Il malato immaginario
5:58 pm, 1 Febbraio 22 calendario
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Il malato immaginario Solfrizzi, secondo Guglielmo Ferro

Di: Redazione Metronews
Il malato immaginario
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Apprezzato dal pubblico di Torino qualche anno fa in “Sarto per signora” Emilio Solfrizzi propone ora un altro capolavoro di prosa brillante: Il malato immaginario di Molière. Appuntamento al Teatro Alfieri di Torino per il cartellone Fiore all’occhiello da giovedì 10 a domenica 13 febbraio 2022 (da giovedì a sabato ore 20.45 – domenica ore 15.30). La popolare pièce sarà nell’edizione diretta da Guglielmo Ferro che ne ha curato anche l’adattamento. Produzione Compagnia Molière e La Contrada, Teatro Stabile di Trieste in collaborazione con Teatro Quirino Vittorio Gassman.

Scene e costumi sono firmati da Santuzza Calì, le scenografie da Fabiana Di Marco e le musiche sono di Massimiliano Pace. Completano il cast: Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico e Rosario Coppolino.

Il malato immaginario by Ferro

Così il regista Guglielmo Ferro a proposito della commedia- «Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti.
La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza».

La comicità dell’assurdo

«La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante. E la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo. Molière, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui».

 

1 Febbraio 2022
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