Imboccata la via della recessione, ripresa dal secondo trimestre 2023
L’Italia ha imboccato la strada della recessione. E’ uno scenario fosco quello delineato dal Documento programmatico di bilancio per il 2023, trasmesso alla Commissione europea, che illustra le principali linee di intervento a legislazione vigente e gli effetti sugli indicatori macroeconomici e di finanza pubblica per il prossimo anno, in linea con la Nadef approvata a fine settembre.
La via della recessione
Nel documento il governo Draghi uscente si limita a confermare i saldi tendenziali della Nadef con una previsione di crescita del Pil per quest’anno che migliora dal 3,1 al 3,3% rispetto al quadro programmatico del Def. E per contro, una stima per il 2023 che scende in misura sostanziale, dal 2,4% allo 0,6%. Restano, invece invariate le previsioni per il 2024 e il 2025, pari all’1,8% e all’1,5%, rispettivamente.
Previsioni che non tengono ovviamente conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure che il nuovo governo potrebbe varare nei prossimi mesi.
Pil in negativo
Partendo dai dati Istat per i primi due trimestri dell’anno, si legge nel Dpb, «le valutazioni interne più aggiornate indicano una variazione leggermente negativa del Pil nel terzo trimestre quale risultato di una contrazione congiunturale del valore aggiunto dell’industria manifatturiera e delle costruzioni, solo parzialmente compensata da un incremento dei servizi». E per il quarto trimestre, l’intervallo delle stime più aggiornate si situa intorno ad una lieve contrazione del Pil in termini reali, attribuibile in primis al settore industriale». E l’andamento previsto per la seconda metà di quest’anno crea un trascinamento solo lievemente positivo (0,1 punti percentuali) sulla crescita del 2023.
Si prevede poi «un’ulteriore flessione del Pil nel primo trimestre, che sarebbe poi seguita da una ripresa dell’attività economica a partire dal secondo trimestre, trainata da un aumento della domanda mondiale, da una discesa del prezzo del gas naturale (peraltro verso livelli ancora elevati rispetto a condizioni ‘normalì) e da un crescente apporto del Piano di Ripresa e Resilienza alla crescita del Pil».
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