Diritto di famiglia
8:00 am, 30 Gennaio 17 calendario

Lavoro, l’Italia Paese per neo-genitori? Solo a metà

Di: Redazione Metronews
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FAMIGLIA.  Lavoro o famiglia? Dover scegliere o dividersi tra uno e l’altro non è sempre semplice per i tanti neo genitori si trovano a dover conciliare orari, disponibilità economica ed esigenze de i figli. Ma l’Italia è un Paese che aiuta i neo genitori lavoratori ad avere figli? Prendendo in considerazione i congedi e le remunerazioni, secondo l’analisi dello Studio legale Daverio & Florio, che in Italia rappresenta Innangard, il network internazionale specializzato nel diritto del lavoro, emerge come il sistema giuridico italiano, rispetto ad alcuni Paesi, è a tutti gli effetti tutelante, soprattutto per le donne. 
Se la Gran Bretagna offre alle donne maggiori tutele per quanto riguarda congedi e retribuzioni, l’Italia è senza dubbio all’avanguardia rispetto ad altri Paesi come Francia, Spagna, Olanda, Germania. Non è così invece per i neo papà italiani, dato che al momento gli spettano solo due giorni: un numero nettamente inferiore rispetto ai francesi, agli spagnoli e agli irlandesi. 
 
«Nonostante il pensiero comune, il sistema italiano tende a tutelare la donna sul lavoro sia durante la gravidanza sia dopo il parto – spiega Bernardina Calafiori, socio fondatore  di Daverio & Florio -. Oltre al congedo obbligatorio di 5 mesi, periodo superiore a quello concesso da altri Paesi, pensiamo anche ai controlli prenatali in gravidanza, che il datore di lavoro deve concedere, o al divieto di licenziamento sino al compimento dell’anno di vita del bambino. Ma se l’Italia è allineata con l’Europa per le tutele femminili, c’è tanto da fare per i neo papà, anche se, grazie alla Legge di Stabilità pubblicata il 21 dicembre 2016 sulla Gazzetta Ufficiale, la durata del congedo aumenterà a 2 giorni per il 2017 e a 4 per il 2018».
Le mamme
 Nel nostro Paese alle neo mamme spettano 5 mesi di congedo obbligatorio (circa 21 settimane) retribuiti totalmente, a cui si possono aggiungere, su richiesta ed entro i 12 anni di età del figlio, ulteriori sei mesi (quasi 26 settimane) retribuiti al 30%. Inoltre, sono concessi permessi per allattamento pagati fino a un anno di età del bambino. Al rientro dalla maternità il datore di lavoro è tenuto a riaffidare la posizione, i compiti e le funzioni svolte prima del congedo. Tra le nazioni esaminate, meglio solo il Regno Unito, che dà diritto a 52 settimane, di cui 26 obbligatorie e 26 aggiuntive, a prescindere dall’anzianità di servizio. La retribuzione, obbligatoria per le prime 39 settimane, è del 90% per le 6 settimane iniziali mentre per le successive 33 settimane lo stipendio non può superarele 139.58 sterline  a settimana.     
I papà
I Paesi Europei offrono in genere maggiori tutele a livello di congedi, anche se in Italia il testo della Legge di Stabilità 2017 prevede che la durata del congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente è di 2 giorni per il 2017 e 4 giorni per il 2018. Nel Regno Unito, dove  i neo papà  hanno diritto a una o due settimane di congedo, è allo studio la possibilità di far condividere i permessi parentali anche ai nonni che ancora lavorano. La Francia prevede invece per il padre 3 giorni facoltativi alla nascita e 11 consecutivi a scelta; la Spagna 13 giorni di congedo che dal 2017 potrebbero passare a 4 settimane; l’Irlanda 2 settimane di congedo (a partire dal mese di settembre 2016). La Germania, al contrario, prevede solo un giorno, salvo eccezioni previste da accordi individuali o collettivi.
 
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30 Gennaio 2017
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