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11:30 am, 31 Dicembre 21 calendario

L’Unicef: «Sempre più bambini vittime dei conflitti armati»

Di: Redazione Metronews
L'Unicef: «Sempre più bambini vittime dei conflitti armati»
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L’Unicef: «Sempre più bambini vittime dei conflitti armati». Sono in aumento in tutto il mondo le gravi violazioni dei diritti dei bambini nei conflitti: solo nel 2020 ne sono state verificate dalle Nazioni Unite 26.425 e negli ultimi 16 anni sono state 266.000 quelle accertate in più di 30 situazioni di conflitto in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina. Dall’Afghanistan allo Yemen, dalla Siria all’Etiopia settentrionale, migliaia di bambini hanno pagato un prezzo devastante a causa dei continui conflitti armati, della violenza intercomunitaria e dell’insicurezza. L’Afghanistan ha il più alto numero di vittime accertate tra i bambini dal 2005, più di 28.500, pari al 27% di tutte le vittime accertate tra i bambini nel mondo. La regione del Medio Oriente e del Nord Africa ha il più alto numero di attacchi verificati a scuole e ospedali dal 2005, con 22 attacchi verificati nei primi sei mesi di quest’anno. Nel 2020, le armi esplosive e i residuati bellici esplosivi sono stati responsabili di quasi il 50% di tutte le perdite di bambini, con più di 3.900 bambini uccisi e mutilati. Sempre nel 2020 il 37% dei rapimenti verificati dalle Nazioni Unite ha portato al reclutamento e all’uso di bambini in guerra.

L’Unicef: «Sempre più bambini vittime dei conflitti armati»

Mentre i dati per il 2021 non sono ancora disponibili, nel 2020 sono state verificate dalle Nazioni Unite 26.425 gravi violazioni contro i bambini. I primi tre mesi del 2021 hanno visto una leggera diminuzione del numero complessivo di violazioni gravi verificate, tuttavia i casi verificati di rapimento e di violenza sessuale sono aumentati a tassi allarmanti – rispettivamente di oltre il 50 e il 10% – rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. I rapimenti verificati sono stati più numerosi in Somalia, seguita dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) e dai Paesi del bacino del lago Ciad (Ciad, Nigeria, Camerun e Niger). I casi verificati di violenza sessuale sono stati più alti in RDC, Somalia e Repubblica Centrafricana. Ma l’Onu ha verificato violazioni anche in Paesi come Burkina Faso, Camerun, Colombia, Libia, Mozambico e Filippine. Proprio la settimana scorsa, quattro bambini sarebbero stati tra le vittime quando almeno 35 persone sono state uccise – tra cui due membri dello staff di Save the Children – nello Stato di Kayah nel Myanmar orientale. Questo è stato solo l’ultimo esempio di alto profilo del devastante tributo che il conflitto impone ai bambini e le continue minacce agli operatori umanitari.

Il peso della guerra

Quest’anno ricorrevano i 25 anni dalla pubblicazione del fondamentale rapporto di Graca Machel «L’impatto della guerra sui bambini», che esortava la comunità internazionale a intraprendere azioni concrete per proteggere i bambini dal flagello della guerra e invitava le Nazioni Unite e la comunità globale ad agire per proteggere i bambini. Nonostante decenni di attività di advocacy con le parti in conflitto e con coloro che le influenzano, così come il miglioramento dei meccanismi di monitoraggio, segnalazione e risposta alle gravi violazioni dei diritti, i bambini continuano a sopportare il peso della guerra. Ogni giorno, le bambine e i bambini che vivono in zone di conflitto subiscono orrori indicibili che nessun essere umano dovrebbe mai sperimentare. L’uso di armi esplosive, in particolare nelle aree popolate, è una minaccia persistente e crescente per i bambini e le loro famiglie. «Anno dopo anno, le parti in conflitto continuano a dimostrare un terribile disprezzo per i diritti e il benessere dei bambini», ha detto il Direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore. «I bambini soffrono e muoiono a causa di questa insensibilità. Ogni sforzo dovrebbe essere fatto per tenere questi bambini al sicuro dal male».

Un appello di protezione

L’Unicef chiede a tutte le parti in conflitto – comprese le 61 elencate negli allegati del Rapporto annuale del Segretario generale del 2021 sui bambini e i conflitti armati – di impegnarsi in piani d’azione formali e di prendere misure concrete per proteggere i bambini. Questi includono: la prevenzione di gravi violazioni, il rilascio dei bambini dalle forze armate e dai gruppi, la protezione dei bambini dalla violenza sessuale e la cessazione degli attacchi a ospedali e scuole. Solo 37 di questi piani sono stati firmati dalle parti in conflitto dal 2005 – un numero incredibilmente basso se si considera la posta in gioco per i bambini. «In definitiva, i bambini che vivono in periodi di guerra saranno al sicuro solo quando le parti in conflitto intraprenderanno azioni concrete per proteggerli e smetteranno di commettere gravi violazioni», ha detto Fore. «Mentre ci avviciniamo alla fine del 2021, invito tutte le parti in conflitto a porre fine agli attacchi contro i bambini, a sostenere i loro diritti e ad adoperarsi per soluzioni politiche pacifiche alla guerra».

31 Dicembre 2021
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