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6:30 am, 1 Febbraio 18 calendario

L’ultima maturità (fatta in questo modo)

Di: Redazione Metronews
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ROMA Greco per il Liceo classico, Matematica per lo Scientifico, Scienze umane  per il Liceo delle Scienze uman. Sono alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2018, annunciate oggi sui profili social del Miur, dopo la firma dell’apposito decreto da parte della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. Il post di annuncio delle materie segna anche il ritorno di #NoPanic, l’iniziativa social del Miur lanciata lo scorso anno per accompagnare con materiali informativi, consigli di esperti e video esplicativi i mesi che precedono la Maturità.
Cosa cambierà
Quello del 2018 sarà ricordato come l’ultimo esame di maturità con il vecchio sistema: dal 2019, infatti, entreranno in vigore le nuove regole, a meno che il governo che uscirà dalle elezioni di marzo non decida diversamente. Ecco cosa dovrebbe cambiare: il cambiamento più importante riguarda l’abolizione della terza prova. L’esame scritto sarà quindi composto soltanto dalla prima prova (italiano) e dalla seconda prova, che verte sulle materie d’indirizzo della scuola superiore. Al posto della terza prova verrà introdotta la temuta prova Invalsi, che verterà su Italiano, inglese e matematica. La particolarità è che non si terrà durante l’esame di Stato, ma prima, durante l’anno scolastico e il voto non influirà sul risultato finale. L’altra grande novità riguarda l’alternanza scuola-lavoro, come parte integrante dell’orario scolastico. La formazione lavorativa sarà poi oggetto di verifica durante l’esame orale di maturità. A cambiare saranno anche i criteri di ammissione all’esame: non servirà più la sufficienza in tutte le materie, basterà la media del 6, in cui viene considerato anche il voto di condotta.
I limiti secondo i presidi
Secondo Giorgio Rembado, presidente emerito dell’Associazione dei presidi italiani (Anp), «i cambiamenti delle regole dell’esame di maturità si sono succeduti copiosi negli ultimi decenni, senza però mai riuscire a sconfiggere il principale limite di questa prova: il fatto che non è credibile agli occhi del mondo del lavoro e delle università. Tanto è vero che sono ormai moltissime le facoltà che hanno istituito il test d’ingresso, come se la Maturità non avesse alcun valore. Stesso discorso per il mondo del lavoro. Chi chiede  il voto dell’esame di Stato durante un colloquio di lavoro? Proprio nessuno. Questo la dice molto lunga sulla mancanza di  senso dell’esame, così come è strutturato. E non mi sembra che i cambiamenti in programma possano modificarne la sostanza».  Secondo Rembado, quello che servirebbe davvero, è «un pre-orientamento per le  future scelte degli alunni, in modo che l’esame possa vertere sulle loro reali abilità acquisite in vista del lavoro o della facoltà universitaria che vogliono frequentare».    
VALERIA BOBBI

1 Febbraio 2018
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