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4:53 pm, 22 Marzo 22 calendario

Jean Jacques Annaud racconta Notre Dame in fiamme

Di: Redazione Metronews
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CINEMA La cattedrale di Notre Dame, da una parte. Il fuoco, dall’altra. Poi ci sono i turisti di tutte le nazionalità accompagnati dalle loro guide, che da sempre rappresentano l’umanità della cattedrale francese. Compaiono la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, il presidente Macron, la preziosa corona di spine blindata in una cassaforte della cattedrale, i religiosi, le preghiere, il traffico impossibile di Parigi e pure una vecchina che bombarda di telefonate il comando dei vigili del fuoco per salvare il suo gattino in bilico sul tetto mentre Notre Dame brucia. Ma la protagonista indiscussa di Notre-Dame in fiamme il film Sky original di Jean Jacques Annaud che sarà al cinema dal 28 marzo e che dal 15 aprile, terzo anniversario del tragico rogo sbarcherà su Sky Cinema (https://guidatv.sky.it/cinema) e in streaming su NOW, è una grande star internazionale come la cattedrale, che non ha bisogno di parole per esprimere la sua intensità.

L’antagonista è il fuoco, «un demone spaventoso e carismatico che non a caso i pompieri di Parigi chiamano Belzebù- come spiega Annaud – e tra i due ci sono persone vere e umili pronte a sacrificare la propria vita per salvare non solo delle persone ma anche delle pietre storiche».

Il regista mette in fila tutti i grandi e piccoli errori, contrattempi, ostacoli fatali, la scarsa dotazione tecnica dei vigili parigini che dovettero far arrivare da Versailles il super idrante Colossus, frenato dal traffico, dettagli, ansie e trepidazioni. Ma soprattutto, sottolinea l’eroismo dei vigili e l’epilogo quasi miracoloso e più che simbolico, con la cattedrale in piedi seppure da ricostruire, nessun morto né ferito e le opere d’arte in salvo.

«Quei pompieri sono eroi veri, non supereroi Marvel»

«Ho raccontato degli eroi veri – dice il regista – non dei supereroi in stile Marvel: io quei pompieri li amo». Per descrivere impegno, ostacoli, sacrificio ma anche l’impreparazione dei vigili del fuoco che tre anni fa salvarono la cattedrale di Notre Dame dalla distruzione totale, Annaud quei vigili del fuoco li ha intervistati uno ad uno, dal più alto in grado ai novellini. Non l’unico lavoro di inchiesta: il regista ha intervistato il prefetto, la sindaca e soprattutto si è impegnato in un lungo lavoro di ricerca e studio.

«A Notre Dame ho scattato le prime foto»

Lui, attratto fin dall’infanzia dall’architettura medioevale («vivevamo nella banlieu, tutti i giovedì venivo con mia mamma a Parigi, ci fermavamo sempre sul sagrato di Notre Dame e lì ho scattato le mie prime foto») è partito da tutti i documenti televisivi e radiofonici e dagli articoli dei giornali: «Ho preso in considerazione tutto il materiale che non era stato mai oggetto di smentite – racconta – ma oltre che su resoconti avevo anche bisogno di appoggiarmi alla realtà e quindi ho messo un annuncio su Internet chiedendo a chi c’era quel terribile giorno, a parigini e turisti, di inviarmi i loro video. Risultato: nella prima settimana ne sono arrivati seimila, alla fine erano 25 mila, tutti presi dall’esterno; la mia equipe li ha visionati tutti e li abbiamo quindi inseriti accanto alle immagini del film, come tessere di un puzzle».

«Niente star nel film, l’unica è Notre Dame»

La realtà di quel rogo di tre anni fa è stata anche peggiore di quello che sembrava, ha chiarito Jean Jacques Annaud, alimentata da una serie di cose che non funzionano, e di incidenti «come se Notre Dame fosse vittima di un cattivo allineamento dei pianeti».

Ma il regista non avrebbe mai messo mano al film se non avesse potuto raccontare un happy end: «Nessuno è stato ferito, la cattedrale sarà ancora più bella – prosegue – sono commosso, è una bellissima storia di gente semplice che si mette al servizio, pronta a morire».

Sul perché non abbia puntato su grandi star del cinema ha spiegato: «La bellezza dei pompieri è quella di essere anonimi, la star è Notre Dame e attorno a lei ci sono persone semplici, persone comuni che vogliono restare comuni».

«La cattedrale è un simbolo della civilizzazione occidentale»

Secondo Annaud l’emozione internazionale suscitata tre anni fa dalle fiamme che avvolsero Notre Dame non fu dovuta al suo rapporto specifico con il cattolicesimo: «Notre Dame è un simbolo della civilizzazione occidentale, un simbolo del sacro che va al di là della religione, come il Vaticano. Non eravamo pronti alle fiamme che hanno rischiato di abbatterla, come non siamo pronti ora che c’è gente che muore vicino a noi».

Le riprese e il materiale d’archivio

Le riprese di Notre Dame in fiamme sono iniziate a marzo dello scorso anno e sono durate quattro mesi. Annaud ha usato la cattedrale di Sens e quella di Bourges, molto simile a Notre Dame e ha potuto girare anche sul sagrato della vera Notre Dame. Una delle sequenze più impressionanti del film è il crollo della guglia e poi della volta, girata in studio alla Citè du Cinèma.

Grazie a un’immensa mole di materiale d’archivio, le ricostruzioni in studio, i grandi effetti speciali e le scene girate nelle chiese quasi gemelle di Notre Dame e nel traffico parigino, il film racconta le ventiquattro ore precedenti la mattina del 16 aprile 2019, quando finalmente l’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame è stato dichiarato sotto controllo.

Un’epopea del salvataggio piuttosto che una ricerca di perché (appena accennati) e di colpevoli. Annaud, riuscendo a trasformare il racconto in thriller anche se tutti ne conoscono l’epilogo, ha scelto di raccontare la genesi, il dipanarsi e l’happy end, dall’arrivo del nuovo e inesperto addetto alla sicurezza a quando l’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame è stato dichiarato domato.

«Notre Dame è sopravvissuta, speriamo che l’Ucraina ce la faccia»

Non poteva mancare poi il paragone tra il crollo di Notre dame e quello che sta coinvolgendo l’Ucraina. «La guerra in Ucraina  – conclude Annaud – sta alimentando il timore universale del crollo di un sistema di civiltà e di rispetto verso gli altri, un crollo simbolicamente assimilabile a quello rischiato dalla cattedrale di Notre Dame tre anni fa. La buona notizia è che Notre Dame è sopravvissuta e che sarà ricostruita com’era; speriamo che il dramma che stiamo vivendo possa terminare e che abbia lo stesso esito anche se le premesse non ce lo lasciano sperare».

 

22 Marzo 2022
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