Maurizio Guandalini
7:49 am, 4 Maggio 17 calendario

Novità col freno a mano ma poi bisogna governare

Di: Redazione Metronews
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Le Pen o Macron? Chi cambierà l’Europa? Pesando la grinta dei leader, a occhio, quella dai capelli biondo platino è più di scuola Trump rispetto la gracilità edipica di Macron.  Diffidiamo dalle  molteplici mozioni d’affetto, di convenienza, sparse anche in Italia, per il  trentanovenne Presidente, in pectore,  che dovrebbe rivoltare il Vecchio Continente. Come si fa scioccare con le buone maniere un Orso di granito?
Per fare il capo di una nazione non si richiede,  h24, di essere dei caterpillar. E probabilmente andrà a finire che i francesi, messo da parte il machismo della grandeur, si affideranno, nel ballottaggio del 7 maggio, all’en marche di Macron.  Ma sarà soddisfatta la stragrande maggioranza degli elettori, neri di rabbia? Oltre il 70% dei voti sono contro l’establishment (da estrema destra a estrema sinistra), di cui, però, il predestinato Macron,  da ex banchiere, ne è un po’ figlio. Anche se fa brindare la Borsa. E rassicura il portafoglio (di chi ce l’ha). Meglio, allora, rifare l’asse franco-tedesca, per dividersi in due la torta, che buttarsi in una impresa rischiosa imbellettata di bandieroni carichi di nervosismo.
I lividi di rabbia, no euro, no Europa, non hanno mai un successone (capito Salvini e Grillo?). Per vincere devono rassicurare. La sciura Le Pen, di choisir la France, sta a fare tutta la moderatina, della serie poi non è così urgente uscire dalla moneta unica e copia, volutamente?, perché si sappia in giro, i passaggi dei discorsi più populisti del repubblicano Fillon, per dire agli elettori di centro, incerti, che poi non ci sono tante differenze con la destra.
Come la mettiamo, allora? Il rischio è bello quando è calcolato? Quando la sorpresa non destabilizza, ed è al massimo  un leggero soffio di consuetudine sopra le righe? Gran Bretagna a parte, certo: ma lì la Brexit è stato un inciampo non tanto capito e non tanto voluto. E ora tocca pagare l’Ue. Vedrete rivaluteremo l’impavido Mr. Donald, quello del vado e sfondo. Uno incontrollabile, a parole che, dopo 100 giorni, comincia patire la febbre del signor Tentenna, passi avanti, indietro, a lato, l’amore-odio per il dittatore coreano, quando la politica non è mai sì sì o no no.  Di Trump salviamo  l’azzardo. Fa novità. Ti rende diverso.  Andare a rete è un’altra storia.  Lo ricordiamo ai candidati della Francia che, il giorno dopo le elezioni, dovranno fare la riforma del lavoro, della spesa pubblica e del sistema giudiziario. Macron o Le Pen per tirare in porta dovranno avere la maggioranza nell’Assemblea nazionale. Non ce l’hanno. L’Eliseo, così, diventerà la residenza dei passi perduti?
MAURIZIO GUANDALINI
economista e giornalista

4 Maggio 2017
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