Cannabis light, ok con Thc non superiore a 0,5%

Tra le modifiche approvate alla manovra in commissione Bilancio del Senato, una sta scatenando dure polemiche. È un subemendamento del senatore M5S Francesco Mollame che riguarda la coltivazione di Cannabis sativa L. La norma integra le leggi in vigore che non parlavano specificamente di vendita e definisce «che se una pianta ha un tenore di THC (tetraidrocannabinolo) non superiore allo 0,5% non può essere considerata uno stupefacente». Mollame ha ricordato che la Cannabis sativa «è una pianta dalle qualità straordinarie, da cui si ricavano tessuti, corde, tele per le vele, ma anche farina e olio» e che «in Italia ci sono 3 mila aziende per un totale di 10 mila dipendenti in questo settore in continua crescita».
Coldiretti: «Intervento opportuno». A dar manforte al senatore del M5S è Coldiretti, secondo la quale «i terreni coltivati a cannabis in Italia nel giro di 5 anni sono aumentati di dieci volte: dai 400 ettari del 2013 ai 4.000 stimati nel 2018». Quindi, secondo Coldiretti, «un intervento legislativo opportuno per non frenare un settore in grande sviluppo».