elezioni 2022
7:32 pm, 8 Settembre 22 calendario

Il presidenzialismo infuoca la campagna elettorale

Di: Redazione Metronews
Il tema del presidenzialismo
condividi

Il tema del presidenzialismo torna ad infuocare i toni della campagna elettorale, visto anche il vantaggio delle forze che lo sostengono. Il segretario del Pd, Enrico Letta, dice no all’idea lanciata da Giorgia Meloni di una bicamerale per le riforme: «Il vero problema è l’obiettivo che hanno, inaccettabile – afferma Letta – il presidenzialismo è una scorciatoia insidiosa, il modo populista di dire ai cittadini: guardate, le cose non vanno bene, datemi tutti i poteri in mano e risolvo io. La verità è che sanno benissimo che non sarebbero in grado di governare un momento così difficile e si stanno costruendo l’alibi. Tutta questa fretta nasconde il vero obiettivo della destra: mandare a casa Mattarella». «Su Mattarella c’è un allarmismo senza senso, le leggi costituzionali entrano in vigore nella legislatura successiva – la replica di Giorgia Meloni – di fatto poi abbiamo già avuto con Draghi un sistema semi-presidenzialista, senza contrappesi, si è lavorato solo per decreto e Draghi non era stato neanche eletto dai cittadini».

Il presidenzialismo infuoca il voto

Sintetico il leader di Azione, Carlo Calenda: «Ci sono più possibilità che io arrivi su Marte con la prossima navicella, che la commissione Bicamerale faccia il presidenzialismo». Più possibilista Matteo Renzi: «Bene fa la Meloni a dire Bicamerale, un luogo per discutere tutti insieme. Quella della Bicamerale è un’idea tutt’altro che disprezzabile». «Un paese presidenziale e federale sarebbe più moderno e efficiente – il commento del leader leghista Matteo Salvini – ma oggi la politica che chiacchiera di quello che potrebbe succedere tra due anni è irresponsabile perchè rischiamo di perdere un milione di posti di lavoro nelle prossime settimane».

La versione “alla francese”

Sono state numerose le proposte presentate nella scorsa legislatura per modificare la Costituzione. Le uniche andate in porto sono state quella del M5S che ha ridotto da 945 a 600 i parlamentari e la riforma che abbassato da 25 a 18 gli anni necessari per eleggere il Senato. Ora la proposta più gettonata è quella di Giorgia Meloni sul presidenzialismo “alla francese”. Prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica (con doppio turno), ridefinendone il ruolo con l’attribuzione della direzione della politica generale del Governo (presiede il Cdm e revoca i ministri). Si introduce la sfiducia costruttiva, prevedendo che la mozione debba indicare la persona alla quale il presidente della Repubblica deve dare l’incarico di Primo ministro. Si abbassa da 50 a 40 anni l’età minima per poter essere eletto al Colle, con mandato ridotto da 7 a 5 anni e rielezione una sola volta.

8 Settembre 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo