Pretto sul podio per Rachmaninov e Dvořák
CLASSICA Dalle 21, domani sera, al Conservatorio Giuseppe Verdi si esibirà l’Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Giampaolo Pretto con Roberto Cominati al pianoforte su musiche di Sergej Rachmaninov e Antonín Dvořák.
Il Rach3 diretto da Pretto
Protagonista assoluto della serata il Concerto n. 3 in re minore, op. 30 di Rachmaninov, una delle pagine più conosciute del repertorio per pianoforte e orchestra. Rach3, come il brano viene generalmente appellato, è stato scritto da Rachmaninov nel 1909, anno del suo matrimonio con la cugina Natalya Satina. È diventato estremamente popolare tra il grande pubblico nel 1996, grazie al pluripremiato film Shine, che ripercorre la storia della vita del pianista David Helfgott. Nel film il terzo di Rachmaninov, per le difficoltà che presenta, diventa l’emblema degli sforzi di Helfgott nel raggiungere la piena padronanza dell’amato strumento. Da sempre, d’altro canto, il Rach3 costituisce un banco di prova ineguagliato tra i solisti, per il virtuosismo richiesto.
Rachmaninov pianista
Rachmaninov era infatti, ancor prima che compositore, un pianista di enorme talento. Fu infatti lui a segnare il debutto della sua opera sul palco, ritagliandosi il ruolo di protagonista nella prima assoluta al New Theatre a New York il 28 novembre del 1909, sotto la direzione di Walter Damrosch. A dicembre la ripetè, sempre a New York ma alla Carnegie Hall, con Mahler nel ruolo di direttore. La straordinaria partitura immerge l’ascoltatore in un’atmosfera sognante, dove il lirismo e le suggestioni romantiche si rincorrono per tutto il brano, che volteggia lieve e ammaliante verso il finale: un inno verso l’assoluto che avvolge intimamente orchestra, solista e pubblico.
Le Danze slave di Dvořák
La seconda parte del concerto è invece dedicata alle Danze slave op. 46 di Dvořák, che il compositore creò traendo spunto dalle Danze Ungheresi di Brahms. Composte inizialmente per pianoforte a quattro mani vennero subito trascritte per orchestra ed il lavoro regalò a Dvořák la fama internazionale fin dall’esordio a Praga nel 1878 sotto la direzione di Adolf Czech.
Nelle Danze slave la ricerca sul folclore si salda alle ispirazioni dal mondo slavo, creando una serie suggestiva di ritmi popolari e coinvolgenti, che le rendono ancor oggi una delle composizioni più amate.
Il concerto in Conservatorio sarà aperto, come accade da alcuni anni, da un micro racconto ispirato al programma musicale e scritto appositamente per OFT da Lorenzo Montanaro. La lettura del testo è affidata all’Associazione liberipensatori Paul Valéry e all’Accademia di formazione teatrale Mario Brusa di Torino.
Info: https://www.conservatoriotorino.eu/
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