Per Mazza Ratzinger è meglio di Bergoglio
INTERVISTA Il romanzo “Il destino del papa russo”, (Fazi editore) di Mauro Mazza, ex direttore del tg2 e di Raiuno, rappresenta una sintesi precisa di storia e letteratura. La fine del pontificato di Bergoglio e l’elezione di un papa russo sono la chiave di volta del nuovo assetto del mondo.
In questo romanzo arriva al pontificato un papa che fa scelte forti, esclusive. È una polemica nei confronti di papa Francesco?
Non proprio. Ma quando Francesco dice “Chi sono io per giudicare?” mi sembra evidente che non tira fuori la chiesa dall’angolo in cui si trova attualmente. In questa cultura laicista, relativista c’è bisogno di decisioni, di indicazioni, di principi saldi. Altrimenti l’islam moderato si sostituirà facilmente ai precetti tradizionali. Tra cento anni, nel bilancio dei pontificati Ratzinger sarà più su di Bergoglio. Perché comunque nella tradizione cristiana c’è anche la spada.
Perché Metodio (il papa del romanzo) è amico di Putin?
Perché per realizzare la riunione della chiesa cattolica e ortodossa avevo bisogno di un espediente narrativo. Tra le due confessioni non ci sono differenze sostanziali, teologiche. Le differenze sono solo rituali e possono essere davvero superate con facilità. Sarebbe una rinascita del cristianesimo e forse un’ancora di saldezza in un mondo in balia di sinistri venti di terrore.
Nella realtà (è notizia di pochi giorni), il patriarca della chiesa ortodossa ha detto che “le nozze gay sono paragonabili all’apartheid o alle leggi naziste”.
Il linguaggio del patriarca Kirill è sempre forte. Aldilà del paragone stridente, credo risponda alla sua necessità di rappresentare tutta l’ortodossia, comprese le frange più tradizionaliste, che vedono negli sviluppi relativisti di certa cultura occidentale un nemico da combattere.
Torniamo al romanzo: la riunita e rinata Chiesa intraprende una battaglia con una massoneria che ha sede negli Usa. Perché?
Nel vertice altissimo della Fratellanza c’è un unico nucleo che vuole governare. Ho immaginato l’America come centro propulsore perché, a partire da Washington, quasi tutti i presidenti degli Stati Uniti sono stati massoni. Immagino uno scontro tra due istituzioni determinate, decise. Piuttosto che l’occidente laicista, un mondo che si sfida sui principi sarebbe bellissimo. L’utopia dell’Europa di Spinelli: quella è la politica di cui ho nostalgia.
TONY SACCUCCI
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