infanzia
6:10 pm, 3 Giugno 18 calendario

Una campagna per spiegare la “sindrome del bambino scosso“

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA È un fenomeno ancora poco noto ai genitori e spesso sottovalutato anche dai pediatri: è la “Shaken Baby Syndromè (Sbs),  ovvero “Sindrome del bambino scosso”, anche conosciuta come “Trauma  cranico abusivo”. Si tratta delle conseguenze di una forma di  maltrattamento che può avere esiti drammatici e la cui reale incidenza nel nostro Paese è difficile da stimare, non solo per la complessità della diagnosi, ma anche perché molte vittime non giungono  all’attenzione dei medici. Mancano, purtroppo, dati epidemiologici a livello europeo e anche per quanto riguarda l’Italia non esistono dati certi sul fenomeno, ma si ritiene che l’incidenza possa essere di 3 casi ogni 10.000 bambini di età inferiore ad 1 anno, sebbene questa  cifra potrebbe rappresentare spaventosamente solo la punta di un  grande iceberg sommerso: basti pensare che nel solo  Ospedale Regina Margherita di Torino, lo scorso anno, sono stati registrati ben 6 casi di Sbs.
   Per questo motivo, Terre des Hommes ha lanciato, nei mesi scorsi, in  collaborazione con 6 eccellenze ospedaliere pediatriche italiane la  prima campagna nazionale di prevenzione e sensibilizzazione contro la Sbs, dal titolo “Non scuoterlo!». E proseguendo in questo percorso di  sensibilizzazione, oggi Terre des Hommes insieme ai suoi partner  lancia un decalogo di informazioni e consigli utili, redatto con il  supporto di esperti dei diversi ospedali membri della rete, per far  conoscere i rischi e le conseguenze. Il decalogo si può scaricare dal sito nonscuoterlo.terredeshommes.it .
Lesioni gravissime
Tra le cose più importanti da sapere, innanzitutto la Sbs è la conseguenza di una grave forma di  maltrattamento fisico prevalentemente intra-familiare ai danni di  bambini generalmente al di sotto dei 2 anni di vita: il bambino viene  scosso violentemente per reazione al suo pianto inconsolabile, con  conseguente trauma sull’encefalo e successive sequele neurologiche.
Nei primi mesi di vita, infatti, i muscoli cervicali del collo dei  neonati sono ancora deboli e non riescono a sostenere la testa; se un  bambino viene scosso con forza, dunque, il cervello si muove  liberamente all’interno del cranio, provocando ecchimosi, gonfiore e  sanguinamento dei tessuti; in una parola, lesioni gravissime.  Il picco di incidenza della Sbs si ha tra le 2  settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto  del neonato ed età in cui il bambino non ha ancora il controllo del  capo e la struttura ossea è purtroppo molto fragile.
VALERIA BOBBI

3 Giugno 2018 ( modificato il 6 Agosto 2021 | 10:28 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo