Elezioni 2022
4:10 pm, 26 Settembre 22 calendario

Fuori Di Maio, Bonino, Fiano, Cirinnà, Sgarbi, Pillon

Di: Redazione Metronews
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Il taglio dei parlamentari, il deciso mutamento dei rapporti di forza a destra e il dominio della coalizione FdI-Lega-FI nei collegi uninominali ha lasciato fuori dal Parlamento molti volti noti della politica, alcuni dei quali non avranno nemmeno la chance di essere recuperati in quota proporzionale, non avendo le loro sigle superato la soglia del 3% o non essendo stati inseriti nelle liste plurinominali. Tra gli esempi di maggiore risonanza vi è quello di Luigi Di Maio, la cui neonata formazione, Impegno Civico, alleata col Pd, si è attestata allo 0,56%. La sconfitta del ministro degli Esteri nel collegio della Camera di Napoli Fuorigrotta ha il sapore della beffa: a batterlo è stato un candidato pentastellato, l’ex ministro della Transizione Ecologica, Sergio Costa, la cui affermazione lascia a casa anche l’ex azzurra Mara Carfagna, ministro anche lei e passata ad Azione. Niente scranno nemmeno per Vincenzo Spadafora e Lucia Azzolina, tra le figure di spicco di M5s ad aver aderito alla scissione.
Fa molto rumore anche la vittoria della consigliera comunale di FdI, Lavinia Mennuni, nel collegio di Roma centro per il Senato. Nella cosiddetta «circoscrizione Ztl», tradizionale bastione del centrosinistra, escono sconfitti due pezzi da novanta come Emma Bonino e Carlo Calenda, opposti in una sfida diretta dopo la rottura del loro sodalizio. Per la cronaca comunque Bonino ha preso più voti di Calenda. Se per il capo di Azione si aprirà il paracadute del proporzionale, la storica leader radicale resterà invece fuori dal Parlamento, in quanto Più Europa non ha superato la soglia di sbarramento.

Santanchè batte Cottarelli, Rauti batte Fiano

Il risultato netto del centrodestra nei collegi uninominali ha lasciato sul terreno nelle file di M5S  anche Chiara Appendino, candidata alla Camera nella circoscrizione di Torino ma destinata a essere recuperata nei collegi plurinominali, ma a pagare un prezzo alto è il Pd. E’ al Nazareno che si fanno i conti con le esclusioni più clamorose, al netto dei nomi blindati che rientreranno grazie alla quota proporzionale. Tra costoro c’è Carlo Cottarelli ma la prospettiva non rende meno pesante l’esito della sfida per il Senato a Cremona con Daniela Santanchè: l’esponente di Fdi ha quasi doppiato l’economista candidato per i dem. La circoscrizione del Senato di Sesto San Giovanni, un tempo «Stalingrado d’Italia», vede Isabella Rauti , figlia dell’ex republichino e fondatore del Msi Pino Rauti, battere il candidato del Pd Emanuele Fiano, figlio dell’ex deportato Nedo Fiano, che non ha corso invece nelle liste plurinominali. Per lui, come per l’ex capogruppo al Senato dem Andrea Marcucci, sconfitto in Toscana, nessun recupero possibile. Un altro volto noto dei dem, Monica Cirinnà, perde il confronto con Ester Mieli di FdI nel collegio per il Senato di Roma Municipio VII. E ai volti nuovi non va meglio. Aboubakar Soumahoro di Sinistra Italiana è stato superato per appena 3 mila voti da Daniela Dondi del centrodestra nel collegio uninominale di Modena per la Camera.

Casini batte Sgarbi che resta fuori

Rimangono fuori dalle nuove Camere anche le formazioni che hanno cercato di cavalcare – invano – l’onda di malcontento per il green pass. La ghigliottina del 3% si è così abbattuta su Italexit, la cui deludente performance lascia fuori Gianluigi Paragone, candidato in liste plurinominali in Lombardia e Puglia. Stesso destino per l’Alternativa per l’Italia di Mario Adinolfi e Simone Di Stefano, ex leader di CasaPound. A sinistra manca l’obiettivo minimo l’Unione Popolare dell’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, arenatasi sull’1,8%.
La scarsa dispersione di voti a destra punisce anche Noi Moderati, rimasti sotto l’1%. Nessun recupero possibile, quindi, per Vittorio Sgarbi, sconfitto da Pier Ferdinando Casini del Pd nel collegio uninominale di Bologna. Il critico d’arte non è l’unico escluso eccellente a destra. Nonostante il «cappotto» della coalizione conservatrice all’uninominale, resta (per ora) senza scranno l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, battuto da Benedetto della Vedova di Più Europa nel collegio della Camera di Milano centro. Non ce la fa neanche il senatore Simone Pillon della Lega, candidato alla Camera in seconda posizione nel collegio plurinominale dell’Umbria.

Fascina e Berlusconi, coppia in Parlamento

In Sicilia ce la fa Marta Fascina, la compagna del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che vince all’uninominale nel collegio di Monza. Fascina era candidata alla Camera nel collegio uninominale di Marsala.

In Parlamento chi inneggia a Hitler

Anche se «non è gradito. Per ora non è un nostro deputato. Né può iscriversi al gruppo di Fdi alla Camera», come ha detto  Giampiero Cannella, commissario di Fratelli d’Italia in Sicilia, è stato eletto nel collegio uninominale di Agrigento Calogero Pisano, che nei giorni scorsi era stato sospeso dal partito perché su Facebook aveva pubblicato un post inneggiante a Hitler e Mussolini.  Eletto nella circoscrizione estera nella lista del Pd il virologo Andrea Crisanti: «La soddisfazione di essere stato eletto cede allo sconforto per il risultato generale. Sicuramente speravo in qualcosa di diverso, in un’affermazione maggiore del Partito democratico. Ma l’Italia non si cambia in 5 anni. Rispettiamo la volontà degli elettori. Penso che a questo punto le forze progressiste debbano ragionare su come fare per riconquistare Comune dopo Comune, Regione dopo Regione. Le vere elezioni saranno fra 5 anni. Perché in Italia di fatto si cambia ogni 10 anni».

 

 

 

 

26 Settembre 2022
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