Corro da te
12:01 am, 11 Marzo 22 calendario
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Corro da te la commedia dove la disabilità insegna

Di: Redazione Metronews
Corro da te
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Due anime affini che ballano in piazza, sulle loro sedie a rotelle che si avvicinano e poi si allontano finché non arrivano davanti all’albergo di lei che chiede timidamente al suo accompagnatore di raggiungerla, in camera. È la scena emblema di Corro da te, il nuovo film di Riccardo Milani (che sarà in sala dal 17 marzo). Protagonisti Pierfrancesco Favino e Miriam Leone. Nel cast anche: Andrea Pennacchi, Carlo De Ruggieri, Giulio Base. Con l’amichevole partecipazione dell’attice Piera degli Esposti e la partecipazione straordinaria di Michele Placido.

Corro da te commedia d’amore

Nel film, un remake della commedia francese Tout le monde debout, diretta da Franck Dubosc, Gianni (Favino), è un single incallito e seduttore seriale a capo di un importante brand di scarpe, che incontra per caso Chiara (Leone), musicista per lavoro e tennista per passione nonostante l’incidente che l’ha resa paraplegica. Gianni, per una serie di circostanze, si ritrova a fingere di essere inchiodato su una sedia a rotelle. Chiara, del tutto ignara dell’inganno, lo avvicina pensando che sia paraplegico proprio come lei. Lui porta avanti il gioco per l’ennesima conquista da inanellare come un trofeo, ma non ha fatto i conti con Cupido, dispettoso…

Imparare dai disabili a non arrendersi mai

Corro da te, garbata commedia d’amore di Milani, dimostra che si può anche scherzare sulle disabilità. Soprattutto se, come spiega il regista, i primi a farlo sono i disabili stessi. «Ne abbiamo incontrati molti e ci hanno travolti di battute. Ci hanno anche fatto da consulenti – racconta l’autore di Un gatto in tangenziale – collaborando in molti aspetti del film, a partire dall’aiuto che hanno dato a Miriam perché avesse dimestichezza con i movimenti in sedia a rotelle. Il loro atteggiamento nei confronti della vita è una lezione continua: con tutte le difficoltà che incontrano riescono comunque ad andare avanti… Persone così non vanno lasciate indietro dalla società, non meritano pietismo e ipocrisia ma rispetto e ascolto».

11 Marzo 2022 ( modificato il 29 Novembre 2022 | 15:59 )
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