Stretta sulla cannabis light, l’olio solo in farmacia

Il ministero della Salute fa scattare la stretta sulla cannabis light. L’olio di Cbd potrà essere acquistato solo in farmacia dietro ricetta medica. La novità entrerà in vigore il 22 settembre.

Stretta sulla cannabis light, l’olio solo in farmacia

Produttori, rivenditori di canapa light e tabaccai hanno sperato fino all’ultimo che il Governo non tornasse indietro, ma non è stato così. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha formato il decreto che di fatto sblocca il provvedimento che portava già la firma del suo predecessore Roberto Speranza, poi congelato nel 2020.

Il 22 settembre scatterà quindi il divieto di libera vendita per l’olio di Cbd contenuto nella canapa light, anche in percentuali inferiori al 10%. A incidere sulla decisione i due pareri di Aifa e Consiglio Superiore di Sanita depositati all’Istituto Superiore di Sanità, nei quali si equipara il Cbd a uno stupefacente. Eppure l’Organizzazione mondiale della Sanità non lo considera tale, ponendolo invece come sostanza rilassante con benefici di evidenza scientifica in malattie come l’epilessia.

Proprio queste sue capacità hanno invece convinto le autorità sanitarie italiane a imporne la vendita su controllo medico. Per ora la stretta non riguarda le infiorescenze (sulle quali vige il divieto, ignorato dalla quasi totalità dei consumatori, di essere fumate o inalate).

Produttori ed esercenti sul piede di guerra

Il decreto inciderà negativamente sul volume di affari di produttori, distributori e rivenditori dell’olio di Cbd, che stanno valutando contromisure, tra le quali eventuali ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale fino ad arrivare al Consiglio di Stato. Tra le altre cose l’associazione di categoria, Federcanapa, ricorda che la vendita dell’olio di Cbd, in qualsiasi percentuale, è libera nel resto d’Europa, e che non più essere bloccata all’interno dei Paesi dell’Unione Europea.