giovanissimi. L’esposizione a questo materiale, oltre a essere dannosa, può portare a momenti di assenza di pensiero critico nei confronti di immagini e video raccapriccianti», spiega ancora Gabrielli, che aggiunge: «Il nostro impegno è contrastare questo mercato illegale, evitare che i più giovani possano entrare in contatto con chi produce e chi diffonde materiale. Un contatto che, non è escluso possa generare ulteriori rischi per ragazzi che potrebbero diventare potenzialmente vittime di adescamento».

 

24 Ottobre 2022
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