Giorgio Gori: «Trenord, ci vuole una gara europea»
La Lombardia ha 350 mila pendolari: quali sono le sue proposte per migliorare la loro vita quotidiana?
Per la verità i pendolari sui treni sono 740 mila, e circa 3 milioni e mezzo quelli che si muovono sui pullman. Oggi i treni regionali condannano i pendolari a una vita fatta di ritardi, cancellazioni e insicurezza. È una cosa indegna. Alla scadenza del contratto di Trenord, faremo una gara europea. Stop anche ai tagli del tpl su gomma.
Inquinamento: blocco dei Diesel sì o no?
I blocchi emergenziali non bastano. Occorrono politiche di lungo periodo. Io propongo che entro il 2025 tutti i mezzi pubblici urbani e il 20% di quelli privati debbano essere ibridi, elettrici o a metano, con l’obiettivo di arrivare nel 2035 all’abbandono dei mezzi a benzina o diesel, grazie anche ad incentivi.
Sanità: cosa pensa della riforma sulla cronicità?
Io penso che sulla cura dei malati cronici la Regione abbia preso una strada sbagliata, che genererà grande confusione, e che si debba rimettere al centro il rapporto tra pazienti e medici di famiglia. Dobbiamo investire su servizi territoriali aperti 7 giorni su 7 e almeno 12 ore al dì.
E su scuola e giovani?
In Lombardia 1 giovane su 5 non studia e non lavora, 3 su 10 sono disoccupati. Nella mia vita professionale ho dato a tanti giovani la possibilità di affermarsi e lo stesso voglio fare alla Regione. Le risposte giuste partono dalla scuola. Occorre aumentare le risorse per il diritto allo studio, che la Regione ha tagliato, e legare la formazione professionale alle esigenze delle imprese.
Quale proposta su Aler?
Ho definito la gestione di Aler Milano disastrosa. La società va divisa in due – Milano e Città metropolitana – e occorre finanziare un piano di manutenzione straordinaria dei quartieri popolari, recuperando i tanti alloggi sfitti e contrastando le occupazioni abusive.
In regione i richiedenti asilo sono 24 mila. Troppi?
Se tutti i Comuni condividessero l’accoglienza, sarebbero numeri gestibili. Credo che si debba rendere “utile” il tempo dei richiedenti asilo, per loro e le comunità che li ospitano, potenziare i rimpatri volontari assistiti, rimpatriare chi delinque.
ANDREA SPARACIARI
CHI E’ GIORGIO GORI
È nato nel 1960 a Bergamo, di cui è sindaco dal 2014. Dopo gli inizi nel giornalismo, cominciò nel 1984 a lavorare nella tv, a Rete 4. È stato direttore di Canale 5, prima di fondare la casa di produzione Magnolia. L’incontro con Renzi ha poi dato avvio alla carriera politica. Alle regionali sarà il candidato del Pd, sostenuto da +Europa, Insieme, Lombardia progressista-Sinistra per Gori, Lista Gori, Lorenzin per Gori e Obiettivo Lombardia
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