Roberta Torre: «Racconto la mostruosità che è in noi»
ROMA Massimo Ranieri pelato, con un gamba a pezzi dopo che i fratelli lo hanno fatto precipitare è un Riccardo che esce dall’istituto psichiatrico dove era rinchiuso e torna per vendicarsi. Sonia Bergamasco, con 30 anni di più grazie a un parossistico trucco, regina nel suo microcosmo malavitoso, madre assassina e rapace, pronta a uccidere anche il figlio. E poi una folla di attori, da Ivan Franek a Tommaso Ragno, irriconoscibili per le mostruose sembianze con cui si agitano nel nuovo dark musical di Roberta Torre, presentato al Torino Film Festival e da giovedì in sala. “Riccardo va all’inferno” è davvero l’inferno che appare fin dalla prima sequenza, un inferno alle porte di una Roma spettrale, contemporanea e irriconoscibile.
Cosa è questo inferno per Roberta Torre?
La mia idea era una versione pop del Riccardo III shakesperiano, con un protagonista che fosse insieme maschera tragica e comica. Ranieri per interpretarlo doveva attingere alla commedia dell’arte ma anche ai supereroi Marvel.
Il tutto mescolando passato remoto e presente bruciante, attori veri e pazienti psichiatrici…
Volevo raccontare la mostruosità che è in noi.
SILVIA DI PAOLA
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