Francesco Guccini Mauro Pagani Note di Viaggio
6:28 am, 15 Novembre 19 calendario

Guccini: «Rieccomi qua ma sul palco non torno»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA L’emozione più grande è risentire la voce del “Maestrone”, che torna dopo anni d’assenza. Accade in “Natale a Pavana”, il brano che apre “Note di Viaggio – capitolo 1: venite avanti…”, prima parte del tributo all’arte di Francesco Guccini con tanti artisti mobilitati per l’occasione. È una ballata dai toni nostalgici, con una musica suggestiva scritta da Mauro Pagani, produttore e arrangiatore di tutto il progetto. Il testo, ovviamente, è firmato Guccini: «È una poesia scritta tempo fa in dialetto pavanese, che ormai non si parla quasi più. Racconto la bellezza del Natale della mia infanzia: un’occasione di festa, in cui c’era la rarità di mangiare i tortellini. Mentre oggi te li puoi mangiare tutti i giorni», spiega.
Il disco contiene inoltre una serie di classici “gucciniani” riletti da artisti anche molto diversi fra loro: dalla “Auschwitz” secondo Elisa a “Vorrei” di Brunori Sas, dalla “Canzone delle Osterie di Fuori Porta” con Luca Carboni e Samuele Bersani a “Incontro” di Ligabue fino a “L’avvelenata” di Manuel Agnelli e Mauro Pagani. In più contributi di Carmen Consoli, Giuliano Sangiorgi, Nina Zilli, Malika Ayane, Francesco Gabbani e Margherita Vicario.
«Ho scelto gli artisti per istinto, seguendo il mio gusto, sapendo che per molti di loro Guccini è stato un elemento di formazione – aggiunge Pagani – E ho notato quanto ancora oggi sia amato, un artista importante per la crescita di tutti noi. Per gli arrangiamenti ho voluto rispettare gli originali e creare spazi intorno alle voci, eliminando il superfluo. Mi hanno colpito, in particolare, le voci femminili, che hanno trovato degli accenti commoventi in un repertorio per lo più virato al maschile».
 Il brano più “conteso” è stato, neanche a dirlo, “L’avvelenata”: «Tutti si fissano con quel pezzo e un altro paio, ma io ne ho scritti tanti anche migliori – continua Guccini – Lo dissi anni fa anche a Vasco Rossi, che mi venne a fare i complimenti proprio per ‘L’avvelenata’. Comunque sentirmi ‘cantato’ da altri mi incuriosisce. Ho delle preferenze, ma preferisco tacere». Anche se, fra le righe, confessa una certa debolezza per la versione di “Incontro” secondo Ligabue.
Il disco verrà presentato al pubblico dagli stessi Guccini e Pagani lunedì 18 alle 17 presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, nell’ambito della Milano Music Week 2019. Ma non finisce qui. Si pensa già al futuro, a un volume 2 l’anno prossimo con un’altra carovana di artisti (sicura Gianna Nannini con “Quello che non”) e, forse, un altro inedito cantato dal Maestrone: «Ma sul palco non torno, mica sono come Aznavour che stava sulla scena fino a 90 anni. A giugno ne compirò 80, sono tanti, ormai non suono neanche più la chitarra e mi limito a qualche cantata con gli amici. Preferisco dedicarmi alla scrittura, quello del resto sognavo di fare da ragazzo».
Stimolato sull’attualità di questi giorni Guccini non si tira indietro: «È una vergogna che la Segre, una sopravvissuta dell’Olocausto, sia costretta a viaggiare con la scorta. Ed è una vergogna anche l’astensione in Parlamento. Magari ora verrò insultato sui social per questo, ma tanto io non li frequento».
E le elezioni del 26 gennaio in Emilia-Romagna?
«Sapete come la penso, spero non ci sia un cambiamento. L’Emilia è una regione di persone benestanti, governata bene, non credo cambierà molto, ma staremo a vedere».
 
 
 
DIEGO PERUGINI

15 Novembre 2019
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