Iraq
1:13 am, 6 Gennaio 20 calendario

Iran arricchirà uranio Trump: “Colpiremo duro”

Di: Redazione Metronews
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Teheran annuncia che non rispetterà più i limiti fissati nell’accordo con le potenze mondiali nel 2015 (anche con gli Usa, poi usciti unilateralmente per volontà di Donald Trump nel 2018). La Repubblica islamica si sgancia così dal testo che, in cambio dell’alleviamento delle sanzioni economiche, aveva limitato il suo programma nucleare per timore che si dotasse di armi atomiche. Niente più limiti all’arricchimento e allo stoccaggio di uranio, quindi, né allo sviluppo di attività nucleari. Attraverso la tv di stato, tuttavia, l’Iran ha anche insistito che la collaborazione con l’Agenzia internazionale dell’energia atomica “continuerà come prima” e che resterà aperto a negoziati con i partner europei, che non sono riusciti sinora ad accontentare la sua richiesta: poter vendere il suo greggio all’estero nonostante le sanzioni Usa. E ha confermato l’impegno a non lavorare per dotarsi di armi atomiche. Gli annunci sono arrivati nella giornata in cui centinaia di migliaia di iraniani hanno accolto il feretro del comandante delle forze Quds, riportata in Iran dall’Iraq. È arrivato ad Ahvaz, per poi essere spostato a Mashhad e lunedì a Teheran e Qom, per processioni pubbliche, infine a Kerman per la sepoltura. Nelle stesse ore di domenica, il gruppo sciita libanese Hezbollah ha dichiarato che le basi militari Usa, le sue navi e truppe in Medioriente, ora sono un legittimo bersaglio. Un ex comandante dei Pasdaran ha inoltre definito Haifa e Tel Aviv, in Israele, possibili bersagli, e l’alto consigliere della Guida suprema dell’Iran Hossein Dehghan ha rincarato con Cnn: “La risposta sarà certamente militare, contro siti militari”, “l’unica cosa che può metter fine a questo periodo di guerra è che l’America riceva un colpo pesante quanto quello inferto”. Intanto, in Iraq, il Parlamento ha approvato la risoluzione che chiede la fine della presenza militare straniera, misura mirata all’espulsione dei 5mila militari statunitensi impegnati contro l’Isis. La tensione è altissima nella regione, dopo mesi in cui Teheran e Washington si scambiavano attacchi e minacce. Sabato sera alcuni razzi sono caduti sulla Green zone di Baghdad, sede di uffici e sedi diplomatiche, tra cui quella Usa che era stata assaltata da sostenitori dei paramilitari filoiraniani, di cui 25 erano stati uccisi in raid statunitensi. Trump ha soffiato sul fuoco su Twitter, scrivendo che gli Usa hanno già “nel mirino 52 luoghi iraniani”, “alcuni di livello molto alto e importanti per l’Iran e la cultura iraniana”. La convenzione dell’Aia del 1954, di cui gli Usa fanno parte, vieta azioni militari contro luoghi culturali, colpibili se assegnati a nuovo uso. L’Iran ospita 24 luoghi patrimonio dell’Unesco. In Europa, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Joseph Borrell, ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Zavad Jarif, invitandolo a Bruxelles e chiedendo “moderazione”. In Italia, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha risposto alle polemiche sul ruolo delle basi Usa, “smentendo categoricamente” che ne siano partiti droni usati per il raid contro Soleimani. Analoga smentita dal ministro degli Esteri, Luigi di Maio. Guerini ha anche aggiunto, dopo che la coalizione anti-Isis ha sospeso le proprie attività in Iraq per proteggere i militari dispiegati, che “sarà la coalizione, con tutti i suoi componenti, a determinarne gli sviluppi”.
Usa. Donald Trump notifica via Twitter al Congresso l’intenzione di colpire, anche in “maniera sproporzionata” se l’Iran colpirà persone o cose degli Usa. “Questi post – scrive il presidente Usa – serviranno come notifica al Congresso degli Stati Uniti che se l’Iran dovesse colpire qualsiasi persona o bersaglio degli Stati Uniti, gli Stati Uniti reagiranno rapidamente e completamente, e forse in modo sproporzionato. Tale avviso legale non è richiesto, ma è comunque dato!”.
Nucleare.  “Arricchire senza limiti vuol dire solo che si vuole avere il combustibile per un impiego militare dell’uranio”, ovvero una bomba atomica, che pero’ non sarà pronta prima di qualche mese. Lo dice Emilio Santoro, fisico che ha diretto per anni il reattore di ricerca dell’Enea a la Casaccia. “Gli accordi internazionali – ha spiegato Santoro – avevano faticosamente definito una serie di limiti per un utilizzo esclusivamente civile delle tecnologie nucleari. Ora, con questa dichiarazione, l’Iran sembra voler superare questi limiti e avventurarsi sulla strada di un impiego militare delle sue installazioni nucleari”. Il punto dirimente e’ proprio legato all’arricchimento dell’uranio. Per avere una reazione nucleare occorre avere un particolare tipo di isotopo di uranio, l’Uranio 235. In natura questo isotopo è molto raro e si trova con una percentuale pari a circa lo 0,7%. “Per avere combustibile idoneo ad alimentare un reattore nucleare che produce energia elettrica, come quello che era previsto dagli accordi con l’Iran, l’Ue e dal quale Trump ha deciso di uscire – ha spiegato Santoro – occorre avere uranio arricchito con percentuali che oscillano tra il 2 e il 3%”. Per raggiungere questa soglia sono disponibili diverse tecnologie, ma proprio la scelta di queste opzioni è stata al centro di negoziati molto serrati tra gli americani e gli iraniani.
Razzi. Sei missili hanno raggiunto la green  zone di Baghdad, di cui quattro nei dintorni dell’ambasciata Usa. A  quanto si apprende, nessun militare italiano è rimasto coinvolto nelle
esplosioni.  Secondo fonti della polizia irachena, sei persone sono rimaste ferite negli attacchi.
 
 

6 Gennaio 2020
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