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5:52 pm, 14 Settembre 22 calendario

Fa discutere il divieto di cellulari in aula per scolari e prof

Di: Redazione Metronews
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Fa discutere la decisione presa da Elena Ugolini, responsabile dell’istituto paritario “Malpighi” di Bologna, che ha disposto il ritiro all’ingresso a scuola dei cellulari sia agli studenti che ai docenti, con restituzione al termine delle lezioni. «Ogni istituto ha un regolamento interno condiviso tra il preside, i docenti, le famiglie e gli alunni – ricorda Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi Roma – che prevede una serie di norme comportamentali da parte degli alunni e dei docenti. Tra le altre cose viene pure regolamentato l’utilizzo dei device (smartphone e tablet) dentro l’edificio scolastico. La singola scuola – spiega Rusconi – può decidere di far consegnare agli studenti, all’ingresso al mattino a scuola, i propri device per poi restituirglieli alla fine delle attività didattiche e comunque prima che lascino in quel giorno definitivamente la scuola. Tuttavia la scuola può anche prevedere che i dispositivi possano essere utilizzati dagli studenti su espressa autorizzazione degli insegnanti, nel caso servano per lo svolgimento didattico o per chiamate urgenti verso i familiari. In questo senso si è espresso anche il garante della privacy con un parere recepito dal ministero dell’Istruzione, secondo cui proprio per garantire la riservatezza, il rispetto e la dignità delle persone l’uso dei device è consentito esclusivamente per finalità personale, come a esempio per registrare le lezioni, pur lasciando liberi gli istituti di decidere in piena autonomia come regolamentare o se vietarne l’uso».

Un divieto che fa discutere

«Il garante ha precisato anche che non si possono diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese – sottolinea Rusconi – se uno studente dovesse diffondere filmati o foto che possano ledere la dignità delle persone può incorrere in sanzioni disciplinari, pecuniarie o in veri e propri reati. Ritengo invece meno opportuno seguire un atteggiamento così restrittivo nei confronti degli insegnanti. Resta comunque inteso che anche i docenti debbano mantenere un atteggiamento consono con i device utilizzandoli soltanto ed espressamente per attività didattiche durante le lezioni, o per eventuali necessità individuali o di qualche alunno». «È giusto arrivare ad una soluzione un po’ più drastica. Io sono d’accordo con il preside e con tutti gli insegnanti. E sono soprattutto felice per i ragazzi – ha commentato Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e scrittore – il modello Malpighi diventi un esempio nazionale. Lo scorso anno ci sono state sperimentazioni simili in altri istituti in Italia e la cosa più interessante è stata la reazione dei ragazzi. Vietare i telefonini comporta un netto calo dell’aggressività, un aumento netto di capacità cognitive, memoria e attenzione e, soprattutto, un aumento netto delle relazioni sociali ed emotive». Secondo l’esperto «i telefonini sono utilizzati anche in classe e durante le lezioni anche perchè sono una droga. Se si riesce ad interrompere questa dipendenza si fa del bene ai giovani e allo studio».

«Fuori dalle aule se non necessari»

«Credo che alla base della decisione ci sarà stato un confronto tra scuola e genitori. È importante che queste tematiche così delicate vengano affrontate all’interno di un patto di corresponsabilità tra le due parti – ha affermato Antonio Affinita, direttore generale del Movimento Italiano Genitori – se il liceo Malpighi ha preso questa decisione avrà le sue ragioni pedagogiche che condivido. Mi sembra giusto che durante una lezione in classe non si utilizzino strumenti diversi da quelli strettamente necessari. La tecnologia è straordinaria, consente di accedere a informazioni e a creare link comunicativi ma deve essere utilizzata in modo corretto, consapevole e responsabile». «Nell’ambito dell’autonomia scolastica i presidi possono decidere sull’ingresso dei telefoni cellulari, o dispositivi personali, a scuola – ha spiegato Valeria Fedeli, ex ministra dell’Istruzione – se per l’esperienza didattica o per l’insegnamento agli studenti tali dispositivi non servono, allora perché farli portare in classe? Sono i docenti, insieme ai dirigenti scolastici a decidere quali siano gli strumenti più adatti all’insegnamento, all’apprendimento e se si ritiene che i cellulari personali non sono tra questi credo sia giusto che rimangano fuori dalla classe. E mi sembra anche molto corretto che anche ai docenti non venga permesso di portare in classe i cellulari personali, ritengo che il contrario sarebbe improprio».

14 Settembre 2022
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