Parola di Giovanni Caccamo
6:08 am, 17 Settembre 21 calendario
5 minuti di lettura lettura

Caccamo: «Venite con me alla ricerca della Parola»

Di: Orietta Cicchinelli
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MUSICA Il ritorno di Caccamo si chiama “Parola”. Un gioiello di 7 canzoni e altrettante introduzioni. Pezzi eleganti, come la sua voce, che restano stampati nel cuore già dal primo ascolto. Parole e melodie che lasciano il segno quelle scelte da Giovanni Caccamo per il suo nuovo album. Un progetto raffinato che parte dalla riflessione di Andrea Camilleri di Pallottole. “Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre, possono trasformarsi in pallottole”.

Caccamo e la genesi del progetto

Echi di Battiato, Che Guevara, Gesualdo Bufalino e Pasolini. Tanta roba dentro “Parola”.
«I testi sono anticipati da introduzioni strumentali e riflessioni lette da personaggi scelti. Willem Dafoe (I’M That), Patti Smith e Jesse Paris Smith (Our World), Liliana Segre (Madre), Aleida Guevara (Lettera ai figli), Michele Placido (Risarcimento), Beppe Fiorello».

Come nascono le collaborazioni?
«Ogni voce è legata all’autore che ha scritto il testo. Dafoe, ad esempio, l’ho conosciuto un’estate che ero con Battiato ed ho pensato subito a lui. Ha accettato subito. Così la figlia di Guevara era l’unica a poter dare voce al Che…».

“Il cambiamento” è l’intenso singolo che fa da apripista, scritto con Amara, introdotto dalle Smith.
«Qui abbiamo cercato di raccontare il rapporto uomo-natura partendo dalle emozioni vissute al Pathway to Paris, festival organizzato da Jesse Smith e Rebecca Foon con Johnny Depp e altri artisti. Il motore del festival era come le nostre azioni condizionino il benessere della Terra. Il cambiamento per me? È nei piccoli gesti quotidiani. Essere sostenibile oggi è necessario e lo si può fare. Io e io miei nipoti, ad esempio, quando andiamo a passeggio facciamo a gara per raccogliere rifiuti abbandonati, portandoci un sacchetto e guanti da casa».

Pandemia e creatività

Caccamo e l’era Covid.
«Il lockdown per me, al di là dello schiaffo ricevuto dalla natura, ha coinciso con un periodo di creatività. Mesi preziosi per la costruzione del disco che mi è costato3 anni di lavoro».
Per presentare “Parola” è partito da Milano. Poi sarà al Museo di Palazzo Vecchio di Firenze (6 ottobre) e al Maxxi di Roma (11 ottobre).
«Eventi che sono la ciliegina sulla torta. Dopo un periodo di affanno delle nostre anime, iniziamo una rinascita con una terapia d’urto. Ecco dunque tutte le arti in soccorso: prosa, cinema, danza, video. Gli ospiti visiteranno il museo prima di ascoltare l’album».

L’eredità di Battiato.
«Cosa accadrà dipenderà da quanti viaggiatori si accompagneranno a me. Questa estate in 12 teatri con Placido siamo andati benissimo. Una delle cose più preziose che Battiato mi ha insegnato è scardinare l’arte dal fine. L’uomo e l’artista devono camminare insieme. Questo esercizio ci consente di essere liberi».

17 Settembre 2021 ( modificato il 16 Settembre 2021 | 12:24 )
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