Le discoteche protestano “Vogliamo riaprire anche noi”
ROMA Hanno riaperto tutti, o quasi: musei, bar, ristoranti, palestre…mancano però le discoteche. Che, alla vigilia dell’estate, non hanno ancora, dal governo, delle linee guida sicure, una prospettiva sul “dopo”, sul ritorno all’attività e alla vita. Per questa ragione, oggi, mercoledì 10, al grido di “Siamo il ballo, non lo sballo”, manifesteranno a Roma, con un “flash-mob” in piazza Montecitorio, i gestori del SILB (associazione italiana imprese ballo e spettacolo), associato alla FIPE. Chiedono al governo, a partire dal 15 giugno, dal prossimo decreto, di provvedere «a delegare alla conferenza Stato-Regioni la possibilità di programmare le riaperture del nostro settore, e di elaborare delle linee –guida sanitarie», protesta Roberto Cominardi, proprietario dell’Old Fashion di Milano e rappresentante del locale SILB.
Cominardi disegna i contorni del dramma del settore (2.500 aziende, 100 mila lavoratori impiegati, 4 miliardi di fatturato): «Siamo stati i primi a chiudere, e non abbiamo ancora riaperto. Abbiamo messo i dipendenti in cassa integrazione, ma resta il problema grave della liquidità e degli affitti che dobbiamo continuare a pagare; e i nostri collaboratori, come dj, Pr, graphic designer, sono rimasti all’asciutto, se si eccettua il bonus autonomi». Poi specifica la filosofia che muove lui e il suo sindacato: «Dopo le prime riaperture, ci sono fenomeni di assembramento difficilmente controllabili». Le discoteche possono dare un contributo in quanto “sfogo controllato” della voglia di divertirsi: «I nostri sono grandi spazi controllati. Le nostre strutture possono essere sanificate più volte al giorno, possiamo controllare la temperatura corporea all’ingresso e garantire protocolli di sicurezza che vanno oltre l’emergenza Covid, come norme anti-incendio, Haccp, videosorveglianza e così via: non siamo untori, ma professionisti».
E il distanziamento? Cominardi garantisce: «Siamo già in regola, in pratica. La capienza dei locali, per legge, è fissata già oggi a 0,7-1,2 persone al metro quadrato. Per quanto riguarda gli spazi al chiuso, invece, forse tutti non sanno che le discoteche devono seguire linee guida, per il ricircolo dell’aria condizionata, molto, ma molto più severe di quelle che devono seguire bar e ristoranti».
Gli fa eco Antonio Flamini, del SILB Roma (100 locali, 5.000 lavoratori, 100 milioni di fatturato): «Siamo gli unici non ancora invitati alla “festa” delle riaperture”». Dopo oltre 100 giorni di chiusura, dovrebbe essere “estate” anche per loro.
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