elezioni 2022
12:46 pm, 22 Agosto 22 calendario

Letta, no uninominale. Berlusconi a Monza, Meloni a L’Aquila. Le sfide dei big

Di: Redazione Metronews
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Il segretario del Pd, Enrico Letta, non correrà per l’uninominale. Letta sarà candidato solo nel plurinominale per la Camera nelle circoscrizioni Lombardia 1 e Veneto 2.

Uninominale, gli altri leader

Tra i leader di partito anche Matteo Salvini ha fatto la stessa scelta e non correrà in alcun collegio uninominale. Salvini correrà in vari collegi plurinominali per il Senato. Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni correranno per il centrodestra nei collegi uninominali di Monza Senato e L’Aquila Camera.
Emma Bonino correrà per il centrosinistra nel collegio uninominale di Roma centro Senato.

Campania

Sarà sfida tra ex big di Forza Italia nel collegio uninominale Campania 1-02 della Camera, che corrisponde a una parte della città di Napoli. Si scontreranno, infatti, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, e Mariarosaria Rossi, per anni vicina a Berlusconi e già parlamentare, prima con il Pdl, poi con gli Azzurri. Carfagna ha lasciato FI a fine luglio per entrare in Azione di Carlo Calenda, mentre Rossi ha rotto con il Cavaliere e con il suo partito nel 2021, votando la fiducia al governo Conte bis. Dopo l’espulsione dal partito, ha aderito a ‘Cambiamo!’ di Giovanni Toti.

Terzo Polo in Toscana

Italia Viva e Azione hanno depositato le liste dei candidati in Toscana alla Corte d’Appello. Il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi sarà il capolista del collegio plurinominale del Senato seguito dalla ministra Maria Stella Gelmini, passata da Fi a Azione. Nei tre listini della Camera invece il capolista, per tutti, è il senatore Iv, Francesco Bonifazi. Per quanto riguarda le candidature all’uninominale della Camera ci sono i renziani Lucia Annibali per Firenze U07, il deputato e sottosegretario uscente, Gabriele Toccafondi per Scandicci U08, il consigliere regionale, Stefano Scaramelli a Grosseto-Siena U01, l’ex sindaco, Alessandro Cosimi, a Livorno U06 e Cosimo Ferri a Massa U02. Completa il quadro la vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, nel senatoriale Firenze U04. Tra le file di Azione invece sarà della partita il segretario regionale, Marco Remaschi, nel seggio della Camera Lucca U03, Lucia Cherici ad Arezzo U09 e la senatrice Barbara Masini al senatoriale di Prato U03.

Le sfide dei big

Calenda contro Bonino a Roma, dove si scontrano anche Nicola Zingaretti e Giorgia Meloni, mentre Enrico Letta, Giuseppe Conte e Matteo Salvini se la vedranno tutti a Milano, teatro della sfida al Senato fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Magie del Rosatellum, legge elettorale che assegna il 37% dei seggi con un sistema maggioritario a turno unico in collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato, secondo il sistema noto come uninominale secco. Vince chi prende un voto in più. I duellanti hanno da tempo cominciato a tirare i primi affondi, chi colpendo di fioretto chi prediligendo la sciabola. Carlo Calenda ed Emma Bonino sembrano preferire la seconda. «Mai ho visto in vita mia un voltafaccia tanto repentino e truffaldino», dice Bonino commentando l’addio di Calenda e Azione all’alleanza con il Pd, saltata dopo nemmeno una settimana. Calenda ha lasciato Letta per accasarsi con Italia Viva e Matteo Renzi, scelta non condivisa da Più Europa che ha preferito rimanere con il Pd. «Io pensavo che Bonino si candidasse nelle liste del suo partito, di quello che ha fondato, non nel Pd», ribatte il leader di Azione: «Credo che questa sia una finta news. Come fa a candidarsi nella lista proporzionale sotto il Pd avendo un partito che si chiama Più Europa? A questo punto chiuderà il partito che lei stessa ha fondato». Bonino si candida proprio con il suo partito, Più Europa, ma lo scontro fra i due è comunque aperto.

Il ritrovato alleato di Calenda, Matteo Renzi, usa invece il fioretto nella sfida che lo vede opposto a Silvio Berlusconi, entrambi capilista a Milano. L’immagine del leader di Forza Italia che sale le scale del quartier generale del Pd per firmare il Patto del Nazareno è di sette anni fa. L’accordo saltò dopo la prima elezione di Sergio Mattarella che, per Berlusconi, dovrà fare un passo indietro nel caso dovesse passare la riforma sul presidenzialismo da lui auspicata. Una riforma alla quale anche Matteo Renzi sembra ora aprire: «Non mi strappo le vesti e nemmeno i capelli sul presidenzialismo, chi dice che è una minaccia per la democrazia afferma che Usa o Francia non sono paesi democratici, il che è una follia». Sul duello che lo vede impegnato contro il Cavaliere, poi, il leader di Italia Viva usa parole improntate al fair play: «Sarà molto divertente e utile per i cittadini che potranno riflettere su quale è la strada più giusta per il futuro, sulle tasse, sulla politica estera, sul costo dell’energia. Quando c’è confronto va sempre bene, l’importante è che ci sia civiltà».

Toni ben diversi da quelli utilizzati nei confronti di Enrico Letta, ormai ribattezzato sarcasticamente Occhi di Tigre da Renzi e dai suoi, tanto da farne un hashtag Twitter. Il riferimento è alle parole con cui il segretario Pd chiama alla mobilitazione il suo partito. Le liste votate in direzione hanno provocato non pochi malumori, con esponenti del calibro di Monica Cirinnà o Vincenzo Amendola a meditare il passo indietro di fronte alla prospettiva di condurre una battaglia in collegi ostici. Il segretario Pd infine ha tenuto il punto e se Amendola è stato schierato come capolista in Basilicata è stato solo per il passo indietro fatto dal giovane segretario regionale Raffaele La Regina, finito nell’occhio del ciclone per un vecchio post su Israele. Enrico Letta prova comunque a dare il buon esempio candidandosi a Vicenza, nel profondo Nord Est, già roccaforte della Lega e oggi territorio di conquista di Fratelli d’Italia, come raccontano anche i risultati delle ultime elezioni amministrative. «Penso che la nostra campagna elettorale non debba essere in difesa, ma in attacco. Voglio dimostrare che queste elezioni possiamo vincerle, quindi ho deciso di fare un’incursione laddove la partita è più difficile e dove il numero di coloro che hanno tradito Draghi è altissimo».

Ma è all’ombra della Madunina che si concentrano le candidature dei leader. Oltre a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, si presentano come capilista anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte e il segretario dem. Il leader M5S è candidato anche in Campania, dove se la vedrà con Luigi Di Maio, in una sfida che sa di resa dei conti fra ex compagni di partito. In Campania è schierata anche una rappresentanza del governo Draghi: Dario Franceschini, Roberto Speranza e Mara Carfagna. Il derby della Capitale vede affrontarsi Nicola Zingaretti e Giorgia Meloni: entrambi hanno scelto le mura domestiche per sfidarsi in qualità di capilista di Pd e Fratelli d’Italia. Tra i duelli da seguire c’è poi quello fra Pierferdinando Casini e Vittorio Sgarbi a Bologna e la sfida in famiglia fra Bobo e Stefania Craxi in Sicilia, anche se i figli di Bettino Craxi sono candidati l’uno alla Camera e l’altra al Senato.

 

22 Agosto 2022 ( modificato il 25 Agosto 2022 | 14:21 )
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