La guerra e lo sport
2:54 pm, 24 Febbraio 22 calendario
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Guerra in Ucraina, un terremoto per il calcio e tutto lo sport

Di: Redazione Metronews
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SPORT – La guerra in Ucraina, invasa dalla Russia, è un terremoto anche per lo sport mondiale. A cominciare dal calcio. La Uefa ha già deciso (riferisce una fonte qualificata alla Reuters) di spostare la finale di Champions League da San Pietroburgo, dove era prevista per il prossimo 28 maggio, e sta elaborando i piani per la nuova destinazione. L’ufficializzazione arriverà solo domani, venerdì, quando si riunirà d’urgenza il comitato esecutivo del “governo” del calcio europeo. Ma ormai, salvo sorprese, è scontato: si dovrà spostare nuovamente, come già era successo a causa della pandemia del Covid, l’evento finale della manifestazione calcistica più importante e seguita. C’è già molta pressione perché come sede della finale sia scelta l’Inghilterra. Si vedrà, anche in base alle squadre che raggiungeranno la fine della competizione.

Ucraina invasa: riunione della Uefa ed effetti su Qatar 2022

Dal calcio europeo a quello mondiale. Giocare in Russia un playoff per i mondiali Qatar 2022 «è quasi impensabile» alla luce dell’invasione dell’Ucraina: lo ha affermato il presidente della federcalcio svedese, Karl-Erik Nilsson. La Svezia ospiterà la Repubblica Ceca il 24 marzo per la prima partita del playoff e la vincente il 29 marzo dovrà andare a giocare in Russia se quest’ultima batterà la Polonia. «La sensazione che abbiamo ora è che è quasi impensabile che tra qualche settimana si possa giocare una partita di calcio in Russia», ha dichiarato Nilsson alla Reuters. Non solo. Nei giorni scorsi la federcalcio polacca aveva chiesto «chiarimenti urgenti» alla Fifa sulla partita che dovrebbe disputare in Russia il 24 marzo proprio «alla luce della possibile ulteriore escalation militare in Ucraina».

In Germania allo Schalke si dimette Warnig: caso Gazprom

Effetti anche sul calcio tedesco. Quanto sta avvenendo tra Russia e Ucraina ha portato alle dimissioni di Matthias Warnig dal consiglio di sorveglianza della squadra di calcio tedesca dello Schalke. Warnig è presidente del consiglio di amministrazione del gasdotto North Stream dalla Russia alla Germania. North Stream è una filiale dei giganti del settore energetico russo Gazprom. Lunedì è stato sospeso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Gazprom è lo sponsor principale dello Schalke e uno dei principali sponsor Uefa: e lo Shalke ha deciso di togliere dalle maglie dei giocatori la scritta “Gazprom”, sostituendola con la scritta “Schalke 04”.

Il calcio sospeso in Ucraina

In ginocchio anche lo sport del Paese invaso. In Ucraina è stato sospeso per almeno 30 giorni il massimo campionato di calcio che sarebbe dovuto riprendere domani, venerdì. «A causa dell’imposizione della legge marziale in Ucraina, il campionato ucraino è stato sospeso», si legge in una nota diffusa nella notte dalla federcalcio giallo-azzurra dopo l’inizio dell’offensiva russa su larga scala. A questo punto è a rischio anche il playoff della nazionale ucraina contro la Scozia del 24 marzo per i mondiali in Qatar, in programma a Glasgow.

Lo Shakhtar era pronto a scendere in campo

Al comando della classifica della Premier League Ucraina, dopo 18 giornate c’è lo Shakhtar Donetsk di Roberto De Zerbi, a quota 47, con due punti di vantaggio sulla Dinamo Kiev. Il tecnico bresciano è rimasto in Ucraina ma ha riferito di aver seguito il consiglio dell’ambasciata italiana di evitare spostamenti non necessari e di fare scorte di acqua e cibo. Il campionato, dopo la pausa invernale, sarebbe dovuto ricominciare proprio domani e lo Skakhtar doveva giocare sabato pomeriggio a Kharkiv, città a pochi chilometri dal confine russo, contro la squadra locale del Metalist. Lo Shakhtar nelle ultime settimane aveva continuato ad allenarsi regolarmente nel centro di preparazione olimpico, alla periferia di Kiev.

La testimonianza di De Zerbi in Ucraina

Proprio De Zerbi ha commentato: «Siamo tutti in hotel (a Kiev, ndr), la situazione è precipitata da stamattina, fino a ieri sera il campionato avrebbe dovuto andare avanti e così non è stato. Questa mattina ci siamo svegliati sentendo delle esplosioni. Stiamo bene, la situazione è un po’ tesa, stiamo cercando di avere contatti con le Ambasciate italiana e brasiliana per i giocatori, per capire il da farsi. Siamo qui per fare il nostro lavoro, che è il calcio, e al suo interno ci sono giocatori che hanno già vissuto qualcosa del genere nel 2014 e finché il campionato non veniva sospeso non ci sembrava corretto e giusto nei confronti del club e dei giocatori ucraini e brasiliani che sono rimasti tutti. Una scelta che rifarei e rifaremmo, la situazione ora è cambiata, il calcio è sospeso e stiamo cercando il modo per andare via. Paura? No. Chiaramente il timore e le preoccupazioni sono tante, mi preme di più per la mia famiglia che è a casa ed è preoccupata e per le famiglie dei giocatori. Faccio fatica anche io a dire quello che devono fare i giocatori, alcun molto giovani».

Formula 1: in forse anche il Gp di Sochi. E anche lo sci di fondo

Non solo il calcio, però. In merito al Gran Premio di Russia di Formula 1 in programma per il 25 settembre a Sochi, un portavoce della F1 ha affermato che stanno «osservando da vicino gli sviluppi molto fluidi come molti altri e in questo momento non hanno ulteriori commenti sulla gara in programma per settembre». Di sicuro, chi non prenderà parte al Gp di Sochi è Vettel, il pilota tedesco della Aston Martin: «Non andrò a correre in Russia. È sbagliato. Mi dispiace per le persone innocenti che stanno perdendo la vita, vengono uccise per ragioni stupide». L’ente di governo dello sci mondiale, la Fis, dal canto suo, sta esaminando una possibile cancellazione delle finali della Coppa del Mondo di sci di fondo dal 18 al 20 marzo presso la sede russa di Tyumen. Il problema sarebbe stato discusso durante le gare del fine settimana a Lahti, in Finlandia. Ci sono anche eventi di Coppa del Mondo di ski cross in Russia questo fine settimana a Sunny Valley, che erano ancora nel calendario Fis nella giornata di oggi, giovedì.

Le reazioni degli ucraini: Shevchenko, Yaremchuk, Malinovskyi

Moltissime le reazioni da parte dei campioni dello sport, calcio in testa. «L’Ucraina è la mia patria! Sono sempre stato orgoglioso del mio popolo e del mio paese! Abbiamo vissuto molti momenti difficili e negli ultimi 30 anni ci siamo formati come nazione! Una nazione di cittadini amichevoli, di principi e volenterosi! uesta è la nostra risorsa più importante. Oggi è un momento difficile per tutti noi. Ma dobbiamo unirci! Insieme vinceremo!». Così su Twitter Andriy Shevchenko, ex tecnico della nazionale ucraina e poi del Genoa, e prima ancora attaccante del Milan con cui vinse un Pallone d’Oro nel 2004. L’ucraino del Benfica Yarenchuk, segnando all’Ajax il 2-2, nella notte di Champions di mercoledì (foto Lapresse) ha esultato facendo vedere, sotto la maglia del club, una maglia nera con il segno ucraino del tridente. Altri ucraini che hanno protestato? Per esempio Malinovskyi, dell’Atalanta, su Instagram: «Ragazzi, questa mattina la Russia ha ufficialmente cominciato la sua guerra contro l’intero territorio dell’Ucraina. Ci sono state diverse esplosioni in tutti i punti strategici del paese, le persone sono inorridite e in preda al panico e tutti i confini attualmente sono chiusi. Piango e preso per la mia Ucraina, per il nostro popolo e per la mia casa. Le notizie che arrivano dalla Russia non dicono la verità: stanno affermando che stanno proteggendo l’oriente da noi ucraini, ma in realtà ci stanno attaccando! Questo è un crimine contro tutta l’umanità, bisogna fermare questo orrore».

Basket, Eurolega: il Barcellona non parte

Il Barcellona non volerà in Russia per le sfide di Eurolega in programma domani, venerdì, contro lo Zenit e quella di domenica contro il Cska Mosca, è quanto ha deciso la squadra di basket catalana a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca. Poco prima della partenza per San Pietroburgo, prevista per le 14.30, i blaugrana hanno fatto marcia indietro e rimarranno a casa nonostante l’Eurolega avesse in una nota ribadito che le gare si sarebbero giocate normalmente. I responsabili dell’Eurolega si sono incontrati d’urgenza questa mattina alle 10 per analizzare la situazione e cercare di trovare una soluzione per dare garanzie di sicurezza al Barcellona. La situazione è complessa perché ci sono zone dello spazio aereo già chiuse. La Federbasket lituana ha rotto i rapporti con la Russia e ha proibito alle sue squadre di giocare contro squadre russe.

La pallavolo in vista dei Mondiali

«La Federazione Internazionale di Pallavolo (Fivb) è in stretto contatto con quella della Russia e con il comitato organizzatore dei campionati del mondo 2022 per garantire che il torneo in programma in Russia si svolga come previsto». Così la Federazione internazionale di pallavolo in una nota in merito ai prossimi mondiali di volley previsti in Russia dal 26 agosto all’11 settembre 2022. «La Fivb è fiduciosa che lo sport debba rimanere fuori dalla politica, ma la federazione sta monitorando da vicino la situazione attuale al fine di garantire la sicurezza e il benessere di tutti i partecipanti», conclude il comunicato.

24 Febbraio 2022
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