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11:59 am, 16 Ottobre 21 calendario

Pil da boom, stima di crescita +6,1% per il 2021

Di: Redazione Metronews
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Un Pil italiano più forte delle attese anche se persistono rischi al ribasso legati all’evoluzione della pandemia, alla carenza delle materie prime e al rialzo dell’inflazione. E’ lo scenario delineato dal Centro Studi Confindustria che stima una crescita del 6,1% per l’anno in corso, 2 punti in più rispetto alle previsioni di aprile, seguito da un ulteriore +4,1% nel 2022.     Una revisione al rialzo, sottolinea il Csc nel rapporto di previsione ‘Quale economia italiana dall’uscita dalla crisi?’ , “spiegata dall’impatto più contenuto della variante Delta del Covid, anche grazie a efficacia e capillarità delle vaccinazioni in Italia, che hanno reso possibile l’allentamento delle misure di contenimento; e inoltre dalle revisioni Istat riguardo al primo trimestre”.  Per Confindustria, “questa robusta ripartenza del Pil, pari a oltre +10% nel biennio, dopo il quasi -9% del 2020, riporterebbe la nostra economia sopra i livelli pre-crisi nella prima metà del 2022, in anticipo rispetto alle attese iniziali”.
Le stime di Confindustria superano per quest’anno quelle del governo (+6%) e del Fondo monetario internazionale (+5,8%), sono invece poco più basse per il 2022 a fronte del +4,7% previsto dall’esecutivo e del +4,2% previsto dal Fondo.

Pil forte, ma rischi rimangono

Ma nonostante le prospettive positive, evidenziano però gli industriali, lo scenario “presenta alcuni rischi al ribasso, che riguardano diversi elementi di incertezza: recrudescenza pandemica e nuove restrizioni, carenze prolungate di materie prime, inflazione elevata e rialzo prematuro dei tassi di interesse, inefficace gestione del Pnrr, difficoltà del mercato immobiliare cinese”. Pertanto, esorta il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, “la guardia va tenuta alta sia per garantire che il rimbalzo in atto sia alto a sufficienza per colmare il divario causato dalla recessione 2020, sia per fare in modo che il tasso di crescita del Pil italiano dal 2022 in avanti sia solido e duraturo. Questa è la vera sfida per l’Italia”. Per il numero uno degli industriali, pertanto la manovra di bilancio “nel rispetto del sentiero di riduzione del debito” deve “accompagnare il Paese verso l’uscita dalla crisi economica-sociale legata alla pandemia attraverso la progressiva uscita dalle misure emergenziali e un’attenta selezione degli interventi di sostegno”. Ma, ha osservato, deve anche “prevedere risorse per sostenere la transizione energetica e ambientale, oltre che per attuare le riforme strutturali che rappresentano la chiave per irrobustire in modo duraturo il potenziale di crescita del Paese”. Occorre, ha proseguito Bonomi, “che vengano implementate e adeguatamente finanziate” anche le riforme di accompagnamento al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero la riforma fiscale, degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro.      “Nello spirito del messaggio che ha lanciato il presidente del Consiglio Draghi alla nostra assemblea – ha osservato –  vorrei che non ci fossero nella prossima legge di bilancio nuove tasse. Mi riferisco anche alle cosiddette plastic e sugar tax: non è questo il momento di creare altre difficoltà alle imprese”. E in tema di riforma fiscaleil presidente di Confindustria torna a chiedere uan riduzione delle tasse  su imprese e lavoro tagliando il cuneo fiscale. In primis, ha detto Bonomi, serve “un intervento sull’Irap ma non di cancellazione nominale, recuperando gettito altrove cioè dall’Ires” ma “per alleggerirla come già fatto togliendo gran parte del costo del lavoro”.
“Se le risorse non fossero sufficienti – ha concluso Bonomi -il taglio del cuneo lo si faccia riducendo i contributi, per esempio quelli cuaf che sono oggi più altiu epr l’industria senza alcuna giustificazione”.

16 Ottobre 2021
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