Coronavirus fase 3
6:50 pm, 30 Giugno 20 calendario

La Ue riapre i confini Sì alla Cina, no agli Usa

Di: Redazione Metronews
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Via libera alla Cina ma solo in caso di reciprocità, stop invece a Usa, Russia e Brasile. Lo hanno deicso i governi degli Stati membri della Ue che hanno approvato via procedura scritta l’elenco di quindici paesi i cui cittadini saranno autorizzati a viaggiare nell’UE a partire da domani 1 luglio.
I governi dei 27 hanno approvato un elenco di paesi la cui situazione epidemiologica legata al Covid-19 e’ considerata sufficientemente sicura. La competenza sulla riapertura dei confini resta comunque in mano a ciascuno Stato membro e quella di Bruxelles e’ solo una indicazione orientativa e non vincolante giuridicamente. L’Italia ha votato a favore dell’approvazione della lista, mentre secondo alcune fonti Svezia e Polonia si sarebbero astenute    L’elenco dei paesi i cui cittadini sono ammessi nell’UE e nell’area Schengen a partire da domani comprende Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone , Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia e Uruguay.
Nella lista c’è anche la Cina, ma solo a condizione che Pechino accetti i cittadini dell’UE nel suo territorio.  Come era prevedibile alla vigilia date le condizioni sanitarie, gli Stati Uniti, il paese più colpito dalla pandemia con 125.928 morti per quasi 2,6 milioni di casi, sono esclusi dall’elenco, che dovrebbe essere aggiornato ogni due settimane. Secondo Bruxelles non potranno arrivare in Europa nemmeno i cittadini di  Brasile, Russia, India, Turchia e Israele. Il Regno Unito non e’ stato interessato dalle restrizioni ai viaggi deciso dalla ue a marzo.
 I criteri applicati per selezionare i Paesi con cui riaprire le frontiere sono anzitutto di carattere epidemiologico. In particolare, devono avere registrato, al 15 giugno scorso, un numero di nuovi contagi di Covid-19 per 14 giorni, vicino o inferiore al tasso dell’Ue (16 ogni 100mila abitanti); il trend dei nuovi casi nello stesso periodo, inoltre, deve essere “stabile o in calo” rispetto ai 14 giorni precedenti.  Inoltre si considera la risposta “complessiva” del Paese alla pandemia, tenendo conto delle informazioni disponibili su «aspetti come il tracciamento dei contatti, i test, la sorveglianza, il contenimento, la cura, il reporting dei dati come pure l’affidabilità delle informazioni disponibili e dei dati e, in caso ce ne fosse bisogno, il punteggio medio per tutte le dimensioni dei regolamenti sanitari internazionali».
Si tiene conto anche delle informazioni fornite dalle delegazioni Ue all’estero. La lista è sempre soggetta a revisioni: si prevedono «decisioni rapide nel caso in cui la situazione in un Paese terzo peggiori rapidamente».
 

30 Giugno 2020
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