Marò
5:51 pm, 2 Luglio 20 calendario

I due marò saranno processati in Italia

Di: Redazione Metronews
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 Il Tribunale arbitrale internazionale sul caso dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha stabilito che – in merito ai fatti accaduti il 15 febbraio 2012 nell’Oceano Indiano sulla nave ‘Enrica Lexiè, battente bandiera italiana – i due fucilieri di Marina “godono della immunità” pertanto “viene precluso l’esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti”. Il Tribunale arbitrale ha dunque accolto la tesi sempre sostenuta dall’Italia in tutte le Sedi giudiziarie – indiane e internazionali – e cioè che i due Fucilieri di Marina erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni, e pertanto immuni dalla giustizia straniera. Lo scrive in una nota la Farnesina.
 Il Tribunale arbitrale internazionale ha stabilito anche che “l’Italia ha violato la libertà di navigazione sancita dagli articoli 87 e 90 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 10 dicembre 1982, e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano ‘Saint Anthony'”. Il Tribunale dell’Aja, scrive il ministero degli Esteri, “ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti”. La Farnesina sottolinea «che la decisione del Tribunale arbitrale lascia impregiudicato l’accertamento relativo ai fatti e al diritto per quel che concerne il procedimento penale che dovrà svolgersi in Italia».
«E’ una notizia molto positiva, che premia il grande lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell’Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali, nonche’ l’impegno diplomatico che il nostro Paese non ha mai fatto mancare alla causa dei due fucilieri di Marina”. Lo scrive in un post su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo cui “oggi si mette un punto definitivo a una lunga agonia». 
«Non festeggeremo perché è ancora presto, ma facciamo un sospiro di sollievo. Un giorno qualcuno chiederà scusa a questi uomini che hanno portato avanti una storia da ben 8 anni con dignità e onore, non pronunciando mai una parola fuori posto»”. Lo scrive su Facebook Giulia Latorre, figlia del fuciliere di Marina, Massimiliano Latorre.
 
Ecco le tappe principali della vicenda:
15 febbraio 2012. Al largo delle coste indiane del Kerala, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie naviga verso l’Egitto, con un equipaggio di 34 persone e con a bordo 6 fucilieri di marina. Verso le 16:30, ora locale, l’Enrica Lexie incrocia un’imbarcazione e i marò a bordo, convinti di trovarsi sotto attacco pirata, sparano in direzione dell’altra nave. Vengono uccisi invece due pescatori indiani, Jelestine e Ajeesh Pinku, a bordo del peschereccio St. Antony. L’incidente avviene in acque internazionali. Il comandante dell’Enrica Lexie, Umberto Vitelli, asseconda le richieste della guardia costiera indiana e attracca nel porto indiano di Kochi.
17 febbraio 2012 L’Enrica Lexie viene posta in stato di fermo.
 19 febbraio 2012 La polizia del Kerala arresta i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone con l’accusa di aver sparato ai due pescatori. In stato di fermo anche il capitano, Umberto Vitelli.
 20 febbraio 2012  I due marò sono tenuti in custodia giudiziaria per 14 giorni (fino al 5 marzo 2012). L’Italia ribadisce che i due fucilieri posseggono l’immunità dalla legge indiana dato che la petroliera si trovava in acque internazionali quando si è verificato l’incidente.
21 febbraio 2012  Roma decide di inviare il sottosegretario di Stato del ministro degli Esteri, Staffan De Mistura, in India.
22 febbraio 2012 L’Italia, attraverso il console generale Gianpaolo Cutillo, presenta una petizione all’Alta Corte del Kerala chiedendo di annullare la denuncia presentata contro i marò per difetto di giurisdizione dei tribunali indiani e per immunità dei militari italiani.
25 febbraio 2012 Un team della polizia del Kerala effettua una perquisizione a bordo della Enrica Lexie e sequestra le armi trovate.
 1° marzo 2012 L’Italia informa l’India di aver avviato un procedimento penale contro i marines nel quadro della legge che potrebbe portare a una pena detentiva non inferiore a 21 anni.
7 Marzo 2012 Il primo ministro italiano Mario Monti chiama il premier indiano Manmohan Singh, esprimendo ‘rammaricò per l’incidente.
19 marzo 2012  Il tribunale di Kellam estende la custodia giudiziaria di marines per altri 14 giorni, fino al 2 aprile.
20 aprile 2012  Viene raggiunto un accordo extragiudiziale con gli eredi legali (Doramma, moglie di Valentine, coi suoi due figli minorenni, e le due sorelle di Ajeesh Pink) dei due pescatori uccisi in base al quale l’Italia s’impegna a pagare una compensazione di dieci milioni di rupie (142mila euro) per ognuna delle due vittime. Sia l’Italia che gli eredi dei pescatori indiani presentano una petizione all’Alta Corte del Kerala per ottenere l’approvazione dell’accordo.
 24 aprile 2012 L’Alta Corte del Kerala approva l’accordo economico raggiunto dall’Italia con gli eredi legali dei due pescatori indiani uccisi.
30 aprile 2012  La Corte Suprema dell’India dichiara ‘illegalì gli accordi economici extragiudiziali raggiunti dall’Italia con i parenti dei pescatori indiani uccisi e il proprietario del peschereccio St. Antony considerandoli come un mezzo per cercare di aggirare il sistema giudiziario indiano tacitando le parti offese con la profferta di denaro.
2 maggio 2012  La nave Enrica Lexie, ancora sotto sequestro nel porto di Kochi e con a bordo gli altri quattro fucilieri, viene rilasciata su decisione della Corte Suprema indiana dietro la garanzia da parte dell’Italia che i quattro fucilieri sarebbero comparsi, se richiesti, dinnanzi alle autorità giudiziarie o altra autorità pubblica indiane.
 18 maggio 2012  I due marò vengono accusati di omicidio.
 30 maggio 2012  L’Alta Corte del Kerale concede il rilascio su cauzione per Latorre e Girone. I due vengono formalmente rilasciati il 2 giugno, dopo 105 giorni di detenzione.
22 dicembre 2012  Latorre e Girone volano in Italia per le feste di Natale. Rientreranno in India il 4 gennaio 2013.
 18 gennaio 2013  La Corte Suprema indiana sostiene che lo Stato del Kerala non abbia giurisdizione per procedere contro i due marò italiani e che solo una Corte Speciale potrà decidere sulla questione della giurisdizione, e cioè se i due militari dovranno essere processati in India o in Italia, dato che secondo la Corte ‘i marò non godevano di quella immunità sovranà che avrebbe determinato automaticamente la giurisdizione italiana.
 22 febbraio 2013  Ai due fucilieri viene dato un permesso per tornare in Italia in occasione delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.
 11 marzo 2013  L’Italia si rifiuta di far tornare in India i due marò.
 12 marzo 2013 In risposta l’India limita la libertà personale dell’ambasciatore italiano nel Paese, Daniele Mancini, impedendogli di lasciare il Paese.
21 marzo 2013  Il governo italiano dichiara che i due militari torneranno in India dopo aver avuto garanzia che su di loro non sarà applicata la pena di morte.
 20 agosto 2013 I due fucilieri si rifiutano di comparire come testimoni alla National Investigation Agency, ente centrale creato dal governo indiano per combattere il terrorismo in India.
 18 febbraio 2014  L’udienza davanti alla Corte Suprema indiana si conclude con un rinvio. Per protesta il ministro degli Esteri Emma Bonino richiama in Italia l’ambasciatore Daniele Mancini.
 24 aprile 2014  Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini annuncia il ritiro dell’inviato del governo Staffan de Mistura, il ritorno a Nuova Delhi dell’ambasciatore Daniele Mancini e la costituzione ‘di una commissione di esperti con carattere giuridicò.
 1º settembre 2014 -Massimiliano Latorre, colto da un ictus, viene ricoverato nel reparto di neurologia di un ospedale di Nuova Delhi.
 12 settembre 2014  Latorre torna in Italia per 4 mesi per motivi di salute.
 16 dicembre 2014  La Suprema Corte indiana rifiuta le richieste di Massimiliano Latorre di poter restare in Italia altri due mesi, e di Salvatore Girone, di poter tornare in Italia per il periodo natalizio.
20 marzo 2015  L’Italia solleva la questione dei due fucilieri con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il cui ufficio ribadisce che che la posizione Onu di risolvere la questione a livello bilaterale tra India e Italia ‘rimane invariatà.
9 aprile 2015  La Corte Suprema indiana concede a Massimiliano Latorre il permesso di rimanere in Italia fino al 15 luglio.
26 giugno 2015  L’Italia attiva l’arbitrato internazionale sul caso dei marò nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, rivolgendosi, quindi, al Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo.
 24 agosto 2015  In merito alla richiesta di misure provvisorie presentata dall’Italia, il Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo stabilisce che, in attesa delle decisioni del tribunale arbitrale, ‘Italia e India devono entrambe sospendere ogni procedimento giudiziario e astenersi dall’iniziarne di nuovì.
 26 agosto 2015  La Corte Suprema indiana sospende tutti i procedimenti giudiziari contro i marò, fissando una nuova udienza sul caso per il 13 gennaio 2016, due giorni prima della scadenza della proroga del permesso concesso a Massimiliano Latorre di restare in Italia.
11 settembre 2015 Una svolta nel caso sembra arrivare dai documenti dell’autopsia sui due pescatori: i proiettili che hanno colpito a morte i due pescatori indiani non sarebbero quelli in dotazione ai militari italiani. La pallottola estratta dalla testa di una delle vittime indiane è lunga 31 millimetri, molto più grande delle munizioni calibro 5 e 56 Nato in dotazione ai marò, lungo appena 23 millimetri.
 6 novembre 2015  Su richiesta italiana, la questione viene posta all’attenzione della Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja.
 13 gennaio 2016  La Corte Suprema indiana decide di prolungare fino al 30 aprile 2016 il permesso di restare in Italia concesso a Massimiliano Latorre.
 19 gennaio 2016  Il tribunale arbitrale presso la CPA stabilisce per il 30 e il 31 marzo 2016 l’udienza per decidere sulla richiesta italiana di consentire il rientro in Italia di Salvatore Girone.
26 aprile 2016  La Corte Suprema indiana concede altri 5 mesi a Latorre che potrà così rimanere in Italia fino al 30 settembre.
 2 maggio 2016  Il Tribunale arbitrale dell’Aja dispone che il fuciliere Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale. Il marò resterà però sotto l’autorità della Corte suprema indiana durante l’arbitrato internazionale tra Italia e India, e non sotto la responsabilità delle autorità italiane come richiesto da Roma.
 26 maggio  La Corte Suprema di New Delhi dà attuazione all’ordinanza del tribunale arbitrale dell’Aja: Girone potrà rientrare in Italia. Il suo arrivo è atteso per il 2 giugno, come assicurato dal premier Renzi.
2 giugno  Salvatore Girone atterra, alle 18, all’aeroporto militare di Ciampino. Poi il ritorno nella sua città, Bari.
8-20 luglio 2019 Si tiene all’Aja presso la Corte arbitrale permanente l’udienza finale dell’arbitrato sul caso della ‘Enrica Lexiè: al centro c’è proprio la competenza del Tribunale arbitrale, il merito delle argomentazioni di parte italiana e delle controargomentazioni di parte indiana.
 

2 Luglio 2020
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