La musica viene spenta dalle misure anti COVID19
ROMA «Le prime stime su dati certi indicano danni per circa 12 milioni e mezzo di euro al 14 marzo. Con le ricadute importanti nei settori collaterali l’impatto, valutato da società che fanno questo lavoro, è di circa 25 milioni di euro».
In un’intervista di qualche giorno fa a RaiNews24 il presidente di Assomusica Vincenzo Spera sintetizzava con queste parole il blocco nazionale dei concerti determinato dall’emergenza corona virus. Innumerevoli anche nella Capitale gli eventi rimandati o annullati a causa del decreto del governo, a partire da quelli in programma al Parco della Musica, alla Casa del Jazz, che sospenderanno le attività live fino al 3 aprile, data di scadenza del decreto (che ancora non è certo se verrà più o meno prorogato).
+Sospese anche tutte le attività dell’Accademia Filarmonica Romana, della IUC a La Sapienza, allo Spazio Rossellini, al Palladium e a Officina Pasolini, dove nei prossimi giorni era atteso, fra gli altri, Niccolò Fabi.
Lunga la lista delle tournée rinviate, da Francesco De Gregori, che suonerà all’Atlantico Live il 9 maggio e non più il 20 marzo, ai Pinguini Tattici Nucleari, da Willie Peyote ai Modà (in scena il 12 dicembre al Palaeur).
Intanto c’è anche chi cerca di adeguare il proprio locale alla vigente normativa che comunque prevede lo stop agli spettacoli dal vivo.
STEFANO MILIONI
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