covid
3:43 pm, 10 Gennaio 22 calendario

Dubbi dei virologi sulla pericolosità della variante mix Deltacron

Di: Redazione Metronews
Dubbi dei virologi sulla variante
condividi

Dubbi dei virologi sulla pericolosità della variante mix Deltacron. «In questo momento è sotto osservazione, ma non è ancora definita come una variante di preoccupazione. Per saperne un po’ di più ci vorranno tra i 15 giorni e le tre settimane». Così il virologo Fabrizio Pregliasco sulla nuova variante Deltacron, ricombinazione tra le varianti di Sars-Cov-2 Delta e Omicron, individuata a Cipro. «Per ora – spiega l’esperto – sappiamo solo che si tratta di una variante che combina le mutazioni proprie di entrambe le varianti e che vede un numero ristretto di segnalazioni già da un po’ di tempo, ma si tratta di capire quanto è diffusiva». Non si sa infatti se la nuova mutazione abbia preso la diffusività della Omicron e l’aggressività della Delta o altri aspetti. «È tutto da individuare – sottolinea il virologo – ad oggi dobbiamo solo vedere il fatto positivo che se stiamo attenti riusciamo a monitorare anche queste varianti, ce ne sono più di mille censite». «Su Deltacron dobbiamo capire di più. Alcuni esperti virologi dicono che non è una nuova variante ma un “errore di laboratorio”, quindi più una contaminazione di Omicron su Delta – commenta Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova – dall’Imperial College di Londra alcuni virologi mettono in dubbio anche l’esistenza stessa di questa variante. Allora, cerchiamo di fare meno allarmismo e aspettiamo di capire di più».

Dubbi dei virologi sulla pericolosità

Al momento «non sappiamo molto» sulla Deltacron e serve verificare cosa sia realmente successo, concorda l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento. «L’aspetto preoccupante legato a nuove varianti è legato a due fattori – sottolinea – il primo è che sia più contagiosa, e con Omicron è una bella sfida; il secondo è che abbia un livello di patogenicità maggiore. Insomma che si combinino insieme diffusività e aggressività sarebbe il grande rischio, ma è abbastanza improbabile. Se Deltacron non è più contagiosa di Omicron si spegnerà da sola, come accadrà ad altre varianti perché Omicron ha un vantaggio competitivo elevato». La scoperta di Deltacron è invece «un evento possibile e atteso – secondo Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – le varianti emerse recentemente possono aver aggiunto alcune mutazioni e quindi l’unione di Delta con Omicron non è sorprendente. In virologa esiste il riassortimento dei virus per formarne uno completamente nuovo, i coronavirus possono farlo. Deltacron potrebbe essere un nuovo virus che ha messo insieme mutazioni vecchie e nuove o un riassortimento virale. Servono più elementi però, non sappiamo quasi nulla di Deltacron e al momento è impossibile dire se sarà dominante e con quali sono le caratteristiche». Secondo Andreoni, Deltacron «deve essere comunque un monito» perché «lasciare circolare il virus vuol dire creare nuove varianti e vivere nell’attesa spasmodica di capire se saranno pericolose».

«Potrebbe essere addirittura vantaggiosa»

«È troppo presto» per sapere quali possano essere le conseguenze della eventuale diffusione di Deltacron: «I casi sono ancora pochi. Non è detto che sia peggiore. È sicuramente qualcosa da tenere sotto stretta osservazione e, con il sequenziamento, è necessario sapere sempre, con precisione, quanto si diffonde – commenta il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia – in realtà, potrebbe anche scomparire o essere meno “efficiente”, dal punto di vista del virus, della Omicron. Abbiamo ancora tanti punti interrogativi e poche risposte certe. Non si tratta di un fatto sorprendente, quando ci sono due virus che circolano contemporaneamente possono contagiare la stessa persona e mescolare i loro geni. Questo fenomeno, noto, si chiama ricombinazione e lo abbiamo visto spesso con l’Hiv. È quello che è successo con Deltacron. Sembra che la proteina Spike caratteristica di Omicron, molto mutata, abbia sostituito la corrispondente proteina della Delta. Se questo si dovesse tradurre in un indebolimento o in una ridotta capacità di questo virus ibrido di dare gravi forme polmonari come succede per Omicron, potrebbe essere addirittura “vantaggiosa”, ma in questo momento non sappiamo ancora. Non è quindi assolutamente detto – conclude Maga – che Deltacron possa rivelarsi più pericolosa. Potrebbe diventare una cosa molto simile a Omicron e quindi, di fatto, accelerare il processo di “eliminazione” della Delta, che verrebbe soppiantata più rapidamente. Ma si tratta di riflessioni ipotetiche, è una ricombinazione da tenere sott’occhio».

10 Gennaio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo