la strage di ustica
5:33 am, 26 Giugno 20 calendario

Ustica, dopo 40 anni il mistero è ancora lì

Di: Redazione Metronews
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«Dalla bomba al cedimento strutturale, dal colpo di vento al missile, al sabotaggio, addirittura al meteorite. Un ventaglio infinito di ipotesi e controipotesi che non hanno mai scalfito il muro di gomma del mistero di Ustica.  Domani saranno quarant’anni e il mistero è ancora lì, dalle 20,59 del 27 giugno 1980 quando il Dc-9 Itavia si inabissa nelle acque del Mediterraneo facendo 81 vittime. 
Lo studio di Casarosa
Che il relitto abbia «parlato» è convinto, in una intervista all’Agi,  Carlo Casarosa, professore in pensione di meccanica del volo nel dipartimento di ingegneria aerospaziale dell’Università di Pisa, che nel 1990 entrò nel collegio dei periti che affiancavano il giudice Rosario Priore nelle lunghe indagini dell’inchiesta. Oggi resta sicuro: «Per me non è un mistero. C’è il rammarico che si potesse arrivare molto prima alla ricostruzione oggettiva delle cause dell’incidente e dello scenario in cui avvenne, ma mancò la collaborazione da parte di chi doveva e poteva». Per lui non fu «né missile, né bomba a bordo», ma una «quasi collisione». Fu il recupero del relitto, oltre 4000 pezzi, e la sua paziente ricostruzione in un hangar a Pratica di Mare (ora il relitto è al Museo della Memoria di Bologna), come un infinito puzzle in 3D durato 4 anni, a mettere sotto gli occhi di Casarosa una ipotesi che si discostava da quelle classiche di missile o bomba a bordo. «Non c’erano tracce di esplosione né interna né esterna (missile). E tutte le presunte prove che venivano addotte a sostegno, alla fine venivano smontate da analisi o da dati oggettivi». 
La scia del Mig
Invece, «ci rendemmo conto che un frammento di ala presentava i correnti superiori e inferiori vistosamente deflessi verso il basso, segno che esso si era distaccato a causa di una sollecitazione di flessione verso il basso». Perché avvenne quella rottura? Secondo il professore, la flessione dell’ala fu determinata dall’incontro del DC9 con una scia vorticosa lasciata da un altro aereo che lo “sorpassò”, forse durante un’azione di intercettazione militare. E «nel manuale di volo del Mig 23 si evidenziava che, nei voli in formazione, si doveva evitare di entrare nella sua scia perché essa è particolarmente intensa…».

26 Giugno 2020
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